Tra le figure leggendarie della mitologia greca spicca Echidna, una creatura ibrida, metà donna e metà serpente, la cui storia affonda le radici nei più arcaici racconti dell’antica Grecia.
Chi era Echidna
Figura complessa ed enigmatica, Echidna incarnava l’essenza stessa della paura e della meraviglia che i greci antichi nutrivano per il mondo oscuro e misterioso.
Echidna è stata descritta come una creatura ibrida, bellissima donna nella parte superiore del corpo e serpente dalla vita in giù.
Le sue origini erano avvolte nel mistero, ma secondo alcune fonti era figlia di Forco e Ceto, due divinità primordiali associate al mare e alle creature mostruose.
Altre leggende, invece, suggeriscono che fosse figlia di Crisaore e di Callirroe. Indipendentemente dalle sue origini, Echidna è stata associata a una vasta gamma di creature mostruose che ha generato con vari partner divini e creature terrene.
Nella caverna in Cilicia, datale come dimora dagli dei, generò con Tifone una serie di mostri, tutti legati al mito di un eroe.
Nella geografia antica, la Cilicia formava un distretto sulla costa sudorientale dell’Asia Minore, a nord di Cipro.
Tifone, partner di Echidna, era un essere mostruoso come lei, figlio di Gea e di Tartaro.
Era alato, e cento teste di serpente gli coprivano il dorso, al posto delle gambe aveva dei draghi attorcigliati.
Echidna è nota, quindi, per essere stata la madre di una serie di creature leggendarie e terrificanti, tra cui il drago Ladone, che vegliava sulle mele d’oro del Giardino delle Esperidi, e il drago della Colchide, che custodiva il Vello d’Oro. Tra i suoi altri figli, vi erano la Sfinge, i cani Cerbero e Ortro, il leone di Nemea, l’idra di Lerna e la Chimera. Questi mostri hanno avuto un ruolo rilevante nelle leggende e nelle imprese degli eroi greci, offrendo sfide formidabili da superare.
Echidna è stata coinvolta in un incontro con il leggendario eroe Eracle, il quale ha dovuto affrontare diversi dei suoi discendenti mostruosi durante le sue celebri “Dodici Fatiche”. Nonostante la sua prole spaventosa, però, Echidna stessa non è stata al centro delle storie mitologiche.
Simbologia di Echidna
Echidna rappresenta dunque l’incarnazione dell’oscurità e della minaccia nell’universo mitologico greco. La sua prole mostruosa simboleggia i pericoli e le sfide che gli esseri umani devono affrontare nella vita, così come i loro timori più profondi e le forze oscure che minacciano l’ordine e la stabilità del mondo. Comunque, può anche essere vista come una figura madre, responsabile della creazione e della cura dei suoi discendenti, anche se essi sono creature terribili e mostruose.
Nonostante la relativa oscurità delle fonti mitologiche, Echidna ha lasciato un’impronta duratura nella cultura occidentale. Il suo nome è stato adottato per denominare un genere di mammiferi monotremi che includono l’echidna australiana, uno dei pochi mammiferi capaci di deporre uova. Questo collegamento biologico offre un’interessante connessione tra la mitologia antica e la scienza moderna.
In definitiva, Echidna rimane una figura affascinante e spaventosa della mitologia greca, simboleggiando le forze oscure e le sfide che gli esseri umani devono affrontare nel loro viaggio attraverso la vita.
Echidna e la Storia dell’Arte
Non ci sono molte rappresentazioni di Echidna in Storia dell’Arte, considerando che, come creatura mitologica, non è stata direttamente al centro di storie come protagonista.
Invece la sua prole mostruosa ha ispirato molti artisti, tra pittori e scultori.
Una rappresentazione di Echidna si trova in Italia, nello splendido Parco dei Mostri di Bomarzo in provincia di Viterbo. Noto anche come Villa delle Meraviglie, è un complesso monumentale italiano. Questo parco naturale è adornato da numerose sculture in peperino risalenti al XVI secolo, che raffigurano animali mitologici, divinità e mostri.
Una di queste raffigurazioni mitologiche riguarda proprio Echidna.
Echidna è rappresentata come una colossale figura femminile con due code serpentine al posto delle gambe, richiamando l’iconografia medievale delle sirene. Accanto a lei, la Furia si presenta come una figura femminile con coda e ali di drago. Tra le due statue, si trovano due leoni accucciati, simbolo di forza e potenza, entrambi figli di Echidna e parte dello stemma di Viterbo.
Naturalmente, il soggetto mitologico di Echidna è stato ripreso dalla Digital Art che la rappresenta come una bellissima donna, composta di una parte umana e per l’altra metà nelle sembianze di un grande serpente.
By Rosa Maria Garofalo