Il mito di Hollywood svelato e rivelato in “Frammenti”.
“Alla sua morte, gli effetti personali (vestiti, quadri, ogni sorta di documento scritto) andarono a Lee Strasberg, suo mai dimenticato maestro”. Questo quanto riporta la community on-line, “Il piacere di raccontare” a proposito di Marylin Monroe. La pagina web, fondata dalla scrittrice Elena Salem, raccoglie appassionati di scrittura, lettura, arte e cultura in genere ed ha voluto dedicare uno spazio al lato meno noto della Monroe. Il titolo che infatti viene scelto per il ritratto di Marylin è “Un mito da sfatare. Marylin Monroe, un’appassionata lettrice”. Ma chi era Strasberg, insignito del ruolo di “maestro”? Da quanto si è appreso, Strasberg fu un attore e regista teatrale, scomparso nel 1982, al quale si deve l’omonimo metodo che insegna a scoprire e a sostenere la realtà emotiva di un personaggio. Gli attori cioè, attraverso un preciso percorso didattico, usano sé stessi per connettersi con la propria parte più autentica. Ebbene, fu proprio Strasberg a dare lezioni di recitazione alla Monroe. Anche se poi la vita ha voluto assegnargli un compito ben più intimo: quello di custode della parte, forse più autentica, di colei che all’anagrafe era registrata come Norma Jeane Mortenson Baker. È poi la vedova Strasberg a scoprire, tra le cose in custodia, due scatole di dattiloscritti. Un vero e proprio patrimonio costituito da quaderni, diari, lettere e appunti che rivelano una Marylin ben diversa da quella che è stata fatta circolare dai media. Ed è a partire da questo momento che matura l’idea di una raccolta curata dal produttore cinematografico e amico di famiglia Stanley Buchthal e dallo scrittore e sceneggiatore Bernard Comment.
L’infanzia difficile, unita agli smarrimenti dell’adolescenza, segnata dall’assenza di figure genitoriali di riferimento, hanno forgiato un’anima dotata di sensibilità e di profonda capacità di analisi. Insomma tutt’altro dal mito costruitole addosso di bomba sexy svampita e civettuola. Nasce quindi il libro intitolato “Frammenti”, dall’inglese “Fragments” come forse è stata frammentata la vita di questa donna assurta a mito di Hollywood , ma dall’anima sensibile e profonda. L’edizione italiana della raccolta è uscita con la casa editrice Feltrinelli, con prefazione di Antonio Tabucchi e traduzione di Grazia Gatti. E’ lo stesso Tabucchi a dire in prefazione: “questo libro, con tutti i suoi documenti inediti, rivela la complessità dell’anima che stava dietro l’immagine”. Un’immagine che in questo caso, sembra essere molto distante dalla vera natura. Non è un caso quindi che Il termine “persona” discenda dal termine prosopon che indicava la maschera indossata dagli attori dell’antica Grecia. Una maschera, quella di Marylin che sembra essere caduta rivelando tutto un altro mondo rispetto a quello apparente. “Nella sua biblioteca personale – è sempre la Community a scrivere – sono stati ritrovati più di quattrocento libri tra romanzi e saggi”. Testimonianza silenziosa, ma inequivocabile, di una persona alla ricerca, forse anche di un altro sé, per il quale non c’era spazio nel patinato mondo di Hollywood.
Di Maria Teresa Biscarini