L’incontro immaginario tra due personaggi storici di epoche diverse
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Avete mai pensato a cosa si sarebbero detti due personaggi storici famosi, di tempi e luoghi diversi, se si fossero incontrati? Io sì. Certamente non tutti sanno quali e quanti personaggi famosi, vissuti nel medesimo tempo storico si siano conosciuti arrivando anche, in alcuni casi, a sviluppare una amicizia e un dialogo molto profondo. Facciamo 3 esempi.
Mahatma Gandhi e Martin Luther King Jr.
L’incontro tra Mahatma Gandhi e Martin Luther King Jr. avvenne il 18 febbraio 1959, quando il reverendo americano visitò l’India per un viaggio di tre settimane. Anche se breve, l’incontro fu molto significativo per entrambi i leader della non violenza. Durante l’incontro, King chiese a Gandhi consigli sulla lotta non violenta per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti. Gandhi fornì a King una guida pratica sulla resistenza pacifica, sottolineando l’importanza dell’amore, della verità e della non violenza come strumenti per combattere l’ingiustizia. Gandhi e King concordarono sul fatto che la non violenza non era solo un metodo efficace per raggiungere la giustizia, ma anche una filosofia di vita. L’incontro tra i due leader fu un momento cruciale nella storia della lotta per i diritti civili e della non violenza. Dopo l’incontro, King continuò a promuovere la non violenza come strumento per i diritti civili negli Stati Uniti, basandosi sulle lezioni apprese da Gandhi. Inoltre, King citò spesso Gandhi nei suoi discorsi e riconobbe l’influenza che il leader indiano ebbe sulla sua filosofia e sulle sue attività.
I resoconti dell’incontro tra Mahatma Gandhi e Martin Luther King Jr. sono disponibili in diverse fonti. Innanzitutto, sia Gandhi che King scrissero di questo incontro nelle loro autobiografie. Gandhi parla dell’incontro in dettaglio nel secondo volume della sua autobiografia, intitolato “The Story of My Experiments with Truth”. King menziona l’incontro nella sua autobiografia “Stride Toward Freedom: The Montgomery Story”. Inoltre, ci sono diverse lettere scambiate tra Gandhi e King, che sono state pubblicate in varie raccolte di documenti. Ad esempio, una raccolta di lettere tra i due leader è stata pubblicata nel libro “The Papers of Martin Luther King, Jr., Volume IV: Symbol of the Movement, January 1957-December 1958”. Infine, ci sono diverse interviste e resoconti di testimoni oculari dell’incontro, che sono stati pubblicati in diversi articoli e libri.
La loro collaborazione e ispirazione reciproca hanno influenzato la storia del mondo e continuano ad essere un esempio di coraggio e determinazione nella lotta per la giustizia e la pace.
Winston Churchill e Charlie Chaplin
Winston Churchill e Charlie Chaplin furono due figure di spicco del XX secolo, ognuno nel proprio campo. Churchill fu un politico britannico che guidò il Regno Unito attraverso la Seconda Guerra Mondiale, mentre Chaplin fu uno dei più grandi comici della storia del cinema. Nonostante le loro differenze, i due uomini svilupparono una lunga amicizia che resistette alla prova del tempo.
Il primo incontro tra Churchill e Chaplin avvenne a Londra nel 1929, durante una cena organizzata dalla moglie di Churchill. Chaplin era al culmine della sua carriera a Hollywood ed era in Inghilterra per promuovere il suo ultimo film. Incontrare Churchill, all’epoca un importante politico britannico, rappresentò un’occasione unica per Chaplin. I due uomini si incontrarono di nuovo nel 1931, quando Chaplin visitò il Parlamento britannico su invito di Churchill. Questo incontro segnò l’inizio di una lunga amicizia tra i due uomini, che si mantennero in contatto negli anni successivi. Nonostante le loro differenze politiche – Chaplin era un simpatizzante di sinistra, mentre Churchill era un conservatore – i due uomini avevano molte cose in comune. Entrambi erano grandi oratori e avevano un grande senso dell’umorismo. Inoltre, entrambi erano appassionati di politica e attivismo sociale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Churchill e Chaplin si incontrarono di nuovo a Los Angeles nel 1942, quando Churchill visitò gli Stati Uniti per incontrare il presidente Franklin D. Roosevelt. Chaplin, che era diventato un cittadino americano, organizzò un grande evento in onore di Churchill a Hollywood. Il rapporto tra Churchill e Chaplin raggiunse il culmine nel 1954, quando Chaplin tornò in Inghilterra per la première del suo film “Luci della ribalta”. Churchill partecipò all’evento e pronunciò un discorso in cui elogiava Chaplin come “l’unico genio del cinema”. Chaplin, a sua volta, rispose con parole gentili nei confronti di Churchill. Nonostante le loro divergenze politiche, il rapporto personale tra Churchill e Chaplin rimase intatto e i due uomini mantennero il contatto fino alla morte di Churchill nel 1965. In particolare, Churchill inviò un messaggio di incoraggiamento a Chaplin durante la Seconda Guerra Mondiale, scrivendo: “Non dubitare della tua posizione nel mondo. La tua vera fortezza è la tua arte”.
