Il Lago di Carezza, un incantevole e magico lago alpino in Trentino-Alto Adige
Il caratteristico aspetto del Lago di Carezza, con le sue meravigliose e cangianti acque che riflettono lo stupendo paesaggio alpino, ha dato origine a leggende, in particolare una di queste narra della ninfa Ondina, che viveva nelle profondità del lago.
Geografia del lago
Il lago di Carezza si trova in Trentino – Alto Adige, precisamente nella provincia autonoma di Bolzano, nel comune di Nova Levante, nell’alta Valle d’Ega.
È incastonato tra fitti boschi di conifere sotto le pendici del Monte Latemar che si specchia nelle sue acque.
Il Latemar (o Gruppo del Latemar) è un gruppo montuoso dolomitico che fa da spartiacque tra le provincie di Trento e Bolzano in Trentino-Alto Adige.
Nel 2009 è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, è uno dei gruppi dolomitici più famosi al mondo, poiché la sua parete nord si specchia nel magico lago di Carezza.
Ritornando al lago, esso si trova a un’altitudine di 1534 metri sul livello del mare, ha una superficie di 0,035 kmq, una lunghezza di 0,3 km e una larghezza massima di 0,14 km; la sua profondità massima arriva a 17 metri.
È un piccolo lago di montagna, molto visitato durante la bella stagione per la bellezza del paesaggio circostante e per le sue acque che cambiano colore, infatti, nella lingua ladina, idioma originario del posto, il lago è chiamato lago dell’arcobaleno (Lec de Ergobando).
I colori spettacolari delle sue acque, dovuti alla conformazione geologica del lago, permettono alla luce di penetrare fino a 17 metri di profondità e questo consente alla foresta di conifere di riflettersi nel lago, donando alle sue acque bellissimi colori che vanno dal verde cupo all’azzurro vivo.
Il lago di Carezza è alimentato da sorgenti sotterranee, la sua portata d’acqua varia in base alla stagione e alle piogge, invece in inverno il lago gela.
Nelle sue limpide acque vive il salmerino alpino, conosciuto anche come salmerino artico, è un pesce appartenente alla famiglia Salmonide e assomiglia molto alla trota comune.
Nei boschi attorno al lago è molto comune trovare l’abete rosso o peccio, dalle ottime qualità di abete di risonanza usato nella costruzione di casse armoniche per strumenti musicali.
Per chi volesse raggiungere il lago di Carezza, una volta giunti a Bolzano, prendere la statale 241, detta Strada statale della Valle d’Ega.
La strada statale attraversa il Passo di Costalunga, vicino al lago, porta a Vigo di Fassa, dove si collega con la Strada Statale 48 delle Dolomiti e poi si arriva nei pressi del lago.
Purtroppo non esistono mezzi pubblici che collegano il lago di Carezza alla città di Bolzano alla Val di Fassa.
La leggenda di Ondina
La ninfa Ondina che abitava le acque del lago, era una creatura mitologica nata dalla fantasia degli antichi abitanti del luogo che, come avevano fatto sia i greci, sia i romani, non riuscendo a dare una spiegazione logica agli eventi naturali, chiamavano in causa il soprannaturale.
La bellissima ninfa acquatica Ondina era una giovane donna cui piaceva cantare sulla sponda del lago.
Nessuno riusciva mai a vederla perché essendo una creatura molto timida, appena avvistava qualcuno, si gettava immediatamente nelle acque del lago.
Un giorno uno stregone che passava nei pressi la vide e se ne innamorò perdutamente.
Cercò a tutti i costi di rapirla e dietro consiglio di una strega, fece apparire uno splendido arcobaleno sopra al lago in modo da attirare Ondina.
Quando essa uscì dall’acqua del lago per ammirare l’arcobaleno, vide lo stregone che la aspettava e presa da una grande paura fuggì nelle profondità delle acque.
Lo stregone infuriato fece a pezzi l’arcobaleno che cadde nel lago e da quel giorno le acque del lago di Carezza riflettono tutti i colori dell’iride.
Nel 2005, su uno scoglio affiorante nel lago, è stata posta una bellissima statua di bronzo raffigurante la ninfa Ondina, opera dello scultore Rinaldo “Reinhold” Cigolla, originario della Val di Fassa.
Quest’opera di arte moderna, si sposa perfettamente con il paesaggio circostante, la statua di Ondina, ritratta come una giovane donna nuda dai lunghi capelli seduta su uno scoglio, si riflette nelle acque cangianti del lago che cambiano colore secondo la stagione e il tempo.
Rinaldo Reinhold Cigolla (1934-2020), è stato uno dei grandi nomi dell’arte ladina; egli è stato un artista colto e raffinato della ladinità e della sua storia.
L’anno scorso, a Trento, Palazzo Trentini, gli è stata dedicata una mostra dal titolo “Rinaldo “Reinhold” Cigolla – Un uomo nella vita” mostra sponsorizzata dal FAI del Trentino-Alto Adige.
By Rosa Maria Garofalo