Uno studio condotto da ricercatori di Università statunitensi e britanniche mostra che, se non si inverte l’attuale tendenza al riscaldamento globale, le condizioni ambientali sulla Terra ritorneranno a quelle sperimentate nell’Eocene. Ma allora l’uomo non c’era. DI Annarita Felcini È stato pubblicato il 10 dicembre scorso sulla prestigiosa PNAS (la rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti) lo Studio “Pliocene and Eocene provide best analogs for near-future climates”, condotto da un team di ricercatori di Università statunitensi e britanniche, secondo cui entro il 2030 il clima sulla Terra assomiglierebbe a quello del Pliocene, ultima epoca dell’era cenozoica, compreso tra 5 e 2 milioni di anni fa, mentre al 2150 si retrocederebbe alle condizioni caldo umide dell’Eocene di 50 milioni di anni fa. “Se pensiamo al futuro in termini di passato, dove stiamo andando è un territorio del tutto inesplorato per la società umana – ha affermato Kevin Burke, ricercatore presso il Nelson Institute for Environmental Studies dell’Università del Wisconsin-Madison e principale autore dello Studio – Ci stiamo muovendo verso cambiamenti molto drammatici in un lasso di tempo estremamente rapido, invertendo la tendenza al raffreddamento del Pianeta nel giro di due secoli”. Tutte le specie oggi sulla Terra hanno avuto un antenato che era vissuto durante l’Eocene e il Pliocene, osservano i ricercatori; tuttavia resta da vedere se gli esseri umani, la flora e la fauna che conosciamo possano adattarsi a questi rapidi cambiamenti, dal momento che la velocità è tale che nessun altra forma di vita sul Pianeta l’ha mai sperimentata prima. “Le persone hanno difficoltà a immaginare come sarà il mondo tra cinque o dieci anni – ha sottolineato John Williams professore di Geografia all’UW-Madison, co-autore del nuovo studio – ma noi possiamo usare il passato come metro per capire il futuro, che è molto
Read More »