La loro amicizia è un esempio di come persone con storie e opinioni diverse possano costruire rapporti positivi e duraturi. Per comprendere meglio il rapporto tra Churchill e Chaplin, è possibile consultare le biografie scritte sui due uomini e le loro corrispondenze
Le corrispondenze tra Churchill e Chaplin sono un importante documento storico che offre una preziosa visione del rapporto tra due figure pubbliche di spicco del XX secolo. Le lettere scritte da Churchill a Chaplin mostrano l’ammirazione di Churchill per il talento artistico di Chaplin, così come la sua preoccupazione per l’impatto che le sue opinioni politiche potrebbero avere sulla sua reputazione. In una lettera del 1952, Churchill scriveva a Chaplin: “Mi sono sempre divertito con i tuoi film, ma devo ammettere che le tue opinioni politiche sono sempre state fonte di preoccupazione per me. Spero che tu possa dimostrare al mondo che il tuo vero talento è l’arte e non la politica”. Le lettere di Chaplin a Churchill, invece, mostrano la gratitudine di Chaplin per il supporto di Churchill nei confronti della sua arte e della sua carriera. Le corrispondenze tra loro dimostrano anche l’importanza che entrambi gli uomini davano alle relazioni personali. In una lettera del 1954, Churchill scriveva a Chaplin: “Sono stato felice di rivederti dopo tanto tempo. La tua amicizia è una delle cose più preziose che ho”. In conclusione, le corrispondenze tra Winston Churchill e Charlie Chaplin offrono una preziosa visione del rapporto tra due personalità pubbliche di spicco del XX secolo.
Sir Arthur Conan Doyle e Harry Houdini
Sir Arthur Conan Doyle (autore dei romanzi polizieschi di Sherlock Holmes ) e Harry Houdini (noto come il “re della fuga” o il “mago delle catene”) svilupparono un rapporto complesso e contrastante, un mix di amicizia e rivalità, che inizialmente sembrò essere amichevole ma poi si raffreddò a causa della divergenza di opinioni sullo spiritismo. Conan Doyle era un appassionato sostenitore dello spiritismo e credeva di aver comunicato con gli spiriti dei morti. Houdini, d’altra parte, era un forte scettico dello spiritismo e spesso svelava le tecniche utilizzate dai medium per ingannare il pubblico. I due si incontrarono per la prima volta nel 1920 e sembrò che sviluppassero un’amicizia. Tuttavia, il loro rapporto si ruppe a causa della divergenza di opinioni sullo spiritismo. Conan Doyle era convinto della validità delle pratiche spiritiche e non capiva come Houdini potesse svelare le tecniche dei medium. Houdini, d’altra parte, pensava che Conan Doyle fosse ingenuo e credulone.
I resoconti degli incontri tra Sir Arthur Conan Doyle e Harry Houdini si trovano principalmente nelle loro corrispondenze private e nelle biografie scritte sui due
Oltre alle biografie di Silverman e Lycett, ci sono molte altre opere che esplorano la vita e la carriera di Harry Houdini e Sir Arthur Conan Doyle, comprese quelle che si concentrano specificamente sulla loro relazione. Ad esempio, il libro di William Kalush e Larry Sloman intitolato “The Secret Life of Houdini” offre un’analisi dettagliata del lavoro di Houdini e della sua vita privata, tra cui la sua amicizia e successiva rivalità con Doyle. Inoltre, ci sono anche molte opere che esplorano il fenomeno dello spiritismo e l’impatto che ha avuto sulla società dell’epoca. Ad esempio, il libro di Deborah Blum intitolato “Ghost Hunters: William James and the Search for Scientific Proof of Life After Death” si concentra sulle ricerche scientifiche sullo spiritismo svolte dal filosofo William James e dal suo gruppo di ricerca. Il libro offre una panoramica dettagliata delle teorie e delle pratiche del spiritismo, nonché delle reazioni di scettici come Houdini.
