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Sviluppare l’autostima, il segreto per una vita più soddisfacente

Piccoli esercizi per essere più amiche di noi stessi di Glenda Oddi Spesso non facciamo quello che vorremmo non perché non ne siamo capaci ma semplicemente perché crediamo di non esserlo. L’autostima è un elemento che condiziona fortemente il modo in cui viviamo la nostra vita, quali obbiettivi riusciamo a raggiungere e il nostro grado di felicità. Per questo è fondamentale coltivarla in modo da percepirsi competenti e prendere consapevolezza delle nostre capacità e risorse. Ciò risulta ancora più importante adesso, in relazione alla pandemia che scuote le nostre vite e ci fa sentire insicure. Sviluppare l’autostima è possibile ad ogni età e la base di partenza è la consapevolezza che ogni persona si evolve in continuazione, dalla nascita alla morte. Il miglioramento delle nostre risorse è quindi possibile sempre, al contrario di quando afferma il luogo comune che vede la possibilità di imparare e migliorare solo in gioventù. Ecco degli tre esercizi utili per coltivare l’autostima: Fai delle liste: in una puoi elencare le tue qualità positive (altruismo, generosità, simpatia ecc.), in un’altra le tue capacità e i tuoi talenti e nell’ultima gli obbiettivi raggiunti negli ultimi 5 anni. Così sarai più consapevole delle tue caratteristiche. Datti dei piccoli obbiettivi giorno per giorno. Parti magari da piccole prove di coraggio, per esempio provare una nuova attività, fare nuove amicizie ecc. Poi mano a mano che raggiungi gli obbiettivi dattene altri un po’ più ambiziosi. Alla fine collezionerai piccole e grandi soddisfazioni. Fissa nella tua agenda un obbiettivo a medio termine (per i prossimi tre mesi per esempio) e uno a lungo termine (per i prossimi tre anni). Fissa gli step per raggiungerli e mettili in atto con costanza. Lavorare su se stesse, ascoltarsi, prendersi cura di se, coltivare le proprie risorse, sono requisiti fondamentali per avere autostima e quindi

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Cefalea, cosa fare e cosa no

Rimedi naturali per combatterla di Glenda Oddi La cefalea colpisce tutti nell’arco della vita e può avere diverse cause, in relazione alla loro natura si classifica in: primaria, quando non ha origine biologica (stress, ansia, tensione ecc.) secondaria, di natura organica (sinusite, traumi cranici, meningiti ecc.). Tra le forme primarie abbiamo sia la cefalea tensiva che l’emicrania, la prima si manifesta con un dolore diffuso in tutta la testa ed è generata da tensione psicologica mentre la seconda genera un dolore intermittente in una zona intermedia del capo. Indipendentemente dall’origine le forme più intense possono comportate problemi nella visione, nausea e disagio in presenza di rumori e luce. Pare che la cefalea si manifesti in molti casi in relazione alla mancanza di serotonina, è quindi possibile darsi una mano assumendo cibi volti a stimolarne la produzione da parte del nostro corpo (yogurt, frutta secca, uova, cereali integrali, cioccolato fondente ecc.) da assumersi sempre in quantità moderata. Questi contengono infatti il triptofano, una amminoacido fondamentale per la produzione di tale sostanza. Importante anche l’assunzione di fibre che garantiscono la regolarità intestinale e stimolano il corretto funzionamento del nostro bioritmo. Le troviamo in grandi quantità in verdura, frutta, cereali integrali, legumi, frutta secca. Altro elemento utile è l’assunzione di un’adeguata quantità di sali minerali, infatti molte cefalee hanno origine dall’irrigidimento muscolare. Riguardo i cibi da evitare abbiamo tra di essi senza dubbio tutti i neurostimolanti come il caffè e quelli che favoriscono il rilascio di istamina (sostanza che promuove i processi infiammatori) come dolci, pomodori, cibi molto salati come pizza e salumi. In ultimo si dovrà optare per alternative vegetali ai cibi che contengono lattosio, che tende ad aumentare il gonfiore intestinale.
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L’ipotensione. Cosa portare a tavola per combatterla

