tradizioni

ORGANI ED EMOZIONI

La chiave di lettura della medicina tradizionale cinese e alcuni rimedi di Erica Angeletti (Naturopata) La medicina tradizionale cinese è una medicina energetica antichissima. Molti la conosceranno ormai per i trattamenti di agopuntura o di shiatsu, i quali si basano proprio su di essa. L’energia sottile del nostro corpo scorre in canali detti meridiani ed essi ci indicano lo stato di benessere di organi e apparati. La MTC non separa mai l’uomo in “sezioni”, ma ne effettua sempre una valutazione olistica, cioè di insieme: esso è dunque considerato come entità fisica e psichica, in cui corpo e mente hanno lo stesso peso e si influenzano a vicenda. Secondo la medicina tradizionale cinese l’uomo è un microcosmo legato ad un macrocosmo (ambiente che lo circonda), perciò viene estremamente influenzato dall’esterno, sia a livello fisico che emotivo. Le emozioni, specie se prolungate, portano ad uno squilibrio energetico prima e fisico poi: ne è un tipico esempio la gastrite, che quasi sempre compare per situazioni “indigeste” che non possiamo controllare o per arrabbiature continue in famiglia o sul posto di lavoro. Andiamo a scoprire le principali coppie di organi ed emozioni, seguite da alcuni rimedi naturali per tornare in equilibrio. FEGATO: è la sede della RABBIA, non a caso quando ci lasciamo logorare dalle arrabbiature si dice “rodersi il fegato” oppure definiamo “fegatose” le persone dal carattere fumantino. Per coloro che sono soggetti a questa emozione è bene innanzitutto imparare a “buttare fuori”: non c’è cosa peggiore del trattenere la rabbia all’interno e lasciare che essa ci consumi, provocando reflusso o gastrite. In secondo luogo possiamo aiutarci con alcuni fiori di Bach: cherry plumper coloro che sbottano improvvisamente, willowper chi prova risentimento e senso di ingiustizia e hollyper la rabbia generata dall’odio. Infine possiamo anche ricorrere agli oli essenziali di camomillae dilavanda: frizionati sui polsi e annusati

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Quando le donne andavano riportate alla “ragione”

In occasione dell’8 marzo, proponiamo una breve riflessione su una vecchia usanza marchigiana – e non solo – per richiamare le donne alla “ragione”. Di Anna Rita Rossi Nella tradizione marchigiana l’espressione linguistica “battere con la ragione” o “suonarle di santa ragione” riporta alla triste condizione delle donne maritate, di “qualche” anno fa.L’usanza in questione consentiva al marito di richiamare all’obbedienza la moglie, mediante un bastone, denominato, appunto, ragione che, a volte, era accompagnato dall’aggettivo “santo”, come sinonimo di “giusto”. Pare che tale atteggiamento di predominanza di genere non fosse tenuto solo da mariti delle nostre contrade. Ci sono resoconti di antropologi ed etnologi che confermano come simili atteggiamenti siano stati tenuti da maschi di altre nazioni e continenti: chi con la frusta, chi con un ramo di salice o altri strumenti ritenuti idonei, la consorte veniva “riportata alla ragione”. Nelle Marche lo strumento utilizzato per esprimere il ruolo dominante che era svolto dal marito ovvero la “ragione” faceva addirittura parte del corredo nuziale e, in certi casi, era tramandato di generazione in generazione dal padre della sposa al futuro genero per proseguire nell’educazione di subalternità della donna che, nonostante da figlia diventasse moglie, doveva essere egualmente formata in continuità attraverso le istruzioni che il padre trasmetteva al coniuge della figlia. Riflettere sulle vecchie usanze ci aiuta a capire come le donne abbiano percorso un faticoso viaggio verso la parità di genere, ma il fatto che la ragione continui a vivere nelle espressioni linguistiche ammonisce al contempo che il viaggio è finito e che le disuguaglianze non sono state definitivamente sconfitte e che altri ostacoli si frappongono tuttora e ricadute sono sempre in agguato. (notizie sulla “ragione” sono state desunte: Raffaele Corso, Rendiconti, vol. XII, anni 1941-1949), Istituto Marchigiano di Scienze Lettere e Arti, Ancona, 1950).
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