benessere

Tortino di asparagi intelligente

le molecole benefiche degli asparagi di Serena Lepri Primavera significa asparagi! Ma lo sapevate che gli asparagi sono in cima alla lista del piccolo numero di colture in una futuribile colonia su Marte? Anche se per questa ricetta si sono utilizzati degli asparagi terrestri, ci piace pensare che questo tortino un domani possa essere gustato anche delle popolazioni marziane. Può essere un ottimo secondo+contorno alternativo, magari di un pranzo domenicale, gustoso e primaverile. Chi li va a cogliere in maniera fai-da-te o chi li compra dal fruttivendolo, deve sapere che questi fusti che mangiamo sono ricchi di ferro ma anche vitamine C e K, quest’ultima necessaria per la fisiologica coagulazione del sangue. Ma, se si parla di asparagi, si deve soffermare l’attenzione sulla quercetina, un flavonoide “smart”, ovvero intelligente, capace di influenzare la longevità. Detta così sembrerebbe quasi un’affermazione di una guru più che di una Biologa Nutrizionista, ma è proprio così: non si tratta di magia ma solo di scienza! Infatti, questa molecola intelligente sembra raggiungere la doppia elica del DNA che avviluppa i filamenti con le informazioni su ciò che siamo o ciò che potremmo diventare e lo influenza. In questo modo, la quercetina diventa una molecola in grado di interagire con il nostro materiale genetico e di modificare, in questo caso migliorando, l’informazione che porta, senza alterarne la sequenza in basi. In più, la quercetina sembra salvaguardare la salute del cuore. Detto ciò, non si può che provare a preparare questo tortino smart-marziano! Ingredienti per il Tortino di Asparagi: 1 mazzetto di asparagi (a seconda della teglia che si vuole usare si possono usare anche più mazzetti, naturalmente raddoppiare il resto delle dosi di conseguenza) 250 g latte parzialmente scremato 25 g farina Sale q.b. Noce moscata q.b. Parmigiano q.b. Sbollentare gli asparagi per 3-4 minuti in

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Cioccolatini di San Valentino

le molecole degli innamorati Di Serene Lepri “Buon San Valentino, amore! Ecco in regalo per te una valanga di triptofano e capsaicina! Ti amo!” Ecco cosa potreste dire presentando il regalo di San Valentino per il vostro “lui”: cioccolatini home made al peperoncino e zenzero. La ricetta? Eccola qui sotto, più facile che mai! Un presente non solo per il gusto, ma anche per il benessere! Sì, perché il cioccolato presenta tante molecole amiche del nostro organismo. Per esempio, quando si ha un debole mal di testa, soprattutto dopo il lavoro, degli esami o dopo delle situazioni stressanti, è consigliato mangiare un po’ di cioccolato come medicina!  Infatti, il cioccolato contiene una molecola chiamata triptofano. Lei è capace di farci passare questo fastidio andando ad aumentare la sintesi di serotonina, un neurotrasmettitore presente naturalmente nel nostro corpo e responsabile di provocare in noi una sensazione di benessere. Non a caso è anche conosciuta come l’ormone della felicità del buonumore! Infatti, la serotonina viene anche prodotta da noi naturalmente quando ci amiamo, quando ci baciamo e ci abbracciamo. Non dimentichiamo che in questa ricetta c’è anche il peperoncino che, grazie alla capsaicina, è conosciuto da millenni per le sue particolari proprietà… Avete capito, no? Ingrediente perfetto per la festa degli innamorati! Provare per credere! Ingredienti: 200 g cioccolato fondente 3 cucchiaini zucchero a velo peperoncino qb zenzero qb Sciogliere a bagnomaria il cioccolato e aggiungere successivamente lo zucchero a velo. Mescolare il tutto e aggiungere una spolverata di peperoncino e una di zenzero. Infine versare il composto negli stampini per cioccolatini e far raffreddare in frigorifero per almeno 4 ore. Confezionare i cioccolatini in un cartoccio realizzabile con carta forno, ma potete anche incartare ogni singolo cioccolatino con la carta stagnola e poi metterli in un grazioso sacchettino. Buon San Valentino a tutti gli innamorati!
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Lavanda: il profumo del relax e della memoria