di Glenda Oddi Debolezza, vertigini, senso di affaticamento, perdita di energia. Sono molte le donne che soffrono di pressione bassa e le cause possono essere molteplici: la predisposizione, l’assunzione di farmaci o un alimentazione scorretta. Indipendentemente dal motivo scatenante determinate abitudini a tavola possono aiutarci a combatterla. In primo luogo bisogna ricordare di bere molta acqua (almeno 2 litri al giorno), in molti casi, infatti, l’abbassamento di pressione è legato alla disidratazione. In secondo luogo non bisogna mai dimenticare di assumere verdura e frutta di stagione che sono ricche di sali minerali in grado di contribuire a regolare il flusso sanguigno. Svolgono un ruolo cardine a riguardo soprattutto potassio e magnesio presenti in grande quantità in questi alimenti. Un’altra sostanza fondamentale per combattere l’ipotensione è il ferro, per questo bisogna portare in tavola alimenti che ne contengano a sufficienza per soddisfare il nostro fabbisogno quotidiano. Lo si trova in grande quantità in tutti gli alimenti di origine animale come pesce e carni rosse o anche nei legumi e nei cereali. Da tenere a mente che il suo assorbimento maggiore o minore da parte del nostro organismo dipende dalla combinazione di cibi che portiamo a tavola. Per esempio bisognerebbe evitare di abbinare gli alimenti che ne sono ricchi con quelli con alto contenuto di calcio (come latte e formaggi) perché ne limitano l’assimilazione. Da favorire invece il loro abbinamento con tutti i cibi ricchi di vitamina C (per esempio la frutta) perché ne favoriscono l’assorbimento. Tutto questo deve essere legato all’assunzione di una giusta quantità di cibo, pasti troppo abbondanti mettono infatti in difficoltà il sistema circolatorio aumentando gli sbalzi di pressione.
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Violenza psicologica: i segnali di una relazione nociva

di Glenda Oddi La violenza sulle donne non può essere solo fisica, esiste anche quella che agisce a livello psicologico ed è capace di lasciare segni profondi nella mente della vittima. L’abuso psicologico è quindi quella condizione in cui una persona opera in modo da svilire, umiliare, spaventare qualcun altro al fine di sottometterlo e controllarlo psicologicamente. Molte donne subiscono questo genere di violenze per lungo tempo senza riuscire a liberarsi dalla morsa del proprio aguzzino, questo perché subentra una condizione di svilimento tale da non riuscire a reagire e anche perché quando ci si trova coinvolti in prima persona non è sempre semplice riconoscere i segnali della violenza psicologica. Per comprendere se la relazione che si sta vivendo è tossica bisogna prestare attenzione a questi segnali: Desiderio di controllo: chi compie questi abusi cerca di sapere sempre dove sia la donna e pretende di decidere cosa può e non può fare e le persone che deve frequentare. Impartisce ordini e pretende che siano eseguiti. Prende decisioni al suo posto senza avere cura di ciò che lei vuole; Umiliazioni private e pubbliche: il partner mira a svilire l’autostima della donna con battutine, critiche e insulti. Questo non avviene solo in privato ma anche in pubblico al fine di umiliarla; Colpevolizzazione della vittima: il partner mette in atto continui rimproveri verso la donna, ogni volta che qualcosa non va scarica la responsabilità dell’accaduto su di lei; Generazione di sentimenti di vergogna: il partner fa notare alla donna i suoi difetti, se presenta delle lamentele la ridicolizza svilendo le sue esigenze come fossero qualcosa di poco valore per le quali pretende un’attenzione eccessiva; Abbandono ed isolamento: chi compie questo tipo di abusi tende a fare “terra bruciata” intorno alla vittima: mira ad allontanarla da parenti e amici in modo che si senta

