Personaggi femminili della mitologia greca, sono citate da Omero nell’Iliade e da Esiodo nella sua Teogonia.
Chi erano le Oceanine
Le Oceanine, figlie di Oceano e di Teti, erano le ninfe dei mari, rappresentate come belle e fiorenti fanciulle, con la lunga chioma adornata di fiori e disciolta sulle spalle, colte di solito nell’atto di danzare, di bagnarsi o di attingere acqua.
Le Oceanine avevano trecento fratelli, i cosiddetti Potamoi, divinità maschili dei fiumi.
Esiodo, poeta greco antico vissuto tra la metà del secolo VIII e il VII a.C., ne annovera tremila, però riporta il nome solo di quarantuno Oceanine.
Le Oceanine svolgevano diversi ruoli all’interno del panorama mitologico greco. Da una parte, erano considerate custodi e protettrici dei mari, vegliando sulle acque e sulle creature che le abitano. D’altra parte, incarnavano la bellezza e la forza incontrollabile degli elementi naturali, simboleggiando la dualità della natura umana di fronte alla grandezza e all’indomabile potere degli oceani.
Nella Teogonia, di Esiodo, il dio Oceano, padre delle Oceanine, formava con Teti la più antica coppia di Titani, il quale, non avendo partecipato alla lotta contro Zeus e gli dei dell’Olimpo, era stata lasciata in pace al governo dell’elemento acqua. La dimora del titano Oceano si poneva nell’estremo Occidente, dove s’immaginava fosse l’origine di tutte le cose: là Oceano, come un dolce e pacifico vecchio, conduceva la sua tranquilla esistenza, appartato dai tumulti e dalle lotte del mondo.
Oceano e sua moglie Teti generarono tutte le acque del mondo: fiumi, laghi, sorgenti, e i mari stessi.
Oceano e l’acqua in generale, per gli antichi greci erano lo stesso concetto, tutte le acque, che scorrevano sulla terra emersa o contenute nei bacini del mare, derivavano da Oceano, e furono chiamate Oceanidi. Ciò stava in relazione col concetto che i fiumi fossero tutti originati dal grande mare che circonda la terra e che, scorrendo prima sottoterra, comparissero alla superficie appunto là dov’era la loro sorgente.
Le Oceanine e la Storia dell’Arte
Naturalmente, come per gli altri miti greci, anche le ninfe dei mari hanno ispirato l’Arte figurativa, specialmente quella moderna e contemporanea.
Il pittore, incisore e illustratore francese Gustave Doré nel 1860 ha dipinto un quadro dal titolo Le Oceanine, oggi in una collezione privata.
Il quadro rappresenta le Oceanine come un gruppo di bellissime ninfe completamente nude, con ghirlande di fiori nei capelli, sdraiate sugli scogli, mentre altre sono in acqua.
Altre ninfe sono visibili nel cielo.
Il pittore statunitense George Willoughby Maynard, nel quadro In Strange Seas, del 1889, esposto al MOMA di New York, raffigura anche lui le ninfe dei mari.
Maynard era noto per dipingere scene marine e creature marine fantastiche, incluse le Oceanine. La loro presenza nelle opere d’arte di Maynard aggiunge un elemento di fascino e mistero alle sue rappresentazioni marine.
Infine, il pittore italiano Bruno Cengarle, artista contemporaneo, ha disegnato le sue Oceanine, penna su cartoncino, del 1991.
Nel suo disegno rappresenta cinque Oceanine nude, ritratte con tratto svelto e spontaneo in riva al mare.
By Rosa Maria Garofalo