CT RUSSELL e San Francesco d’Assisi
L’idea di questo articolo nasce da un dato che accomuna tanto Russell quanto Francesco : i loro padri erano impegnati nel commercio tessile e loro stessi avrebbero potuto decidere, per la loro vita, di portare avanti l’attività economica familiare. Ma entrambi vi rinunciarono per seguire la loro vocazione religiosa. San Francesco di Assisi rinunciò alla sua eredità e alla carriera di mercante di tessuti per dedicarsi alla vita religiosa e alla povertà. Dopo un’esperienza mistica nel 1206, Francesco rinunciò a tutte le sue ricchezze e fondò l’ordine dei Frati Minori (noti anche come francescani), che si distinguevano per la loro semplicità di vita, la loro predilezione per la povertà e il loro servizio ai più bisognosi. Alla fine degli anni ’70 del XIX secolo CT Russell, dopo una iniziale adesione al movimento avventista, fondò la rivista “La Torre di Guardia”, che divenne il principale strumento di diffusione delle sue idee religiose. Russell viaggiò in tutto il mondo per diffondere il suo messaggio e fondò una società, la Watch Tower Bible and Tract Society, che si occupava della pubblicazione e della distribuzione di materiale religioso.
Le somiglianze tra Charles Taze Russell e San Francesco d’Assisi sono affascinanti, ma non devono oscurare le profonde differenze tra i due. Russell diede un’impronta fortemente biblica e commerciale alla sua attività, con l’obiettivo di interpretare correttamente i versetti biblici e riscoprire il vero cristianesimo delle origini che, secondo lui, le chiese tradizionali avevano tradito. I suoi temi principali erano la profezia, la cronologia biblica, l’annuncio dell’imminente ritorno di Cristo, e a tal fine fondò un’organizzazione religiosa globale con una forte tensione proselitistica.
San Francesco invece si dedicò a una vita di povertà, umiltà e servizio agli altri, fondando un ordine religioso che avrebbe dovuto seguire questi stessi valori. Francesco si concentrò su uno stile di vita essenziale e non imprenditoriale, in cui la profondità era data non da complicate e cervellotiche speculazioni bibliche ma dall’adesione evangelica e dalla fiducia assoluta in Dio.
Entrambi sono stati accomunati da un forte impegno religioso, ma hanno vissuto la loro fede in modi molto diversi: Russell rinunciò all’arricchimento personale, ma utilizzò i suoi beni e la sua astuzia commerciale per diffondere pubblicazioni bibliche e finanziare la diffusione del suo messaggio religioso. Francesco, al contrario, rinunciò radicalmente all’eredità, ai beni e al denaro, scegliendo di mendicare e vivere in povertà per testimoniare con la propria vita il Vangelo in cui credeva profondamente.
Abbiamo iniziato con tre coppie di personaggi contemporanei, le cui vite si sono in parte incrociate e di cui abbiamo scritti e testimonianze dei loro incontri e dei loro rapporti. Ma sia Francesco che Russell hanno vissuto in secoli diversi, in tempi molto lontani tra loro, e così solo l’immaginazione può farci pensare a cosa si sarebbero detti se si fossero conosciuti. Così ho pensato, ed è ciò che ora troverete scritto sotto forma di narrazione, in un tempo condiviso, non identificato, in cui un uomo d’affari americano di nome Charles Taze Russell aveva fondato un’organizzazione religiosa globale chiamata “Studenti Biblici”. Russell era nato in una famiglia benestante e aveva intrapreso una carriera nel commercio, ma si era presto reso conto che la sua vera vocazione era quella di servire Dio. D’altra parte, in Italia, un giovane di nome Francesco Bernardone aveva fatto un’esperienza simile. Francesco proveniva da una famiglia molto agiata e aveva trascorso la maggior parte della sua vita tra ricchezza e lussuria. Ma un giorno, mentre combatteva in una guerra, Francesco ebbe una visione che lo convinse a rinunciare a tutto e a dedicarsi completamente alla vita religiosa. Sebbene uno fosse un uomo d’affari di successo e l’altro un uomo che aveva scelto la povertà come stile di vita, entrambi avevano un forte desiderio di cercare la verità e di servire Dio. Quando i loro cammini si incrociarono in un momento di svolta storica, i due uomini si resero conto di avere molto in comune. Durante un viaggio in Europa, Russell incontrò un gruppo di devoti poveri che vivevano in una comunità chiamata “Assisi”, fondata da un uomo di nome Francesco. Qui, il fondatore degli Studenti Biblici (poi noti come Testimoni di Geova) incontrò il frate francescano, e subito scattò una scintilla tra i due. Russell rimase affascinato dalla semplicità e dall’umiltà di Francesco, e dal suo modo così radicale di vivere la vita. Francesco, d’altra parte, era colpito dalla vasta conoscenza e dall’eloquenza di Russell, che gli permisero di approfondire la sua comprensione delle Scritture. Nonostante le loro differenze, i due uomini iniziarono a lavorare insieme per diffondere il messaggio della verità e della fede. Russell contribuì con la sua conoscenza della Bibbia e con la sua abilità di comunicare il messaggio alle masse, mentre Francesco offrì la sua esperienza di vita e la sua devozione alla spiritualità. Con il passare del tempo, i due uomini diventarono amici intimi e si ispirarono l’un l’altro in modo profondo. Quando Russell morì, Francesco gli dedicò una preghiera, ringraziando Dio per l’esempio che Russell aveva rappresentato nella sua vita.