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Colesterolo in eccesso: i cibi amici della nostra salute

di Glenda Oddi Il colesterolo è un grasso principalmente prodotto dal nostro stesso organismo attraverso il processo metabolico e solo in minima parte introdotto per via alimentare. La sua valenza non è solo negativa perché è una sostanza fondamentale per il nostro corpo per favorire processi come la formazione della bile nella digestione, la produzione di vitamina D, il mantenimento del sistema nervoso e la produzione di ormoni. Malgrado questo l’eccesiva presenza di colesterolo nel sangue può rappresentare un rischio per la salute. Tra le malattie in cui incide maggiormente abbiamo infarto e ictus, per questa ragione il suo valore deve essere tenuto sotto controllo con attenzione attraverso le analisi del sangue. Spesso la genetica è determinante per spiegare la maggiore o minore tendenza del corpo a produrre colesterolo ma possiamo dare una mano al nostro organismo attraverso un corretto regime alimentare. Tra i cibi che aiutano a ridurre la sua presenza nel sangue abbiamo tutti quelli caratterizzati da un basso contenuto di grassi saturi e con contenuto invece di grassi monoinsaturi (olio d’oliva) o con acidi grassi polinsaturi (salmone, tonno, sgombro ecc.). Questi ultimi due componenti non sono infatti nocivi per la salute. Altre fonti di nutrimento volte ad abbattere i valori del colesterolo sono la frutta, la verdura, i cereali e carni magre (per es. pollo). Gli alimenti da ridurre nel consumo, invece, sono tutti quelli con alta concentrazione di grassi come burro, uovo, insaccati e carni rosse. In cucina è da evitare la pratica della frittura e ricordare di eliminare prima della cottura della carne tutto il grasso visibile e la pelle nel pollame. In ultimo è possibile sostituire nell’esecuzione delle ricette che prevedono uova intere l’albume con aggiunta di tuorli extra. In ultimo una corretta alimentazione dovrebbe essere corredata da una certa attività fisica.
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Alimentazione femminile e ciclo

I cibi che aiutano durante la mestruazione. Glenda Oddi Il corpo femminile cambia in continuazione le proprie esigenze alimentari in relazione alla fase del ciclo mestruale che sta vivendo. La variazione della produzione ormonale nei vari “periodi” non incide solo sull’umore ma anche sulla nostre necessità fisiche e la fase della mestruazione è senza dubbio quella che mette più a dura prova il corpo. Ci si può dare una mano conoscendo le proprie esigenze fisiologiche e facendo attenzione all’alimentazione. Provare per credere! Ecco dei must da seguire: Assumi alimenti ricchi di ferro: La quantità di questa sostanza nel nostro corpo scende drasticamente a causa delle perdite di sangue. Cibi come pesce, legumi, carne ne sono ricchi per cui la loro consumazione aiuta a riequilibrare i valori; Regolarizza il transito intestinale: i processi che interessano l’apparato gastrointestinale tendono a rallentare o comunque perdere regolarità per questo è importante assumere alimenti ricchi di fibre che risulteranno in grado di aiutare (verdura, legumi e cereali); Tieni alto l’umore: a causa dei mutamenti ormonali che caratterizzano il periodo mestruale i cambiamenti d’umore e la tendenza alla tristezza e alla depressione sono sempre in agguato. Cibi ricchi di magnesio, che ha una funzione antidepressiva, aiutano a dare maggior stabilità emotiva (per esempio le verdure a foglia verde);  Combatti i dolori mestruali: lo si può fare attraverso il consumo di cibi ricchi di magnesio, omega 3, vitamina B1 e vitamina E come pesce azzurro, frutta secca, barbabietole rosse ecc.; Evita i cibi che aumentano gonfiore, ritenzione idrica, dolori addominali e sbalzi d’umore: questi sono tutti quegli alimenti ricchi di zuccheri, grassi e sostanze eccitanti (dolci, caffè, tè ecc.).
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Avere un gatto fa bene…ma come possiamo sdebitarci?

