di Glenda Oddi
La sindrome premestruale è quell’insieme eterogeneo di sintomi che caratterizza la donna nel periodo subito precedente la comparsa della mestruazione. Circa l’80% delle donne soffre di una sgradevole sintomatologia in concomitanza di questo periodo ma per parlare della sindrome in questione deve ricorrere con costanza e avere una tale gravità da alterare la normale vita quotidiana. Pare che solo nel 5% delle donne si possa dunque effettivamente individuare questo disturbo. I sintomi compaiono genericamente tra i 10 e i 7 giorni prima della mestruazione e sono di varia natura, tra i più comuni abbiamo: cefalea, depressione, tensione mammaria, gonfiore addominale, irascibilità ecc. Solo nei casi più gravi può comportare un disagio così forte da compromettere il normale decorso della vita della donna. Malgrado le numerose ricerche portate avanti nel corso degli anni, non è ancora pienamente chiaro quali fattori siano alla sua base. Tra le cause maggiormente sostenute ci sono la deficienza di progesterone, la disfunzione della tiroide, la mancanza di vitamina B6 che influenza la produzione ormonale o anche un origine psicosomatica. Date le numerose e non ancora chiare cause individuate per la sindrome premestruale, ci sono parecchi farmaci che vengono prescritti per poterne attenuare gli effetti. Tra di essi abbiamo la vitamina B6, i diuretici, i progestinici, la pillola contraccettiva…fino ad arrivare, nel caso in cui la paziente non desideri avere figli, alla rimozione delle ovaie. Il controllo dell’alimentazione pare favorisca l’attenuazione dei sintomi. In questo caso è dunque importante limitare l’assunzione di caffeina, di sale e favorire il consumo di alimenti con alto contenuto di potassio e vitamine come la frutta e la verdura.