di Glenda Oddi
Il pino mugo (noto anche come “pino nano”) è una delle piante maggiormente incontrate dagli amanti del trekking. È infatti una delle poche piante in grado di crescere a quote elevate (vive tra i 1.500 e 2.600 metri). Appare come un cespuglio non molto alto che però è capace di creare, insieme ad altri esemplari, una fitta barriera difficile da oltrepassare. Per questo motivo costituisce un’efficace elemento di protezione da slavine e frane anche nei terreni più inclinati. È una pianta sempreverde che viene definita “pino” proprio perché caratterizzata dai tipici aghi di questo genere vegetale al posto delle foglie. Pochi sanno che il pino mugo è una delle piante officinali più preziose ed è protetto dalla legge. Possiede importanti proprietà espettoranti e antinfiammatorie. I suoi principi attivi si ricavano prevalentemente dagli oli contenuti nei suoi rami. Sono molto utilizzati in fitoterapia anche le sue gemme e i suoi germogli. Gli oli ricavati da essi possono essere impiegati, in virtù sempre delle loro proprietà espettoranti ed antinfiammatorie, per via aerea (col fine di liberare le vie respiratorie), sciolte nella vasca con acqua calda (così da respirarne i fumi), o frizionati sul corpo per alleviare i fastidi dei reumatismi e attenuare il dolore. Le sue proprietà benefiche lo fanno annoverare anche tra i fiori di Bach. Il pino mugo ha anche un gradevole odore, per questo è molto sfruttato nella creazione di profumazioni ambientali. Il suo ultimo campo di utilizzo è in cucina con la creazione attraverso le sue pigne di grappe, sciroppi ed oli caratteristici delle aree montane. Il pino mugo è tutelato dalla legge, per questo sono raccoglibili solo le sue pigne.