Qualche consiglio per rendere felice il nostro felino di Glenda Oddi Avere un gatto fa bene alla salute sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico. Chi ne ha uno sa che è sbagliata la convinzione secondo la quale sono animali solitari. Sono amanti delle effusioni e del contatto fisico per questo riescono a trasmettere affetto e amore. Ѐ stato provato che il solo guardare video con gatti porta il nostro organismo a rilasciare ossitocina, mentre accarezzarne uno genere una sensazione di relax. Le loro fusa sono per molti un aiuto per conciliare il sonno, così come sentire il loro colpo caldo e peloso accoccolato su di noi. Il loro essere sornioni, insieme alla loro eleganza, trasmette psicologicamente un senso di tranquillità e pace. Ma come sdebitarci per tutto questo? Ecco dei consigli per prenderci cura dei nostri amici: Il cibo deve essere scelto e razionato con cura. I gatti non si adattano a mangiare quello che “passa il convento”. Se una pietanza non è di loro gradimento preferiranno digiunare. Bisogna prestare dunque attenzione ai loro gusti proponendo diversi alimenti e notando quali amano di più. Attenzione a dosare le quantità, perché quando viene dato loro qualcosa che apprezzano non hanno il senso della misura, cosa che li farà facilmente ingrassare; Il ritmo di vita dei gatti è inverso rispetto al nostro. Sono animali principalmente notturni, per questo dormono quasi sempre durante il giorno. Bisogna rispettare il loro riposo, non dimenticheranno il fatto di essere stati disturbati. Ѐ possibile porre negli ambienti più protetti della casa coperte e giacigli che possano aiutarli a trovare un rifugio dove si sentano tranquilli e non vengano disturbati; I gatti amano vivere in ambienti puliti. Fondamentale soprattutto l’igiene dei loro rifugi e della lettiera. Questo farà felici i vostri amici

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Insonnia? I rimedi naturali che possono aiutare

di Glenda Oddi Il buon riposo è fondamentale per affrontare serenamente la giornata ma spesso questo non è garantito dalla presenza di fattori psicofisici disturbanti. Tra le più frequenti cause di insonnia abbiamo: stress, ansia, depressione, malattie e dolore fisico, menopausa, iperattività della tiroide, assunzione di farmaci. Per far fronte a questa problematica, se non si vuole ricorrere all’uso di farmaci, è possibile optare per rimedi naturali, associandoli anche ad una adeguata alimentazione volta a conciliare il sonno. Alcune piante officinali aiutano infatti a rilassare il sistema nervoso e a favorire l’addormentamento, queste sono: luppolo, valeriana, escolzia, melissa, passiflora, biancospino e tiglio. Si possono assumere in diversi modi, in erboristeria sarà possibile trovarle sotto forma di pasticche, estratti, fiale o essiccate per realizzare tisane o decotti. Affinché questi rimedi diano frutto è fondamentale ricordare che le soluzioni naturali non agiscono in maniera repentina e con la stessa intensità dei farmaci ma allo stesso tempo, a lungo andare, gravano meno sull’organismo in relazione agli effetti collaterali che possono causare (per esempio dipendenza e assuefazione). Per questo motivo si potrà trarre da loro il massimo beneficio sperimentando pazientemente il prodotto naturale più adatto a noi e poi assumendolo con continuità e costanza, possibilmente sempre nello stesso momento della giornata. Se si confida nei fiori di Bach si possono impiegare il white chestnut, l’hornbeam, il walnut, l’impatiens, agrimony, red chestnut. Se preferite invece l’aromaterapia è possibile utilizzare gli oli di lavanda, bergamotto o basilico, che potranno essere sia impiegati per la diffusione ambientale, sia per bagni rilassanti versandoli nella vasca, sia in massaggi terapeutici.
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Il microonde, quando è meglio non usarlo

