microchirurgia

Più belle per dimenticare l’isolamento da coronavirus: volano le richieste di “Minilifting”

di A. C. Non solo parrucchiera, manicure e massaggi. Nel “post quarantena” irrompe con prepotenza anche il “ritocchino estetico”. Dopo mesi di reclusione forzata a causa del coronavirus emerge la necessità di sentirsi più belle. E la chirurgia estetica appare come una soluzione molto attraente per frenare i primi segni dell’invecchiamento. Infatti è in crescita esponenziale la richiesta di interventi di “Minilifting” facciale: Questa nuova tecnica di lifting ha una duplice forza: è poco invasiva ed è duratura. L’effetto immediato è un ringiovanimento del viso di dieci anni e non ci sono evidenti segni dell’intervento. Le zone interessate dall’intervento estetico sono il collo, la regione della guancia e lo zigomo. I normali rilassamenti del volto vengono eliminati con un riposizionamento dei tessuti. Le incisioni sono corte e le cicatrici, garantiscono gli specialisti di chirurgia estetica, sono poco visibili. L’intervento avviene in anestesia locale con un normale ricovero in day-hospital. I rischi di complicanze sono ridotti e anche i tempi di recupero del paziente sono molto più rapidi rispetto al lifting tradizionale.
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“La natura geniale”: scienza e ricerca per strumenti e applicazioni del futuro

Il lavoro della Professoressa Barbara Mazzolai parte dall’osservazione delle piante e arriva alla robotica, aprendo scenari di incredibili sviluppi in vari campi di applicazione di Enrica Bobbio Durante un caldo pomeriggio di mezza estate presso La Limonaia Caffè nel Parco del Castello Pasquinia Castiglioncello (LI),in occasione dell’uscita del suo primo libro: “La Natura geniale – come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta”, Ed. Longanesi, abbiamo incontrato l’autrice, Barbara Mazzolai, scienziata e scrittricetra le 25 donne più geniali del settore.  Barbara Mazzolai dirige il Centro di Micro-Biorobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Pontedera e si occupa di robotica bioispirata: ovvero, progetta macchine che migliorano la vita prendendo ispirazione dalle piante.  Biologa con un Dottorato di ricerca in Ingegneria dei Microsistemie un Master Internazionale in Eco-Management alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nel 2015 Robohub, la maggiore comunità scientifica internazionale degli esperti di robotica, l’ha inclusa tra le 25 donne più geniali del settore. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti quali il Premio Marisa Bellisario e la Medaglia del Senato della Repubblica Italiana. Nell’ambito del programma europeo FET (Future and Emerging Technologies), che finanzia le idee di ricerca più visionarie, ha coordinato il progetto che ha portato alla realizzazione del Plantoide, il primo robot al mondo ispirato alle radici delle piante, con applicazioni che vanno dall’esplorazione spaziale alla microchirurgia al monitoraggio ambientale. L’idea che muove la ricerca diBarbara Mazzolai è di non guardare tanto alla velocitàquanto all’efficienzae al dispendio intelligente dell’energiaa disposizione, per applicazioni in campi che vanno dalla medicina all’archeologia.  Con il suo primo libro “La natura geniale”, ci racconta cosa possiamo copiare da organismi privi di occhi e di possibilità di movimento per provare a salvare il nostro pianeta. Ascoltandola si assapora la sua competenza, passione ed acuta osservazione, ma soprattutto la sua capacità di osservare il mondo nel suo insieme, caratteristiche proprie del mondo femminile. Il suo primo passo infatti come sottolinea è stato quello dell’osservazione: “più che da una specifica pianta sono partita

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