Sono creature mitologiche, figlie di Nereo e Doride, incarnano la bellezza, la grandiosità e il mistero delle acque marine.
Chi sono le Nereidi
Le Nereidi, figlie del dio Nereo, divinità greca del mare tranquillo, sono spesso rappresentate come splendide donne giovani, coronate con gioielli marini. La loro pelle assumeva tonalità di blu e verde, mentre i loro lunghi capelli fluttuavano nell’acqua come alghe sospinte dalla corrente. Ogni Nereide era unica nel suo aspetto, ma tutte condividevano la grazia e la nobiltà proprie delle divinità marine.
Come custodi dei mari e delle acque, le Nereidi erano associate a una vasta gamma di aspetti marini. Le varie leggende ci informano che i naviganti dell’antichità, spesso le hanno viste danzare tra le onde, incantando i marinai con la loro bellezza e proteggendo le navi dalle tempeste. Le loro voci melodiose erano note per calmare le acque agitate e guidare i viaggiatori in pericolo verso la sicurezza.
Le Nereidi sono state spesso coinvolte in varie leggende e miti.
La nereide Anfitrite divenne la sposa del dio Poseidone (Nettuno per i Romani), sovrano dei mari.
Teti, la più famosa tra le Nereidi, divenne la madre dell’eroe greco Achille.
Galatea, un’altra Nereide famosa, ha ispirato i più grandi artisti del passato.
Oceanine e Nereidi, differenze significative
Nella mitologia greca, le Oceanine e le Nereidi sono entrambe considerate ninfe marine, ma ci sono differenze rilevanti tra di loro.
Le Oceanine sono associate alla vastità e alla profondità dell’oceano, spesso personificando le sue caratteristiche tranquille e inesplorate. Le Nereidi, d’altra parte, sono spesso considerate più specificamente come compagne e seguaci di Poseidone, il dio del mare.
Le Oceanine sono più numerose e il loro numero varia secondo le fonti mitologiche.
Le Nereidi, invece, sono comunemente considerate cinquanta, anche se il numero esatto e i nomi possono variare leggermente tra le diverse tradizioni mitologiche e le opere letterarie.
Le Oceanine sono spesso raffigurate come figure femminili serene e sono associate alla creazione e alla fertilità dell’oceano. Le Nereidi, invece, sono solitamente rappresentate come giovani donne con capelli ornati di perle, che cavalcano delfini o altri creature marine, spesso in associazione con Poseidone o altre divinità marine, come i tritoni.
In sintesi, sebbene entrambe siano ninfe marine della mitologia greca, le Oceanine sono più ampiamente associate all’oceano stesso, mentre le Nereidi sono più specificamente legate al seguito di Poseidone e ai suoi domini.
Le ninfe Nereidi e la Storia dell’Arte
L’arte greca e romana ha immortalato le Nereidi in una grande varietà di forme, dalle statue e i rilievi nei templi ai dipinti su ceramiche e vasi. Queste rappresentazioni mostrano spesso le Nereidi in pose eleganti e graziose, circondate da creature marine e simboli del mare.
Al Museo Archeologico di Napoli si può ammirare un bellissimo affresco di epoca romana di una Nereide su un cavallo marino. L’opera proviene dall’antica Stabiae, da una parete della Villa di Arianna.
Villa Arianna, del II secolo a.C., è una delle più antiche ville d’ozio (oggi diremmo casa o villa per le vacanze) di Stabia. Assieme ad un’altra villa importante, è parte del complesso archeologico dell’antica Stabiae, ora situata a Castellammare di Stabia.
Il pittore simbolista francese Gaston Bussière nel 1927 ha dipinto la tela intitolata Le Nereidi, oggi il quadro si trova in una collezione privata.
Egli ha rappresentato le Nereidi come giovani e bellissime donne, all’interno di una grotta marina. Le ninfe completamente nude e dai lunghi capelli fluttuanti nell’acqua, sembrano rivolgersi allo spettatore che le guarda ammirato.
La Nereide in primo piano ha coralli e stelle marine che le circondano il capo come un diadema. Altre Nereidi s’intravedono nelle profondità del mare.
Infine, il pittore tedesco Friedrich Ernst Wolfrom ha dipinto una tela raffigurante il dio del mare Poseidone attorniato dalle sue ninfe Nereidi.
L’opera, che fa parte di una collezione privata, s’intitola Poseidone e le Nereidi, datata 1920.
By Rosa Maria Garofalo