Sara Riello

Classe ’69, Laureata all’Università La Sapienza di Roma in Scienze Naturali, attuale Direttrice del Museo della Migrazione ed Osservatorio Ornitologico di Ventotene.

Di soggiorno sull’isola, ne raccolgo le testimonianza

Nel’92 fa turni di volontariato nel Progetto “Piccole isole”(PPI 1989). 

Enti di concerto: Amministrazione Comunale, Regione Lazio, Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio , guida Centro di Inanellamento

Oggi è nella Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi ISPRA ex INFS) per rilevare problematiche che una migrazione così lunga e difficile, possa generare con alto livello di rischio.

A livello europeo il punto di riferimento istituzionale è Euring (Unione Europea per l’Inanellamento www.euring.org) e l’ISPRA ne è il collegamento di ricerca italiano.

In cifre: inizialmente il progetto su 4 isole italiane Montecristo, Giannutri, Ventotene e Capri) 600 inanellatori ha allargato poi 46 stazioni insulari e costiere  7 paesi (Italia, Spagna, Francia, Malta, Grecia, Israele, Marocco), marcati più di 650.000 uccelli, 212 specie grande biodiversità nelle regioni insulari mediterranee.

Le conseguente sono l’apertura del Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico di proprietà del Comune.

Inanellatrice, la Riello, dai campi scuola trasla verso una vera e propria attività specifica.

Tra l’autunno e l’inverno, Sara segue un progetto didattico per l’Associazione Un camper per la scienza attuato in diverse regioni italiane ma, soprattutto Roma e provincia.

A febbraio opera nel centro per la preparazione al lavoro primaverile: sistema 300 metri di rete; in primavera è il momento di più intenso di lavoro, l’avifauna migratoria, dopo aver volato per dai 500 km ai 1.000, senza interruzione, arriva a Ventotene.

Italia come epicentro di grande interesse scientifico, paese di transizione tra l’Africa e l’Europa, area geografica di estremo.

L’area mediterranea con le sue piccole isole, dona agli uccelli siti atti alla conservazione per poter superare le ostilità del mare” nostro compito assicurare una corretta gestione dei delicati e fragili ambienti insulari”.( S.Tosi , in Introduzione Guida cit)

Ventotene e Santo Stefano, tra ricerca ed inanellamento anche grazie a volontari come Annarita Matrone, oggi sono Zona a Protezione Speciale (ZPS) dell’Unione Europea e l’istituzione della Riserva Naturale Terrestre.

Provenienti dall’Africa, durante il volo, lasciano la Sardegna ad ovest e la Sicilia a sud-est, Ventotene è una sorta di “stazione di sosta”, si riposano, stanno un giorno e quelli che stanno in buone condizioni partono la sera stessa.

Incontrano ambienti disparati anche sfavorevoli, adattamento nel mirino: deserti, montagne, oceani, si nidifica a latitudini settentrionali durante la primavera ed estate per poi svernare in habitat diversi.

Dote genetica facoltà, i piccoli affrontano la prima migrazione della vita, anche senza genitori.

Onore tricolore:gene  scoperto Università di Milano.

A volte cambio di rotta, determinata  dalla scelta di ambienti geografici più consoni , anch’esso carattere genetico.

Caratteristiche fisiologiche e morfologiche  in primis, mangiano in continuazione per accumulare grasso che equivale a scorta di energia, apparato digerente ridotto, muscoli pettorali, sviluppati.

L’inanellatore: soffiando sul piumaggio del corpo, una volta allargato, scopre una parte senza piume e lì rileva quantità di grasso e morfologia dell’intestino e del fegato.

Beccafico-Sylvia borin, specie con il maggior numero di inanellati a Ventotene, predatore per antonomasia: il Falco pellegrino Falco peregrinus brookei, la Quaglia Coturnix coturnix , uccello che veniva catturato sulle Isole pontine sin dai tempi classici con l’Imperatore Augusto, quanto ai tempi della libera caccia.

Dall’intervista all’osservazione in fieldwork Laura Tenuta ascolta le sirene di Ulisse

Per assaporare sul campo l’attività della Riello in visita guidata a largo, osservando la macchia che le numerose Berte sia minori che maggiori, creano stando in gruppo sull’acqua. Quando arriva il buio completo, iniziano una danza nel cielo, emenando un verso particolare ed un po’ inquietante, per poi  raggiungere le terra, dove sono i nidi.

La Berta maggiore Calonectris diomedea è  quella del canto dalle sirene narrato nella nella mitologia da Omero nell’Odissea e del viaggio degli Argonauti.

Inizialmente, queste creature mitologiche, le sirene, erano metà donna e metà uccello, solo nel medioevo diverrà metà pesce.

Il loro canto inquietante,simile al pianto di un bambino, era quello che attirava i marinai verso gli scogli.

Così Ulisse (nelle fonti rinvenute, probabilmente si trovava all’altezza del Circeo, costa di fronte a Ventotene) segue l’ammonimento della maga Circe e mette della cera nelle orecchie dei marinai, lui preferisce ascoltare il canto e si fà legare all’albero maestro.

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