Grazie a dei testimoni presenti al loro primo incontro abbiamo questa trascrizione di ciò che si dissero:
CT Russell: Buongiorno, mio caro Francesco. È un onore incontrarti finalmente.
San Francesco: Buongiorno, fratello Russell. È un piacere incontrare un uomo di fede come te. Sapevi che abbiamo entrambi una famiglia che commercia nel campo tessile?”
CT Russell: Sì, lo sapevo. Ma mi colpisce di più la tua vocazione. Come hai fatto a rinunciare alla tua vita agiata per vivere in povertà e dedicarti alla vita religiosa?
San Francesco: Ho capito che la vera ricchezza non sta nella materialità, ma nella spiritualità. Ho deciso di seguire il nostro Signore Gesù Cristo e di vivere secondo il Vangelo.
CT Russell: Capisco. Anch’io ho rinunciato ad una vita agiata per dedicarmi alla mia fede. Sai, San Francesco, la verità è che la religione tradizionale ha corrotto il messaggio originale di Gesù Cristo.
San Francesco: In che senso, fratello Russell?
CT Russell: La Chiesa cattolica ha introdotto delle pratiche non bibliche, come ad esempio il culto delle immagini, la venerazione dei santi, e la pretesa di avere un potere speciale.
San Francesco: Capisco. Ma allora, secondo te, come possiamo essere sicuri di seguire la vera dottrina di Cristo?
CT Russell: Dobbiamo studiare la Bibbia, San Francesco. Solo lì possiamo trovare la verità.
San Francesco: Sì, hai ragione. Ma la Bibbia può essere interpretata in modi diversi. Come possiamo essere sicuri di aver compreso il suo messaggio in modo corretto?
CT Russell: Dobbiamo avere una mente aperta, San Francesco, non poggiarci su tradizioni umane. Per questo ho fondato la rivista “Torre di Guardia”, per far conoscere il vero e originario messaggio cristiano grazie a una esame tematico e senza pregiudizi del testo biblico.
San Francesco: Capisco. Ma cosa dici dell’amore per il prossimo?
CT Russell: L’amore per il prossimo è fondamentale, San Francesco. Dobbiamo mostrare compassione e solidarietà verso tutti gli esseri umani, senza discriminazioni di lingua, etnia, o religione. Anche se gli ebrei hanno avuto un ruolo speciale nel piano di Dio e nell’immediato futuro assisteremo a una loro restaurazione come indicato nelle Scritture
San Francesco: Capisco. Ma come possiamo conciliare l’amore per il prossimo con la giustizia divina, visto che parli spesso di una fine imminente? Come possiamo conciliare la misericordia con la verità?
CT Russell: La giustizia divina non significa vendetta, San Francesco. Significa che ogni uomo sarà giudicato sulla base delle sue azioni, e che Dio giudicherà secondo la verità e la misericordia. La verità è quella che è proclamata dalla Torre di Guardia, in base alle Scritture, la misericordia è che Dio avverte prima di intervenire, perché vuole che tutti si salvino.
San Francesco: Capisco. Ma allora cosa dici dell’importanza dell’umiltà?
