di Glenda Oddi
La violenza sulle donne non può essere solo fisica, esiste anche quella che agisce a livello psicologico ed è capace di lasciare segni profondi nella mente della vittima. L’abuso psicologico è quindi quella condizione in cui una persona opera in modo da svilire, umiliare, spaventare qualcun altro al fine di sottometterlo e controllarlo psicologicamente. Molte donne subiscono questo genere di violenze per lungo tempo senza riuscire a liberarsi dalla morsa del proprio aguzzino, questo perché subentra una condizione di svilimento tale da non riuscire a reagire e anche perché quando ci si trova coinvolti in prima persona non è sempre semplice riconoscere i segnali della violenza psicologica. Per comprendere se la relazione che si sta vivendo è tossica bisogna prestare attenzione a questi segnali:
- Desiderio di controllo: chi compie questi abusi cerca di sapere sempre dove sia la donna e pretende di decidere cosa può e non può fare e le persone che deve frequentare. Impartisce ordini e pretende che siano eseguiti. Prende decisioni al suo posto senza avere cura di ciò che lei vuole;
- Umiliazioni private e pubbliche: il partner mira a svilire l’autostima della donna con battutine, critiche e insulti. Questo non avviene solo in privato ma anche in pubblico al fine di umiliarla;
- Colpevolizzazione della vittima: il partner mette in atto continui rimproveri verso la donna, ogni volta che qualcosa non va scarica la responsabilità dell’accaduto su di lei;
- Generazione di sentimenti di vergogna: il partner fa notare alla donna i suoi difetti, se presenta delle lamentele la ridicolizza svilendo le sue esigenze come fossero qualcosa di poco valore per le quali pretende un’attenzione eccessiva;
- Abbandono ed isolamento: chi compie questo tipo di abusi tende a fare “terra bruciata” intorno alla vittima: mira ad allontanarla da parenti e amici in modo che si senta più sola e diventi quindi più dipendente da lui. Può anche risultare emotivamente distaccato e rifiutarsi di avere rapporti sessuali in modo da far sentire abbandonata e vulnerabile l’altra persona;
- Codipendenza: In una relazione disfunzionale vittima e carnefice dipendono l’uno dall’altra: chi subisce malgrado stia male non riesce a lasciare l’altra persona perché ha timore di restare sola, cerca sempre la sua approvazione e necessità del suo supporto per qualsiasi cosa. Chi compie l’abuso invece ha bisogno che la vittima sia dipendente da lui perché così soddisfa il suo desiderio di controllo su di lei.
La violenza psicologica non può interessa solo la relazione uomo/donna ma qualsiasi tipo di rapporto interpersonale (madre/figlio; datore di lavoro/dipendente ecc.). Ѐ fondamentale capire che l’altra persona non cambierà e liberarsi il prima possibile della sua morsa attraverso il supporto di una persona fidata (amico, familiare o terapista).