L’alfabeto runico o le rune erano un alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche come ad esempio i Norreni o i Goti.
Le loro origini non sono certe si pensa che derivino da una scrittura appartenente al gruppo delle principali varietà dell’alfabeto italico derivato da quello etrusco.
Le uniche iscrizioni runiche note in Italia si trovano nel Santuario di San Michele arcangelo a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia, e sono riconducibili a pellegrinaggi anglosassoni e al periodo normanno in Italia meridionale.
Il termine norreno run sta ad indicare un significato di segreto e mistero.
Le rune sono graficamente composte da rette e questo dipende dal fatto che spesso le incisioni erano effettuale su pietra, legno o altre superfici dure per questo erano disegnate in questo modo.
Inoltre ha fin da subito manifestato forme diversificate a seconda che l’alfabeto sia usato in area continentale, settentrionale o insulare.
Il loro uso da sempre è stato quello di preveggenza e valore augurale infatti secondo Tacito, nella Germania, i sacerdoti, capi tribù o paterfamilias praticavano sortilegi, leggendo la disposizione di pezzetti di legno su cui erano incise le rune sparpagliate a caso su un telo bianco. Spesso le incisioni avvenivano proprio su strumenti o nel legno delle navi per assicurare virtù soprannaturali a tali oggetti.
Con l’avvento del cristianesimo però nelle popolazioni germaniche è stato introdotto l’alfabeto latino e il codice manoscritto, cambiando così la cultura prima essenzialmente orale.