Maria Perego, dopo aver frequentato la scuola d’arrte drammatica, diventa la “regina” dell’arte figurativa d’animazione
Per chi ha i capelli bianchi e qualche ruga sul viso, Topo Gigio rappresenta un mito della televisione e un riferimento del costume del nostro paese. “Sembra Topo Gigio”, “Parli come Topo Gigio”, “Sei furbo come Topo Gigio”, sono alcune delle frasi diventate proverbiali per “qualificare”, magari in modo irriverente, l’interlocutore. Quel roditore, dalle orecchie grandi e dai baffetti furbi, ha fatto ridere e ha intenerito milioni di spettatori; la frase “ma cosa mi dici mai…”, è diventata una delle più celebri di sempre.
La creatrice di Topo Gigio è stata Maria Perego, nata a Venezia l ‘8 dicembre 1923, mancata a Milano il 7 novembre 2019.
Già negli anni cinquanta la Perego crea personaggi animati per la Tv, come Picchio Cannocchiale, a cui si era ispirata dal cartone “Picchiatello”, il cui nome originale era Woody Woodpecker.
Nel 1957 Maria crea Topo Gigio; parliamo di un periodo in cui il mondo dell’animazione cercava nuovo metodi per fare spettacolo. E la Perego adottò una tecnica nuova, per l’Italia, basandosi sul teatro delle marionette dell’artista cecoslovacco Jiri Trnka, , con la creazione dei movimenti del pupazzo affidandosi ad animatori che, vestiti di nero, con guanti neri, muovevano da dietro il topo di spugna, mimetizzandosi con lo sfondo scuro. Uno dei due animatori che muovevano il personaggio era proprio la Perego.
A dire il vero Maria inventò Topo Gigio con la collaborazione del regista Guido Stagnaro e del marito, Federico Caldura che, con un lavoro artigianale e certosino, diedero vita ad uno dei persoaggi più popolari del nostro paese, ma non solo, visto che il nostro roditore è stato tradotto in ben cinquanta lingue.
Questa creativa veneziana, ha sempre sottolineato l’importanza del burattino nella propria quotidianità: “Topo Gigio è stato la mia vita, l’unica cosa che gli ho impedito di togliemi, è stato il tempo che dedico alla lettura”.
La Perego ha avuto il grande merito di valorizare l’arte di figura, considerata qualcosa di provinciale, roba da fiera paesana. La nostra artista trasformò questo tipo di animazione in una disciplina con una propria dignità, con un proprio spessore, pari al cinema o al teatro.
Topo Gigio non fu un personaggio solo per bambini, ma la sua carattersitica lo portò ad essere una figura di universale attrazione, conducendo programmi televisivi al fianco di miti della Tv. Per esempio, il nostro topo presentava Canzonissima con Nino Manfredi e Walter Chiari. Poi sono celebri i dialoghi con Mina, oppure con Raffella Carrà, verso cui Gigio non mancava di esprimere il proprio innamoramento.
Maria Perego fu anche autrice di canzoni, tra cui proprio “Che tipo di topo sei”, nel 1979, cantata da Memo Remigi.
La Perego aveva un carattere forte, mai disposto ad accettare imposizioni, tanto meno censure, ciò la portò anche ad avere divergenze con la Rai.
La “madre” di Gigio entrò nel mondo dello spettacolo non a caso: nel 1954 si iscrisse alla scuola d’arte drammatica di Venezia, avendo come maestri, Achille Majeroni (il capocomico nel film “I Vitelloni”) ed Ermete Zacconi (attore che introdusse il “Verismo” nel cinema).
Ma cosa pensava Maria Perego del proprio Topo Gigio?: “è un atto di fede muovere dei pupazzi, vestita di nero, senza avere un successo personale -raccontò poco prima di morire alla giornalista di Avvenire, Laura Badaracchi- biosgna amare il genere, capirlo, avere le motivazioni giuste”.
Per finire, è doveroso, dopo questa biografia sulla Perego, citare chi dava la voce al Topo: è Peppino Mazzullo, un attore e doppiatore, che diventò popolare anche per la capacità di imitare le voci delle personalità più famose.