L’operato attuale della “Astrid Lindgren Company”
I bambini di qualche generazione fa sono cresciuti con i racconti dell’eccentrica ragazzina con le lentiggini dalle trecce rosse e con i calzettoni spaiati. Pochi tratti sufficienti però per capire che si sta parlando di Pippi Calzelunghe. Ma chi si cela dietro un personaggio così ribelle e anticonformista per l’epoca? La “mamma” di Pippi Calzelunghe si chiamava Astrid Lindgren, anch’essa mamma e scrittrice per casualità. Sembra infatti che il personaggio di Pippi nacque per dare uno sprazzo di energica felicità e spensieratezza alla figlia Karin, che aveva contratto la polmonite. Un “affare”, specie all’epoca, non da poco. E così, si apprende che Astrid “si sedeva la sera accanto al letto della bambina ed un giorno ebbe l’idea d’inventare una storia la cui protagonista era proprio l’allegra Pippi Calzelunghe”. Inutile aggiungere che da quel momento la piccola voleva solo sentire narrare le gesta di questa simpatica amica immaginaria.
“La magia di Astrid – riporta la stampa specializzata sulle artiste – è che racconta alla maniera discontinua e autentica dei piccoli”. La qual cosa la dice lunga sul rapporto che legava l’autrice al pianeta dell’infanzia. Chi ha avuto il piacere di leggere i racconti di Pippi ricorderà quanto fosse preponderante il punto di vista della bambina. Tutto nell’immaginifico mondo di Pippi è quindi possibile. Appare naturale che una bambina minore d’età arrivi sola soletta a vivere in una villa decadente, si sposti nel villaggio a cavallo, abbia come prima amica una scimmietta appollaiata sulla spalla. E ancora il lettore accetta di buon grado che Pippi si provveda in tutto e per tutto in assoluta autonomia: mangia come e quando vuole, si confeziona gli stravaganti abiti da sola, per lo più non va a scuola e neanche dal dottore.
Per di più non ha una madre e il padre è un pirata che viaggia nei mari lontani, ma c’è una sorta di provvista economica a cui può attingere data da una borsa di monete d’oro. Insomma il mondo che la Lindgren cuce addosso a Pippi è sì strampalato, ma con una sua credibilità, quantomeno agli occhi di un bambino. Facile quindi appassionarsi a questo personaggio che sprizza energia e gioia da vivere da tutte le lentiggini di cui è disseminato il faccino roseo. “Astrid Lindgren – si legge nella pagina di Save the Children – era anche un’umanista convinta che ha combattuto per i diritti dei bambini, nonché per l’uguaglianza e per i diritti degli animali”. E ancora la scrittrice “ha difeso le sue opinioni con coraggio civile e serietà, umorismo e amore, diventando famosa in tutto il mondo come autrice di libri per bambini”. E questa forse è cosa già nota, mentre quello che forse è meno conosciuto è il fatto che il suo impegno all’epoca profuso, prosegue ora attraverso l’”Astrid Lindgren Company”, costituita da figli e nipoti della creatrice di Pippi Calzelunghe.
Di Maria Teresa Biscarini