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Archivio vecchi articoli di Donna di Fiori

Il lento fumo della pipa nelle donne

Anche le donne fumano la pipa. Per quanto questo oggetto riconduca ad una visione poco elegante del suo utilizzo, quindi decisamente maschile, occorre invece rammentarne la sfuggente sensualità. Di Eleonora Giovannini Sono pipe a boccetta piccola, ma piu’ lunghe di quelle degli uomini, spesso meno ingombranti, di diverse forme e di materiale variegato. Pipe in legno, di schiuma, orientali e classiche, sono quelle che alcune donne fumano ed hanno fumato. Il passato si rivela in questo senso decisamente storico, se pensiamo che le protagoniste inaspettate sono state donne come Greta Garbo, Erika Blanc, Jaqueline Kennedy, le quali sia pubblicamente che intimamente tenevano spesso nella propria borsetta la sinuosa pipa. La pipa, il virtuoso vizio degli scrittori, dei poeti, dei metodici, tutti avvolti dalla nuvola rilassante e meditativa dall’aroma fragrante, dal sapore seduttivo, riflessivo, audace e introverso, silenzioso e impertinente, fantasioso quanto sottilmente indagatorio. Non casualmente la pipa viene fumata da ispettori e detective nei films polizieschi, quasi come pretesto per osservare il dettaglio e scoprire così il movente di un delitto. La pipa, tuttavia, riconduce anche alla saggezza, fumata da anziani serenamente appagati, lontani dal furore freddo e deleterio dell’esistenza pragmatica, forse anche per questa ragione tutti se ne innamorano, inclusse le donne che non si soffermano semplicente a guardare una vetrina di gioielli, ma sanno volgere il proprio sguardo oltre, con in bocca sbuffi di sogni, eleganza e silenti consapevolezze.

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Belladonna: l’erba delle streghe

Grazie alla presenza di allucinogeni, la belladonna era un ingrediente irrinunciabile nella preparazione degli unguenti e nelle pratiche di stregoneria, dando alle streghe la sensazione di volare. Di Agnese Mengarelli La belladonna è una delle piante più utilizzate in farmacologia, ma anche tra le più pericolose nella storia della medicina. In Italia cresce fra cespugli e nelle radure dei boschi di latifoglie nelle zone montane delle Alpi e degli Appennini ed emana un odore acre e nauseabondo. Presenta dei bei fiori rossi e le sue bacche sono ricche di alcaloidi come la scopolamina e l’atropina.Queste due sostanze sul piano fisico produce una serie di alterazioni tra cui tachicardia e disturbi dell’equilibrio; mentre sul piano psichico provoca eccitazione, confusione, allucinazioni e l’impressione di avere la pelle ricoperta di squame, peli o piume con la conseguenza di far credere in trasformazioni bestiali. Proprio per queste proprietà nel Medioevo la belladonna era chiamata l’”erba delle streghe” perché era un ingrediente irrinunciabile per preparare quegli unguenti che, una volta spalmati sul corpo delle streghe, davano la sensazione di volare. Come per tutte le erbe tossiche, anche la belladonna era usata per la sua capacità di cacciare gli spiriti maligni: infatti, in tempi passati all’inizio dei viali si piantavano cespugli di belladonna per proteggere la casa dalle energie negative. La belladonna era usata anche in cosmetica fino al 1800, per rendere lo sguardo più seducente: le gocce di belladonna in acqua distillata producevano una sorta di collirio in grado di dilatare le pupille che, secondo certi canoni di bellezza ormai superati, rendevano le ragazze più attraenti. Il nome belladonna però non deve trarre in inganno, in quanto questa pianta è un veleno molto potente in grado di uccidere una persona. Gli antichi la usavano, infatti, per avvelenare gli avversari e i nemici in battaglia. Sembra […]

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Incenso: il profumo della Terra che parla al Cielo

Un viaggio tra aromi, Paesi e culture scritto su un’esile filo di fumo Di Alberto Piastrellini Un sottile filo di fumo azzurrino sale verso il soffitto e spande intorno un aroma sensuale che sa d’Oriente e di magia. È l’incenso, prodotto di origine naturale che da sempre accompagna i momenti fondamentali della vita dall’Africa, all’Europa, dal vicino Oriente all’estremità dell’Asia intessendo un continuo dialogo tra religioni, riti, filosofie e semplice quotidianità. Un dono della Natura che, oltre alle note proprietà aromatiche per il quale è universalmente conosciuto, nasconde anche caratteristiche interessanti dal punto di vista della salute e del benessere. Cerchiamo di scoprirle insieme in un viaggio da Mille e Una Notte. Il nome incenso designa genericamente tutta una serie di oleoresine secrete da piante del genere Boswellia. La Boswellia sacra, tipica dell’Oman meridionale (Dhofar) produce a partire dai 10 anni di età la resina lattescente che, fatta stillare mediante incisioni del tronco e lasciata asciugare al sole forma dei cristalli dorati ed ambrati di incenso. La raccolta, per non stressare troppo la pianta, avviene nel periodo aprile-ottobre e si effettua per non più di quattro volte l’anno. L’incenso dell’Oman è storicamente il più noto e il più costoso data l’alta qualità delle sue caratteristiche. In Arabia, Yemen ed Oman, l’uso dell’incenso non è legato alle pratiche liturgiche, ma viene usato quotidianamente come purificante degli ambienti domestici, per allontanare gli insetti fastidiosi per profumare vestiti e capelli. Inoltre, la farmacopea tradizionale gli attribuisce proprietà interessanti nel combattere le affezioni dell’apparato respiratorio (espettorante, anticatarrale e antisettico) mentre il suo olio essenziale viene distillato per la preparazione di profumi a base oleosa e per rimedi della pelle (cicatrizzanti ed astringenti). Come semplice fonte di aroma naturale, il profumo dell’incenso induce un piacevole relax predisponendo la mente alla riflessione e alla meditazione (non […]

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Truccarsi in pubblico: un messaggio legato all’erotismo.

Ci si trucca spesso fuori casa, in macchina, nei bagni dei ristoranti, all’aperto, a scuola, in ufficio. Di Eleonora Gioovannini Un comportamento diffusissimo tra le donne, quello di truccarsi in pubblico, dovuto a circostanze ben precise che ora elenchiamo: 1 La fretta. Le donne hanno sempre mille cose da fare, perciò sono spesso costrette a truccarsi di corsa. Sul posto di lavoro, sul banco di scuola, in macchina. 2 Desiderio di perfezione. Il trucco può sempre scemare, il rossetto può svanire, la matita sbavare. Il bisogno di rinnovare il trucco è quasi ossessivo per tante donne, per questa ragione le sorprendiamo a limarsi le unghie, a rimettere lo smalto o con cipria alla mano. 3 Messaggio subliminare erotico. Le donne mettono il rossetto per attirare l’attenzione degli uomini, sfoggiando in questo modo tutta la loro sensualità attraverso un’azione di per sè banale, ma al contrario sconvolgente per l’occhio maschile che vi inciampa. Lo strofinio delle labbra, mirato alla distribuzione omogenea del rossetto, sembrerebbe rimandare inconsapevolmente ad una sotterranea azione seduttiva.

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