CT Russell: L’umiltà è la base della fede, San Francesco. Dobbiamo sempre ricordare che siamo creature di Dio, e che siamo qui per servire non per essere serviti.
San Francesco: Siamo qui per servire Dio e la sua creazione, non per essere serviti o per ricercare il potere, nemmeno quello che deriva da essere considerati importanti capi religiosi o dal dirigere una organizzazione a livello mondiale. La vera grandezza risiede nell’umiltà e nella dedizione alla volontà divina.
CT Russell: Sono pienamente d’accordo con te, San Francesco. Ma ti ricordo che il Papa e il clero sono importanti capi religiosi, e non sempre il loro modo di vivere è coerente con quello che tu giustamente dici. Ti ricordo, inoltre, che la ricerca della verità è un’altra forma di servizio a Dio. E la verità che ho trovato è che la Bibbia contiene insegnamenti che molti hanno distorto e manipolato per il proprio interesse.
San Francesco: Sai Russell, con la mia scelta di vita e la comunità che ho fondato, sempre rispettando i ministeri presenti nella mia Chiesa che riconosco come istituiti da Cristo, credo di fornire una visibile testimonianza al Vangelo che può sanare le varie situazioni di peccato. Tu hai ragione, la verità è importante, ma non bisogna mai dimenticare che l’amore è la forza che muove il mondo. Se non ci amiamo l’un l’altro, non possiamo servire Dio in modo adeguato.
CT Russell: L’amore è sicuramente fondamentale, ma la verità è altrettanto importante. Se non conosciamo la verità, come possiamo amare Dio e il prossimo in modo completo?
San Francesco: Sì, la verità è importante, ma non dobbiamo mai dimenticare che la nostra fede è fondata sull’amore per Dio e il prossimo. Non possiamo usare la verità come una scusa per giudicare e condannare gli altri. In questo senso ho timore che il movimento degli Studenti Biblici che stai formando, nonostante il tuo impegno e la tua devozione, col tempo possa accentuare gli aspetti legalistici e alla fine possa organizzarsi e assomigliare e a quelle religioni della cristianità che tu oggi condanni.
CT Russell: Hai ragione, San Francesco, il pericolo che indichi è concreto. E la verità dovrebbe portare alla comprensione e alla misericordia, non al giudizio. E dobbiamo sempre ricordare che il nostro scopo principale è quello di amare e servire gli altri.
San Francesco: Esattamente. E questo è un servizio che non richiede alcuna posizione di potere o autorità, ma solo umiltà e devozione. Siamo tutti chiamati a servire, indipendentemente dal nostro ruolo o status nella vita.
CT Russell: Concordo completamente. E spero che il mio impegno biblico e il mio lavoro possano ispirare gli altri a servire Dio e la sua creazione tanto in modo vero quanto in modo umile e devoto.
San Francesco: Che la pace e la grazia di Dio sia con te, CT Russell.
CT Russell: E con te, San Francesco.
Per concludere
Probabilmente, anzi certamente, il dialogo tra i due sarebbe stato diverso, forse più acceso, poiché le differenze tra loro sono molto più marcate rispetto a ciò che li unisce. Non ho trovato dichiarazioni di Russell su San Francesco o sui francescani, ma sappiamo che egli aveva un punto di vista ambivalente sulla scelta della povertà. Da un lato, incoraggiava i suoi seguaci a concentrarsi sulle questioni spirituali e a non diventare schiavi del denaro e delle ricchezze materiali; d’altro canto, credeva anche nella prosperità e nell’accumulo di ricchezze come segno di benedizione divina. Contrariamente alla rinuncia di Francesco, Russell riteneva che il denaro e le ricchezze potessero essere utilizzati per promuovere l’opera religiosa e diffondere il messaggio del suo movimento. Immagino che, incontrando Francesco, gli avrebbe espresso il suo disappunto sulla scelta monastica non tanto come rinuncia al potere o alla ricchezza, ma come rinuncia all’opera di diffusione del Vangelo attraverso un attivo proselitismo biblico che richiedeva comunque finanziamenti, e non certo tramite elemosine.
L’invito che rivolgo a chi ha avuto la pazienza di leggere fino a questo punto, è di usare la fantasia come una macchina del tempo, e immaginare altri incontri possibili utilizzando elementi storici reali, credo sia un buon esercizio per mantenere la mente allenata e investigare il passato. Chi avrebbe mai pensato che la storia potesse essere così divertente?”