Poche accortezze per un’alimentazione sana e sicura. di Glenda Oddi La cottura al microonde è amata e preferita da molti a quella tradizionale, questo perché è particolarmente rapida e permette anche di scongelare in bravissimo tempo i cibi. Una qualità non da poco in una società frenetica come quella contemporanea. Un altro aspetto positivo è quello legato alla preservazione delle sostanze nutritive degli alimenti (vitamine, minerali ecc.), nettamente maggiore col microonde rispetto a quella garantita da altre forme di cottura (bollitura, frittura ecc.). Ci sono però degli errori comuni che sarebbe bene non commettere nel suo impiego, sia per conservare le qualità e il sapore degli alimenti sia per la nostra salute. Un errore diffuso è quello di riscaldare al microonde i cibi già cotti nei giorni precedenti, questo tipo di processo non raggiunge infatti temperature elevate e dunque non garantisce l’eliminazione di eventuali batteri presenti in essi. Molto importante anche prestare attenzione ai contenitori utilizzati per cuocere le sostanze, alcuni possono infatti rilasciare sostanze dannose per l’organismo. Meglio evitare quelli in plastica o contenitori coperti da pellicole perché tendono a emettere una elemento che interferisce con i nostri processi endocrini chiamato Bisfenolo A. Riguardo i cibi da non cuocere al microonde abbiamo: patate e riso già cotti (tendono a sviluppare molti batteri e il microonde non riesce ad eliminarli);funghi (questa cottura altera la loro composizione proteica e li rende meno digeribili); broccoli (in questo modo perdono alcuni importanti antiossidanti); carni lavorate come le salsicce (generano per reazione chimica dei composti ossidati dannosi per la salute); carne di pollo (presenta molti batteri che questa cottura non riesce ad eliminare). Riguardo i cibi con la buccia, come i pomodori, meglio bucherellare la loro superficie prima di informarli, potrebbero infatti esplodere!
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Un diario come terapia quotidiana

Perché scrivere di se fa bene di Glenda Oddi Scrivere fa bene, gli esperti ormai ne sono pienamente convinti. In particolar modo è terapeutico scrivere di se stessi, della propria vita, di ciò che si prova. Se questo è consigliabile già in una condizione di normalità, lo è ancora di più nel difficile momento storico che stiamo vivendo a causa della pandemia dove fare progetti per il futuro risulta davvero difficile. Tenere un diario è quindi assolutamente consigliabile, soprattutto in questo periodo. Mettere su carta i propri pensieri aiuta infatti a chiarificarli ai nostri occhi, comporta cognitivamente un processo di riordino e rielaborazione. Inoltre scrivere è una forma di espressione e di sfogo, è quindi funzionale per combattere ansia e stress, in una sorta di autoterapia quotidiana che è praticamente a costo zero. Importante prediligere sempre il buon vecchio diario cartaceo rispetto quello digitale, il movimento manuale per la produzione della scrittura stimola l’attività neuronale e comporta un maggior grado di riflessività e analisi riguardo ciò che dobbiamo esprimere. Se proprio avete difficoltà a scrivere meglio optare per un diario economico, importante anche darsi un tempo limite da dedicare alla sua compilazione in modo che non diventi un’attività eccessivamente prolissa ed impegnativa. Fondamentale inoltre, per trarre davvero beneficio dal processo, far sì che diventi un impegno quotidiano e se possibile avvenga anche alla stessa ora. Inoltre bisogna ricordare che la stesura del diario è un’attività intima e funzionale soltanto al nostro benessere, per questo non bisogna dare peso alla forma, a strafalcioni, cancellature o all’irregolarità della scrittura. Inoltre sempre per queste ragioni sarebbe opportuno tenerlo quanto mai riservato. Bisogna scrivere in libertà senza sentirsi obbligati di nulla, neanche di trattare di argomenti importanti ma che non desideriamo descrivere. In ultimo si consiglia di conservare il diario una volta ultimato, sarà

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