Medusa, un personaggio immaginario della mitologia classica
Medusa, una delle tre Gorgoni, un personaggio mitologico dell’antica Grecia che ha influenzato l’arte, come del resto la gran parte dei miti classici greci e romani.
Chi era Medusa
Per un turista che visita Firenze, è quasi un obbligo passare per la splendida Piazza della Signoria e, nella Loggia dei Lanzi, ammirare un capolavoro dell’arte rinascimentale: la statua del Perseo con la testa di Medusa, una scultura del celebre Benvenuto Cellini.
A questo punto è logico domandarsi: chi era Medusa e come mai ha influenzato cosi tanto l’arte figurativa, giacché altri celebri artisti, come il Caravaggio, Rubens, e Bernini hanno rappresentato la Gorgone?
Medusa era una delle tre Gorgoni, figlie del dio marino Forchi e di Ceto, un mostro marino.
Le tre sorelle avevano ali d’oro, mani di bronzo e serpenti per capelli.
Vivevano nell’estremo Occidente e i loro nomi erano Steno, Euriale e Medusa, quest’ultima l’unica a essere mortale fra le tre sorelle.
Lo sguardo di Medusa pietrificava chi osava guardarla negli occhi fissandola e fu il mitico eroe Perseo a ucciderla recidendone la testa.
Morte di Medusa
Il re Polidette di Serifo, una delle isole delle Cicladi, affidò l’incarico a Perseo di uccidere Medusa, in modo da tenere impegnato l’eroe in un’impresa impossibile e avere il campo libero per sposarne la madre, la principessa Danae.
Lo stesso Perseo era un semidio, poiché suo padre era Zeus in persona.
Perseo andò dalle Graie, togliendo loro l’unico occhio e il dente che possedevano in comune, affinché messe alle strette, le Graie non gli indicassero la strada per andare nello Stige, la dimora delle ninfe acquatiche.
Le ninfe gli donarono i sandali alati e una sacca o zaino, oltre all’elmo dell’invisibilità del dio Ade; il dio Hermes (Mercurio per i romani) donò all’eroe un falcetto adamantino.
Secondo altre versione del mito, la dea Atena condusse Perseo a Samo, dove la dea stessa addestrò Perseo a riconoscere Medusa fra le sue sorelle e gli regalò uno scudo lucido come uno specchio.
Perseo si diresse nel luogo, dove vivevano le Gorgoni, chiamato paese degli Iperborei per scovare Medusa e ucciderla.
Servendosi dello scudo donatogli da Atena e con l’elmo dell’invisibilità in testa, Perseo camminando all’indietro per non guardare direttamente in viso l’orrida Gorgone ed esserne pietrificato, riuscì a decapitare Medusa mentre dormiva utilizzando il falcetto adamantino del dio Hermes.
Dal collo reciso di Medusa, sgorgarono il mitico cavallo alato Pegaso e il gigante Crisaore.
La testa di Medusa, insaccata nella magica sacca delle ninfe, fu regalata da Perseo alla dea Atena, che la pose sul suo scudo o egida per terrorizzare e pietrificare i propri nemici.
Il mito di Medusa in Storia dell’Arte
In pieno Umanesimo e Rinascimento, furono riscoperti i classici latini e greci, tra cui il libro Le Metamorfosi di Ovidio.
Questo libro, che narrava i miti della mitologia greca e romana, fu un’immensa fonte d’ispirazione per letterati e artisti.
I committenti delle opere d’arte, decidevano i soggetti delle opere da affidare agli artisti, sia pittori, sia scultori, che di conseguenza in base al loro estro, talento e capacità artistiche, raffigurarono il mito di Medusa.
Oltre alla già citata opera del Cellini visibile a Firenze, un altro scultore si cimentò nel rappresentare Medusa con un busto: il grande Lorenzo Bernini.
Questo busto si può ammirare ai Musei Capitolini di Roma.
Il geniale Caravaggio ricevette invece l’incarico di dipingere la testa di Medusa su uno scudo dal cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte, ambasciatore a Roma del Granduca di Toscana, che poi lo diede in regalo al granduca Ferdinando I De’ Medici.
Quest’opera è visibile a Firenze nel Museo degli Uffizi.
Anche il grande Rubens raffigura la testa mozzata di Medusa in un dipinto che si può ammirare a Vienna al Kunsthistorisches Museum.
By Rosa Maria Garofalo