protezione

Chiama angeli: una dolce protezione

di Benedetta Giovannetti I ciondoli chiama angeli, sono sfere contenenti un meccanismo musicale chiamato xilofono o campanellino che emette un suono armonioso e sottile quando viene scosso. Pare che ogni ciondolo abbia un suono unico e predestinato ad armonizzarsi con la persona che lo indossa permettendogli di entrare in contatto con il proprio angelo custode. Tale ciondolo dunque avrebbe la capacità di evocare l’angelo custode di chi lo indossa e questo angelo lo accompagnerà e proteggerà durante ogni avvenimento della vita. Se regalato in gravidanza va indossato fin dai primi mesi della gestazione e solitamente si dona con una dedica di accompagnamento alla futura mamma, affinché indossandolo lungo la pancia possa rilassarsi e tranquillizzarsi e vivere la propria gravidanza serenamente. Il suono che emana viene percepito dal bambino in grembo che grazie ai movimenti della mamma potrà anche capire l’alternarsi del giorno e della notte. Nato come gioielli dedicato alle mamme, alle gestanti e a chi sta cercando una gravidanza è un gioiello in realtà adatto a tutte le donne, anche le più giovani in quanto è un piccolo portafortuna, in alcuni negozi si può anche trovare un chiama angeli dedicato agli uomini. Il chiama angeli è un ciondolo sferico che secondo la tradizione messicana è un reale e potente portafortuna con proprietà benefiche in grado di proteggere la persona che lo indossa e nel caso delle donne in gravidanza proteggerà anche il bambino richiamando i suoi angeli custodi. Tale ciondolo veniva regalato di madre in figlia quando questa era in dolce attesa.
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Su coccu, l’amuleto delle donne sarde

Usato contro il malocchio e per proteggere i bambini, su coccu in passato veniva regalato da nonne e madrine e tramandato di madre in figlia. di Agnese Mengarelli Su coccu, chiamato anche Pinnadellu o Sabegia, è l’amuleto contro il malocchio più diffuso in Sardegna.Si tratta di una sfera nera liscia, di solito di ossidiana, forata per far passare il supporto che regge due coppelle laterali in lamina o filigrana d’argento.La sua forma rotonda ricorda l’occhio e simboleggia proprio l’occhio buono che combatte quello cattivo. Affinché questo amuleto sia efficace contro il malocchio, su coccu deve essere ricevuto in dono dopo essere stato caricato con i brebbus, ossia le preghiere mistico religiose della tradizione sarda che attivano la sua potente protezione contro il male.  Su cocco è una pietra sacra incastonata spesso nei gioielli di famiglia.In passato le nonne e le madrine lo regalavano alle loro figliocce per poi essere tramandato di madre in figlia attraverso una forte linea matrilineare. L’artigianato tradizionale sardo offre tantissimi modelli: nella zona della Gallura su cocco è realizzato con il corallo rosso, che non solo protegge dagli influssi negativi ma richiama anche l’amore.Inoltre, se ne possono trovare anche in legno, marmo, ambra e in pasta di vetro colorata. In ogni caso, il più diffuso resta su cocco di ossidiana , poiché è una pietra molto usata anche in cristalloterapia proprio per le sue qualità di purificazione e protezione.Veniva montato su spille d’argento che si usavano per appuntare il velo o il corpetto.Le donne sarde lo nascondevano nelle culle, nel passeggino o sotto gli abiti di neonati e bambini per proteggerli dalla negatività delle persone invidiose. Su cocco è infatti uno scudo di difesa: contro il dolore, gli animali velenosi e ovviamente contro ogni tipo di energia negativa.Se su cocco si spezza, diventa particolarmente opaco o

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L’alimento amico delle donne: il latte

Come prevenire l’osteoporosi con il latte. Di Serena Lepri Tolstoj diceva che le donne sono una vite su cui gira tutto e per far sì che la donna sia capace di reggere e sorreggere tutto ciò che la circonda è fondamentale che sia forte. La forza deve esserci nel coraggio, nelle azioni e nei pensieri delle donne ma anche nel fisico. Soprattutto quando la vita di una donna si affaccia verso la menopausa, lei deve saper accogliere questo periodo di profondi cambiamenti con grande forza. La menopausa, purtroppo, porta la donna alla predisposizione di un maggior numero di patologie in quanto viene a mancare il potere protettivo degli estrogeni che la accompagnava fino a ieri. L’osteoporosi è una di quelle malattie da combattere e se ne può prevenire l’insorgenza con un alimento alleato delle donne: il latte. Ormai è largamente conosciuto il binomio calcio–ossa, ma forse non molti conoscono il motivo chimico che c’è dietro questa relazione. Il latte, in realtà, contiene pochissimo calcio rispetto ad altri alimenti. Infatti, 100 g di latte contengono 120 mg di calcio, 100 g di parmigiano ne contengono 1200 mg, cioè oltre 1 g! Vi chiederete, allora, come mai non si consiglia il formaggio per chi ha problemi ossei e/o di malassorbimento di calcio, visto che ne contiene molto di più. La risposta sta proprio nella composizione chimica nel latte, in come è fatto, ovvero nelle interazioni che si instaurano tra il minerale e le altre molecole del latte. Solo per annoverarne una, il latte contiene il lattosio, il suo zucchero per eccellenza, che, nel nostro intestino, viene trasformato in acido lattico. La tanto acclamata flora batterica del nostro colon riesce a creare, a partire dal lattosio, un ambiente relativamente acido, il quale favorisce l’assorbimento del calcio. Nel formaggio, invece, il lattosio non è

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