La giornalista “ragazzina” che disse di no al suo caporedattore

Gli esordi di Oriana Fallaci nel giornalismo 

“Fin da bambina legge e scrive molto; da grande vorrebbe fare la scrittrice ma i genitori la fanno desistere”. Questo quanto si legge nella galleria giornalistica di ritratti femminili a cura dell’Agenzia Giornalistica “9 Colonne”.  I riflettori sono puntati sulla vita della giovane Fallaci popolata, a quanto ci è dato apprendere, soprattutto di libri. Tra gli autori preferiti va menzionato Jack London noto per aver tracciato atti di coraggio di fronte alla natura selvaggia. “Fin da bambina – prosegue il ritratto tracciato dall’agenzia giornalistica – legge e scrive molto, ma i genitori le mettono in testa che il mestiere della scrittura è “da ricchi e da vecchi”. E visto che lei all’epoca incarnava l’esatto opposto; era cioè giovane e priva di grossi mezzi economici, cercano di convincerla che la carriera giornalistica non fa per lei. 

La giovane Oriana però non si lascia condizionare; consegue la maturità classica e prosegue gli studi: Però contrariamente a quello che si potrebbe immaginare, il percorso accademico scelto è quello di medicina. I mezzi però sono quelli che sono e per mantenersi e non pesare sulla famiglia, la Fallaci si trova un lavoro, già dal primo anno d’iscrizione. Il lavoro che le consentirà di vivere è quello per il quale tutti la conosciamo e per il quale è passata alla storia, ovvero: scrivere. L’occasione ovviamente non le viene calata dall’alto, ma è lei che si presenta direttamente alla redazione del quotidiano fiorentino il “Mattino”. Il contatto con quel mondo la induce al secondo anno di università, ad abbandonare gli studi in medicina per dedicarsi in pieno al giornalismo.

A dispetto della sua giovane età, la Fallaci, sin da subito, fa mostra del suo talento e del suo tratto originale nella scrittura. Ma quel mondo fatto soprattutto di colleghi uomini la etichetta come la “ragazzina”. Lei, dal canto suo, stando a quanto riporta “9 Colonne” aveva invece già ben messo a fuoco che “per riuscire in un mondo di uomini doveva essere la più brava”. Così, citando testualmente, la giovane Fallaci “rilegge e riscrive i suoi pezzi molte volte, divora i grandi romanzi e accetta di scrivere di tutto, dalla cronaca nera al costume. Non rifiuta mai un compito, tranne una volta”. Il grande rifiuto avviene in occasione di un comizio di un noto leader politico. “Il suo caporedattore – scrive “9Colonne” – le chiede un pezzo “cattivo e divertente” ma Fallaci risponde che prima avrebbe ascoltato il comizio, poi avrebbe deciso come trattarlo”. Il risultatosi tradusse in un licenziamento in tronco. “Nessuno è mai riuscito a farmi scrivere una riga per soldi- è lei stessa a dire – tutto ciò che ho scritto nella mia vita non ha mai avuto a che fare con i soldi”. E la chiamavano “ragazzina”! Semmai “ragazzina prodigio” verrebbe da dire.

Di Maria Teresa Biscarini

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