Le guaritrici di campagna con le loro formule e gesti sacri hanno attraversato i secoli, ma sono ancora vive e operanti nella società di oggi. Le segnature erano un antico rito di cura praticato nelle campagne di tutta Italia che, pur nascendo nel contesto di una civiltà contadina ormai tramontata definitivamente, ancora oggi vede molte donne attive in questa antica arte. In passato ci si affidava a queste guaritrici di campagna per essere curati in seguito a cadute, Herpes zoster, bruciature o storte. Non solo, le segnature erano usate anche per ritrovare le cose perdute, calmare le tempeste o gli incendi, per eliminare la paura e soprattutto per scacciare il malocchio. Fino agli anni Cinquanta, in quasi tutte le famiglie contadine almeno una donna conosceva uno dei tanti rituali per togliere il malocchio, rimedio utilizzato per curare diversi disturbi, fra cui mal di testa, capogiri, difficoltà a dormire, nervosismo, esaurimento fisico e psicologico oppure malesseri di origine non ben precisata. Le segnature erano un’arte di guarigione affidata prevalentemente alla donna per la sua vicinanza ai segreti del corpo, proprio e altrui, che consente un punto di accesso privilegiato ai misteri del divino. L’atto della segnatura prevede la recitazione spesso in dialetto di alcune formule e preghiere specifiche (tenute gelosamente segrete) accompagnate da una gestualità simbolica che di solito prevede la ripetizione del segno della croce (da qui il nome di segnature), pur con importanti correlazioni con un passato di matrice pagana. All’interno della comunità contadina questo sapere veniva tramandato fra consanguinei, per esempio da nonna a nipote, madre e figlia, o da suocera a nuora. Le formule non si possono tramandare a chiunque perché il segnatore perderebbe i propri poteri per un anno, insieme a chi gliele ha insegnate e a chi le ha apprese da lui. Il “passaggio di
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