cannella

Liquore all’arancia

di Benedetta Giovannetti Un liquore facilissimo da preparare, perfetto anche come idea regalo dal gusto dolce ma non troppo alcolico perfetto come digestivo dopo i pasti. Buonissimo se servito freddo quando fa caldo e apprezzato da tutti anche nei periodi più freddi dell’anno. La preparazione non è difficile ma il periodo di macerazione risulta lungo. Ingredienti 1 litro di alcool alimentare 90°8 arance non trattate o biologiche1 litro di acqua 800 grammi di zucchero semolatoA piacere cannella o chiodi di garofano per aromatizzare (non sono obbligatori se non piacciono) Per prima cosa lasciate in infusione la scorza delle arance nell’alcool, quindi prendete ogni arancia, lavatela e asciugatela bene e con uno spela patate o con un coltellino affilato prelevate la scorza facendo attenzione a non prendere la parte bianca. Mettete le scorze in un contenitore a chiusura emetica o a vite e ricoprite le scorze con l’alcool. Lasciate macerare lontano dalla luce e in un luogo fresco per almeno due settimane, ricordandovi di agitare il contenitore ogni giorno. Passate le due settimane noterete che la scorza è completamente bianca e che il colore e gli oli essenziali della buccia sono nell’alcool che ha assunto un bel colore arancione. Adesso è il momento di preparare lo sciroppo con acqua e zucchero. In un pentolino portate a bollore l’acqua con lo zucchero mescolando di tanto in tanto, poi abbassate la fiamma e fate cuocere per 10 minuti. Lasciate raffreddare completamente. Quando lo sciroppo si è freddato uniteci l’alcool facendolo filtrare da un colino a maglie strette. Mescolate bene e poi imbottigliate. Aspettate almeno un mese prima di consumarlo e se lo volete avere sempre fresco conservatelo nel freezer.
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L’Albero di Natale: il simbolo più magico delle feste

Dalle tradizioni precristiane alla sua diffusione globale, scopriamo insieme i segreti dell’oggetto più iconico e stiloso del Natale. di Berthina von Fliesen Opulento, discreto, monocromatico, multicolor, di design, tradizionale, ecologico, sintetico… ma che Natale è senza Albero di Natale? Proprio in questi ultimi giorni, come vuole la tradizione, almeno in Italia, tra il 6 (San Nicola), il 7 (Sant’Ambrogio) e l’8 dicembre (Immacolata Concezione), nelle nostre case si va ad allestire il simbolo per eccellenza del Natale che, nell’immaginario collettivo globale si è imposto come oggetto di cultura di massa superando persino il Presepe. Sì, perché se a quest’ultimo, salvo rare e spesso importanti eccezioni, è riservata la calda intimità domestica, l’Albero di Natale moltiplica la sua presenza decorando giardini pubblici e privati, piazze, luoghi di ritrovo, uffici, androni di palazzi, vetrine e centri commerciali in un tripudio di lucine colorate e decorazioni. Ma come è nata questa tradizione?  Vediamo di scoprirlo insieme. Innanzi tutto occorre tener presente che l’albero di Natale, generalmente è una conifera, un sempreverde, un rappresentante di quel gruppo di alberi che hanno evoluto la capacità di conservare la parte fogliare (in questo caso gli aghi) anche durante la stagione fredda quando tutte le altre piante si spogliano. Questa capacità di mantenersi vivo in un periodo in cui il resto della natura sembra addormentato deve aver inspirato i primi uomini delle popolazioni europee che certamente hanno ravvisato in questo potere una qualche virtù sacra o un attributo divino.Peraltro in tutte le culture antiche vi sono piante e alberi consacrati a questa o quella potenza spirituale. Di qui la tradizione di addobbare con oggetti votivi, nastri e fili di tessuto colorato i rami dell’abete rosso e dell’abete bianco durante i giorni che precedono il solstizio d’inverno, data particolarmente significativa che simboleggia il ritorno della Luce e la

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