Europa

Una italiana alla guida dei Monuments Men

Anna Bottinelli, 32 anni è la nuova Presidente dell’istituzione che opera per la restituzione ai legittimi Paesi d’origine delle opere d’arte trafugate durante la II Guerra Mondiale. di Alberto Piastrellini Giovane, preparatissima, italiana e molto agguerrita: è Anna Bottinelli, recentemente eletta nuovo Presidente della Monuments Men Foundation for the Preservation of Art con sede a Dallas (Texas). Una carriera folgorante per la giovane fiorentina che vanta un cursus studiorum di tutto rispetto a partire dalla Laurea cum laude in Storia dell’Arte alla John Cabot University di Roma, quindi il Master in Storia dell’Arte al Courtauld Institute of Art di Londra prima di approdare nella Fondazione americana nel 2014 dove ricopre, dal 2017, il ruolo di Direttore della Ricerca.  Ha anche lavorato come consulente per “Hunting Nazi Treasure”, una serie di documentari investigativi in ​​otto parti prodotta da Saloon Media nel 2017. Il programma continua in onda su American Heroes Channel di Discovery,History Channel-Canada e Canale Focus in Italia, con ulteriori future trasmissioni pianificate a livello internazionale. Ora, alla guida della più nota istituzione mondiale impegnata nel recupero e restituzione delle opere d’arte trafugate dai nazisti durante la II Guerra Mondiale, la giovane accademica italiana avrà l’opportunità di contribuire alla ricerca di tante opere d’arte ancora celate restituendole ai Paesi legittimi proprietari e alla pubblica fruizione dopo oltre 70 anni di oblio. Un compito entusiasmante per una appassionata dell’Arte, che va ad aggiungersi alla fila dei tanti – spesso sconosciuti eroi – che, proprio in tempo di Guerra si adoperarono, in segreto, ad anche a sprezzo della vita, per difendere il favoloso patrimonio artistico europeo dalle trafugazioni operate dai nazisti con l’ordine di Hitler. Benché la sua fondazione risalga solo al 2007 la Monuments Men Foundation for the Preservation of Art ha una storia avventurosa che parte nel 1943 quando il 23 giugno, l’allora Presidente degli Stati Uniti, Franklin Delano Roosvelt (Hyde Park, 30 gennaio 1882 – Warm Springs, 12 aprile 1945) approvò la costituzione della Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti

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Mercatini di Natale 2019: quali visitare in Italia e in Europa

Dall’Alto Adige a Dresda: ecco i migliori mercatini di Natale 2019 dove immergersi, completamente, nell’atmosfera natalizia. di Anna Rita Felcini Sembra strano dirlo ma ormai ci siamo: manca poco meno di un mese al Natale, e in Italia e nel resto dell’Europa i mercatini a tema stanno prendendo forma. Paesaggi suggestivi. Vette innevate. Luci multicolore che riscaldano il clima gelido dell’inverno. E ancora, baite in legno, cadeaux festanti, bibite fumanti e cibi della tradizione. I mercatini natalizi sono una realtà molto antica, nel panorama europeo, che ha preso piede in Italia a partire dagli Anni ’90 attestandosi come una tra le abitudini imperdibili per tutti gli amanti delle festività natalizie. Come disse Fabrizio Caramagna, grande studioso e scrittore di aforismi: “Mercatini di Natale. E la città odora d’inverno, di vin brulé sulle bancarelle. Di sciarpe avvolte intorno al collo, di regali da acquistare e di strade mai viste”.  Vediamo allora insieme quali sono i mercatini natalizi più belli d’Europa e d’Italia, mete di visitatori da ogni parte del mondo.  Il mercatino di Natale a Dresda, il più antico e visitato Il mercatino di Natale a Dresda è il più antico che la storia odierna possa raccontare. Strielzemarkt, questo è il nome di origine, è nato nel 1434. Nel centro storico della città, in piazza Altmarkt, negli stand “dalle tegole rosse” potrete assaggiare i dolci tipici della città: lo Strietzel e il Dresdner Chrisstollen, oltre che perdervi nelle coloratissime e originalissime bancarelle con tutte le novità del Natale. Dal 27 novembre al 24 dicembre 2019. I mercatini di Natale a Innsbruck Si svolgono nel centro storico nel quale spicca il famoso Tettuccio d’Oro “Goldenes Dachl”, il cinquecentesco simbolo della città, circondato da palazzi medievali ricchi di elaborate facciate. Imperdibili le degustazioni di specialità tradizionali quali le frittelle dolci, le “Kiachln”, e

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Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile

La Commissione Ue celebra l’evento ricordando dati e iniziative di contrasto ad un problema ancora troppo sottaciuto e nascosto, purtroppo ben più diffuso di quanto si immagini. Di Alberto Piastrellini Oggi, 6 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile, istituita dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Usanza raccapricciante e ancora troppo diffusa in alcuni Paesi del mondo, purtroppo eseguita, spesso in casa o comunque in strutture ove non è possibile garantire alcun controllo igienico o medico, anche in Occidente, ovviamente di nascosto. Le stime, proprio per questo molto indicative, indicano come nel mondo oltre 200 milioni di donne (500.000 nella sola Europa) siano state sottoposte a queste pratiche che nulla hanno a che vedere con la salute del corpo o con il benessere, rientrando nel nebuloso e tutto soggettivo territorio della tutela dell’onore e della tradizione. Al ritmo attuale, si teme che di qui al 2030, altri 68 milioni di giovani ragazze dovranno subire questo trauma nei Paesi ove tali azioni sono praticate abitualmente (e quindi più o meno censibili). Ricordiamo che sotto la denominazione di mutilazione genitale femminile rientrano tutta una serie di operazioni che vanno dall’escissione parziale a quella completa dei genitali femminili esterni; dalla rimozione parziale o totale del clitoride alla rimozione di piccole e grandi labbra, sino al restringimento dell’apertura vaginale con la sutura successiva alla rimozione delle parti esterne. Si possono ben immaginare le conseguenze invalidanti fisiche e psicologiche nel breve e nel lungo periodo per chi subisce tali operazioni senza contare i rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti non chirurgici e dall’operato di persone non professioniste in campo medico-chirurgico. In occasione della Giornata Internazionale l’Alto rappresentante

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