La cucina greca dell’antichità era il cuore della casa, un luogo, dove le donne, sia delle classi nobili, sia di quelle più umili, trascorrevano gran parte della loro giornata. Le abitudini alimentari variavano notevolmente tra i diversi ceti sociali, ma la dedizione e l’amore per la preparazione dei pasti erano comuni a tutte.
Colazione
Le donne dei ceti più bassi iniziavano la giornata presto. La colazione, in greco antico chiamata akratismos, era spesso frugale, consisteva in pane d’orzo, che era più economico rispetto al pane di grano, accompagnato da olive o fichi secchi. Per chi poteva permetterselo, c’era anche il miele per dolcificare il pasto. Il pane, preparato nei giorni precedenti, era intinto nel vino diluito con acqua per renderlo più morbido.
Le donne nobili, d’altro canto, avevano a disposizione una varietà più ampia di alimenti.
La colazione poteva includere pane di grano, formaggi freschi e frutta, come mele o melograni. Le bevande, come il latte di capra o di pecora, erano più comuni tra le famiglie abbienti.
Preparazione del pranzo
Il pranzo, chiamato ariston, era un pasto leggero. Le donne dei ceti bassi utilizzavano ingredienti semplici: verdure, legumi e cereali erano alla base della loro dieta. Le zuppe di lenticchie o fagioli erano molto comuni, spesso aromatizzate con erbe come timo e origano, raccolte nei campi vicini.
Nelle case nobili, il pranzo poteva includere pesce fresco, carni bianche come il pollo, e un assortimento di verdure. Le donne nobili avevano accesso a spezie e condimenti più esotici, importati attraverso il commercio, che aggiungevano sapore ai loro piatti.
Gli avanzi dei banchetti del giorno precedente potevano anche essere riutilizzati e trasformati in nuove pietanze. Uomini e donne mangiavano separatamente, sia tra i nobili sia nel popolo, e quando la casa era troppo piccola, gli uomini mangiavano per primi e le donne dopo che gli uomini avevano terminato il loro pasto. Nelle famiglie dei ricchi erano gli schiavi a servire i pasti, invece nelle famiglie più povere la moglie e le figlie servivano il padre e i maschi della famiglia. Il rispetto per il padre, che era il capofamiglia, era evidente in una società patriarcale come quella greca.
Preparazione del simposio
Il simposio, un banchetto serale esclusivamente per gli uomini, richiedeva una preparazione meticolosa. Nelle case dei ceti bassi, le donne dovevano essere creative con gli ingredienti a disposizione. Il pesce salato, i legumi e le verdure, spesso erano cucinati in stufati o zuppe, erano piatti comuni. Il pane e l’olio d’oliva erano sempre presenti sulla tavola.
Le donne nobili, invece, orchestravano banchetti sontuosi. Gli ingredienti più pregiati come il pesce fresco, la carne di agnello e i frutti di mare erano riservati per queste occasioni. I cuochi, a volte schiavi specializzati, preparavano piatti elaborati, arricchiti con spezie come il pepe e il cumino. Le donne nobili partecipavano attivamente alla supervisione della preparazione, garantendo che tutto fosse perfetto per gli ospiti.
Cena in famiglia
La cena, o deipnon, era il pasto principale della giornata per tutta la famiglia. Per le donne dei ceti bassi, era un momento per utilizzare tutti i prodotti della giornata. Le cene erano semplici ma nutrienti, con piatti come il plakous, una sorta di focaccia condita con erbe e olio.
Le famiglie nobili avevano cene abbondanti e varie. Le pietanze spaziavano dai piatti di carne arrosto, come il maiale e l’agnello, ai piatti di pesce cucinato in modo elaborato.
La frutta fresca e i dolci al miele terminavano il pasto, insieme a una generosa quantità di vino.
La vita in cucina delle donne greche dell’antichità rifletteva le differenze sociali del loro tempo, ma anche la comune abilità e passione per l’arte culinaria. Dai pasti semplici e nutrienti delle donne dei ceti bassi, ai banchetti opulenti delle donne nobili, la cucina era il fulcro della vita domestica, un luogo di creatività, dedizione e cura per la famiglia.
By Rosa Maria Garofalo