I mille volti di un genere vegetale da sempre utilizzato per le virtù benefiche delle sue sostanze caratterizzanti; dal corpo alla casa, sino alla pittura. Di Alberto Piastrellini Pochi profumi al mondo hanno il pregio di aver accompagnato l’esistenza quotidiana di generazioni intere di persone in territori vastissimi e geograficamente lontani. Certo, le resine vegetali e i vari tipi di incenso usati in varie cerimonie, non solo quelle religiose, ne hanno decretato la diffusione globale, ma fra i tanti doni preziosi che la Natura ci offre dal punto di vista delle sensazioni olfattive, la Lavanda, rappresenta il profumo per eccellenza.Da sempre è sinonimo di pulizia, benessere, pace interiore e per le sue innumerevoli virtù che vanno ben al di là del semplice aroma viene utilizzata per varie preparazioni, anche gastronomiche: sciroppi, dolcibiscotti, gelati, ecc.. Senza contare che la lavanda (o meglio il suo prezioso olio essenziale) viene ampiamente utilizzato, non solo nella cosmetica (shampoo, bagnischiuma, creme, tonici per il viso, acque di profumo) ma anche nell’industria chimica dei prodotti per l’igiene della casa. Le qualità della lavanda, poi, non si fermano qui, infatti, l’olio di lavanda è anche un apprezzato diluente per colori ad olio usati nelle belle arti, ove oltre al suo caratteristico e gradevole odore conferisce ai colori un impasto morbido che deriva dalla sua volatilità molto lenta. Andiamo a conoscere meglio questa pianta, o meglio questo genere di piante (Lavandula) cui appartengono numerose specie. Innanzi tutto, il nome: fissato nel ‘700 da Carl Nilsson Linnaeus medico, botanico, naturalista e accademico svedese, a cui si deve la paternità della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Linneo adotta quello suggerito anni prima dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort che, a sua volta si era ispirato al gerundivo latino del verbo lavare: lavandus, lavanda, lavandum che designa ciò che

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Gentil sesso e dolci tentazioni

Alla scoperta di un cliché alimentare tra bisogno fisiologico, ricerca del benessere e attrazione fatale. Di Alberto Piastrellini “Io sono innamorato di tutte le signore che mangiano le paste nelle confetterie” I versi che aprono e chiudono questa divertente poesia di Guido Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) pur riferendosi ad un mondo scomparso di prurigini e pudori celati sotto velette e crinoline all’apice della Belle Epoque, illustra benissimo il rapporto quasi carnale che lega indissolubilmente l’universo femminile alla pasticceria, tanto quella consumata, quanto quella prodotta in casa. L’immagine della mamma che prepara una torta; della nonnina che sforna i biscotti; così come delle amiche che si ritrovano per un tè con annessa dovizia di golosità proprio perché luogo comune è divenuta iconica ed abusata anche oggi quando le occasioni, per molte, di mettersi in cucina è diventato un lusso (in termini di disponibilità di tempo), oppure un’ostentazione modaiola con annessa gara alla cerca del robot più performante. La stessa idea di festa e di abbondanza sottese alla produzione di un dolce fatto in casa, retaggio di un tempo in cui, per molti, la piramide alimentare si fermava alla base, è oggi abbondantemente superata dalla disponibilità illimitata di fonti di zuccheri semplici e complessi e dallo sperpero che, almeno in Occidente si fa di prodotti dolciari industriali e non. Eppure, c’è una complessa serie di ragioni per le quali femminilità e dolci vanno a braccetto. Cerchiamo di scoprirne qualcuna. La soglia di percezione del dolce è la più alta rispetto a quella degli altri gusti (amaro, aspro, salato, umami) e sembra che la sensibilità verso gli zuccheri in generale sia piuttosto antica in termini evoluzionistici, non è un caso che i neonati preferiscono soluzioni che presentano una concentrazione più alta di lattosio, lo zucchero già presente

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YOGA, benessere interiore o piacere estetico?

Disciplina millenaria ormai praticata in tutto il mondo non solo per i suoi benefici fisici e mentali ma anche business che attira sempre più persone. Di  Eleonora Sbaffi   Lo Yoga, disciplina orientale per eccellenza, è sempre più praticato in Italia, tanto che da gennaio 2018 è iscritto al registro nazionale CONI delle Discipline Sportive divenendo, quindi, uno Sport Nazionale riconosciuto a tutti gli effetti.   Nasce in India come disciplina benefica, per raggiungere l’equilibrio fra corpo e mente proprio in un ambito culturale ove le due cose, a differenza dell’Occidente, sono strettamente connesse e, nel tempo, anche grazie alle esperienze dei “pionieri” europei del primo ‘900 e dell’esplosione oriental-spiritualista degli anni ’60, negli ultimi anni diventa una vera e propria filosofia di vita che per taluni sfocia in un vero e proprio stile.   Sono infatti, sempre di più le persone che iniziano a praticare le diverse discipline dello Yoga; solo in Italia si stima che sono circa 2 milioni i praticanti.   Qual è la ragione di questa diffusione? Quali benefici apporta al corpo e alla mente? Con la sola pratica dell’asana, ovvero la branca dell’Hatha Yoga che si basa su determinate posizioni del corpo, sono diversi i miglioramenti a livello fisico che possiamo notare: miglioramenti della postura, allungamento dei muscoli e aumento della flessibilità articolare. Anche il tono dei muscoli migliora visto che si lavora in modo isometrico, ovvero, contraendo i muscoli in posizioni statiche.   Le asana sono tutte accompagnate da una respirazione alternata molto precisa. Ciò provoca effetti sull’umore e sulla concentrazione; sia mentre si pratica la disciplina, sia nella vita di tutti i giorni. Con il respiro, infatti, si gestisce la parte emotiva e istintiva del nostro corpo che possiamo imparare a conoscere e controllare. Anche l’ansia e lo stress, diminuiscono con un’adeguata respirazione

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