di Glenda Oddi L’episodio accaduto pochi gironi fa a Ursula von der Leyen è solo la punta di quell’enorme iceberg che prende il nome di sessismo. È un fenomeno trasversale che colpisce donne di qualsiasi estrazione sociale, condizione economica ed età. Tra di esse ci sono grandi ricercatrici e donne d’ingegno che hanno visto defraudati i propri meriti a favore di colleghi maschi, cosa che ha portato alla diffusione del preconcetto che la scienza è qualcosa che appartiene agli uomini. Il fenomeno che ha portato queste donne a divenire dei fantasmi, dimenticate dalla storia e dalla società, è stato talmente forte e diffuso da aver acquisito una denominazione specifica: effetto Matilda. Questa denominazione è stata inventata nel 1993 dalla scienziata Margaret W. Rossiter dal nome di Matilda Joslyn Gage una scrittrice femminista del 1800 che pubblicò l’opera “Woman As Inventor” in cui denunciava il fatto che numerose scoperte scientifiche ed invenzioni fossero in realtà frutto di donne sconosciute che si videro defraudate dei loro meriti da parte di uomini. Tra le grandi donne rimaste nell’anonimato abbiamo: Lise Meitner: scienziata che diede per anni un contributo decisivo per la scoperta della fissione nucleare ma il premio Nobel andò solo al suo collega Otto Hahn; Nettie Stevens: biologa statunitense che scoprì che la determinazione del sesso degli individui è dovuta alla configurazione dei cromosomi. Il riconoscimento e la fama, però, andarono solo ad un altro ricercatore che fece la scoperta contemporaneamente a lei; Alice Augusta Ball: chimica statunitense che scoprì quello che rimase fino agli anni quaranta il più efficace trattamento contro la lebbra. Morì però precocemente prima di riuscire a pubblicare i risultati delle sue ricerche e il presidente della sua università decise di pubblicarli a suo nome senza neanche citare la ragazza…Oltre queste ce ne sono davvero tante altre. Sono
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