Santippe è conosciuta principalmente come la moglie di Socrate, il famoso filosofo ateniese del V secolo a.C. Nelle fonti antiche è descritta come una donna difficile e litigiosa.
Chi era Santippe
La sua figura è spesso descritta in modo critico nelle fonti antiche, dipinta come una donna dal carattere difficile, ma queste descrizioni devono essere considerate con cautela, data la tendenza degli scrittori antichi a stereotipare le figure femminili.
Le informazioni specifiche sulle origini di Santippe sono scarse. Si sa che era ateniese e che sposò Socrate, con cui ebbe tre figli: Lamprocle, Sofronisco e Menesseno.
Il matrimonio con Socrate la inserì nella cerchia degli intellettuali e dei pensatori di Atene, anche se le fonti antiche tendono a concentrarsi più sulla sua relazione conflittuale con il marito piuttosto che sui suoi tratti personali o contributi positivi verso Socrate.
Santippe è spesso rappresentata come una donna dal temperamento litigioso e problematico. Questa immagine deriva principalmente dai dialoghi di Platone e dalle opere di Senofonte. In particolare, Platone, nei dialoghi “Fedone” e “Simposio“, e Senofonte nei suoi scritti, ritraggono Santippe come una moglie che lamentava continuamente la povertà della famiglia e il disinteresse di Socrate per le questioni domestiche.
Tuttavia, è importante considerare che queste rappresentazioni potrebbero essere esagerazioni o stereotipi utilizzati per enfatizzare la filosofia di Socrate e il suo distacco dalle preoccupazioni materiali. Socrate stesso, come riportato da Senofonte, descrive Santippe come una donna forte e abile nella gestione della casa, riconoscendo implicitamente la sua importanza nel mantenere la famiglia.
Vita domestica e ruolo sociale
La vita di Santippe riflette le difficoltà delle donne ateniesi dell’epoca. Le donne nell’antica Grecia, e in particolare ad Atene, avevano ruoli limitati e poco potere sociale. Erano principalmente responsabili della gestione della casa e della cura dei figli. La loro partecipazione alla vita pubblica era fortemente limitata. In questo contesto, il ruolo di Santippe come moglie e madre era tipico ma reso più complesso dalla natura filosofica e ascetica di Socrate.
La figura di Santippe ha suscitato diverse interpretazioni nel corso dei secoli. Alcuni studiosi moderni suggeriscono che le descrizioni negative di Santippe riflettano più i pregiudizi degli autori antichi che la realtà della sua personalità. La sua figura può essere vista come un simbolo delle sfide affrontate dalle donne in una società patriarcale e del loro ruolo spesso sottovalutato.
Santippe, moglie di Socrate, rimane una figura intrigante e complessa della storia greca. La sua rappresentazione come una moglie dal carattere difficile e litigioso può essere vera, però in parte fu il risultato di stereotipi e pregiudizi dell’epoca. Infatti, la società ateniese era molto patriarcale e una donna dalla personalità forte era malvista. Nonostante ciò, la sua vita offre uno sguardo prezioso sulle dinamiche familiari e le sfide affrontate dalle donne nell’antica Atene. La sua storia, come quella di molte donne dell’epoca, ci ricorda l’importanza di guardare oltre le descrizioni superficiali per comprendere meglio il ruolo e l’influenza delle donne nella storia.
La personalità di Santippe e il suo ruolo nella relazione con il grande Socrate sono stati una fonte d’ispirazione per La bisbetica domata di William Shakespeare.
Santippe, grazie alla sua cattiva fama, non è stata un soggetto amato dagli artisti, infatti, non ci sono pervenuti dipinti o statue dedicate alla sua figura.
È stata spesso raffigurata in caricature negative che la ritraggono mentre umilia e maltratta il marito.
Il marito di Santippe, Socrate, invece, ha ispirato numerosi artisti del passato che ci hanno lasciato splendide opere d’arte da ammirare nei musei o nelle collezioni private.
By Rosa Maria Garofalo