L’OMS Europea avverte: negli alimenti per lo svezzamento e nei cibi per neonati ci sono troppi zuccheri che mettono a rischio la loro salute.
di Anna Rita Felcini
Troppi zuccheri negli alimenti destinati ai bambini sotto i 6 mesi di età. È l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) alla luce di due nuovi studi secondo cui un’alta percentuale di alimenti per l’infanzia, sia dolci che salati, viene commercializzata erroneamente come adatta ai bambini di età inferiore a 6 mesi, mentre al contrario contiene livelli eccessivamente elevati di zucchero, che possono mettere a serio rischio la salute dei bambini stessi.
Gli studi, in particolare, si concentrano sull’alimentazione dei neonati da 0 a 6 mesi e rivelano che circa un terzo degli alimenti verificati presenta oltre il 30% delle calorie totali degli zuccheri. Un dato allarmante che mette in serio pericolo la salute dei bambini, partendo dai primi dentini fino a sviluppare da adulti una preferenza per i cibi dolci, che può condurre a sovrappeso, malattie legate all’obesità come il diabete e altre non trasmissibili correlate all’alimentazione.
Per valutare se i cibi presenti sul mercato sono appropriati per la dieta dei bambini tra i 6 e i 36 mesi, l’OMS ha sviluppato una bozza di modello di profilo nutritivo (NPM). Ha poi confrontato tale modello con le informazioni nutrizionali presenti sugli alimenti in vendita al dettaglio, sulle etichette, sugli imballaggi e sulla promozione in commercio, e infine l’ha presentato agli Stati Membri e alle parti interessate per esaminarlo e discuterlo.
In totale, sono stati raccolti dati su quasi 8 mila prodotti, tra alimenti e bevande, commercializzati per neonati e bambini in 516 negozi di 4 città europee: Vienna, Sofia, Budapest e Haifa tra novembre 2017 e gennaio 2018.
In tutte e 4 le città, una parte sostanziale dei prodotti compresa tra il 28% e il 60%, è stata venduta come adatta ai bambini di età inferiore ai 6 mesi. E, in 3 delle città, risulta che la metà o più dei prodotti fornisce oltre il 30% delle calorie totali degli zuccheri.
Circa un terzo degli alimenti rispetta le linee guida sulla presenza di sale, proteine, grassi e carboidrati, ma in molti c’è troppo zucchero, fino al 70% delle calorie nelle puree di frutta, che vengono aggiunte anche ai cibi salati.
“Molti pasti salati venduti nel Regno Unito e in Danimarca derivano il 15% dell’energia dagli zuccheri totali e le puree di frutta forniscono gran parte del contenuto di zuccheri anche in alimenti dichiaratamente salati” si legge nel rapporto dell’OMS.
Secondo l’Oms tutti gli zuccheri aggiunti, compresi i concentrati di succo di frutta e gli altri agenti dolcificanti, andrebbero vietati negli alimenti per neonati. Nessun cibo dovrebbe contenere più del 5% di puree di frutta, soprattutto i cibi salati. Le bevande e i succhi alla frutta, il latte di mucca e le alternative zuccherate non dovrebbero essere commercializzati come adatti a bambini con meno di 36 mesi.
L’Organizzazione della Sanità ricorda che nei primi 6 mesi di vita i bimbi dovrebbero essere esclusivamente allattati al seno, e che bisogna scongiurare, quanto più possibile e quanto più a lungo termine, la presenza di zuccheri aggiuntivi nella dieta.
“Una buona alimentazione nell’infanzia e nella prima infanzia – ha spiegato la dottoressa Zsuzsanna Jakab, direttore regionale dell’OMS per l’Europa – rimane fondamentale per assicurare una crescita e uno sviluppo ottimali del bambino e migliori risultati di salute in futuro, compresa la prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie non trasmissibili legate all’alimentazione. Solo così si potrà realizzare l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che mira a garantire una vita sana e a promuovere il benessere per tutti in tutte le età”.