Donna Alloro

Italia’s Got Talent premia l’amore vero

Italia’s Got Talent 2019: l’amore e la danza vanno in finale. E’ arrivato all’ultima puntata delle selezioni di Italia’s Got Talent il Golden Buzzer del giudice Frank Matano.A vincerlo due innamorati con la I maiuscola che, danzando sulle note di “La nostra ultima canzone” di Motta, hanno portato sul palcoscenico del popolarissimo programma dei talenti una straordinaria ed emozionante performance di ballo che ha celebrato l’amore vero e ha fatto breccia nel cuore di Frank Matano e di tutto il pubblico. Alex Orlando, nato in Svizzera ma poi trasferitosi a Siracusa, e Alice D’Addario, di Pianella in Abruzzo, sono una coppia di ballerini professionisti di contaminazione e hip hop fusion, che dopo essersi conosciuti nel loro ambiente hanno deciso di condividere la vita artistica e la passione per la danza per rafforzare l’impatto emotivo delle loro personali coreografie. Sono fidanzati da circaun anno e non perdono nemmeno un secondo per dimostrarsi il loro amore, soprattutto mentre ballano. Secondo Alex, il passo a due è più potente se si balla con la donna che si ama.L’esibizione messa in scena da Alex e Alice è stata romantica e malinconica allo stesso tempo: i due hanno danzato in una cornice semplice e di grande impatto, si “sono inseguiti” in modo appassionato, legati da un amore che sembrava destinato all’ultima notte, e hanno affascinato tutti, strappando al termine del tempo a loro disposizione lunghissimi applausi.Il pubblico e i giudici sono rimasti incantati e, prima ancora di ascoltare i commenti dei colleghi, Frank Matano, visibilmente emozionato, ha schiacciato il suo Golden Buzzer. Un gesto del tutto inaspettato, che ha scatenato la gioia dei presenti e soprattutto dei due giovanissimi talenti, che hanno così guadagnato l’ultimo posto disponibile per la Finale di Italia’s Got Talent. Dietro le quinte, subito dopo la performance, ancora avvolti dallo stupore

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Le donne e il dolore

Le donne e il dolore: per indagare e riflettere sul sentimento negato. Questa sera presentazione pubblica del volume di Eleonora Giovannini presso la Biblioteca Comunale di Belforte del Chienti (MC) 

di Carmen Marinucci Questa sera, Mercoledì 6 marzo, a partire dalle ore 21.00 presso la Biblioteca Comunale di Belforte del Chienti (MC), in Via dell’Arme 5, avrà luogo la presentazione pubblica del volume: Le donne e il dolore di Eleonora Giovannini, edito da Free Service Group. L’iniziativa a cura dell’agenzia Ermes con il contributo del Comune di Belforte del Chienti e dell’Associazione Culturale “Mario Ciocchetti” intende essere occasione di approfondimento e dibattito sul problema della violenza contro le donne e la violenza in genere nella sua complessità nel quadro delle tante e puntuali manifestazioni che certamente vengono proposte in occasione della Festa della Donna. Durante l’incontro, offrirà il suo contributo: Roberto Paoloni – Sindaco del Comune di Belforte del Chienti; mentre il successivo dibattito che seguirà la presentazione vedrà protagonisti: Elio Carfagna – Presidente Associazione Culturale “Mario Ciocchetti”; Eleonora Giovannini – Scrittrice e poetessa, autrice del libro; Michela Pieroni – Psicologa e psicoterapeuta; Veronica Verolini – Psicologa e psicoterapeuta. Le donne e il dolore – qualche informazioneAdottando un eloquio discreto e rispettoso che si fa carico di una narrazione sospesa fra saggio e poesia saldamente ancorate a suggestioni di cronaca ove la dimensione musicale del linguaggio diventa cifra espressiva che veicola emozioni senza cadere nella retorica di genere, il volume di Eleonora Giovannini tratta di quel particolare rapporto fra la dimensione femminile e il sentimento più negato nella cultura contemporanea. Il testo, che si avvale della prefazione di Pierangelo Sapegno, nota penna del giornalismo italiano e di un notevole corredo di immagini di Giuliano Grittini, fotografo della poetessa, Alda Merini, analizza il tema del dolore dal punto di vista sociale, psicologico e antropologico. Si avvale della descrizione delle cause che inducono alla sofferenza e che emergono attraverso la trascrizione di testimonianze reali di un gruppo di donne. In tal senso

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In arrivo Tipicità 2019: nel grembo dell’eccellenza

Presentata la ventisettesima edizione del Festival in programma al Fermo Forum dal 9 all’11 marzo alla scoperta dei sapori e dei gusti delle Marche, delle Piccole Italie e del mondo. Di Annarita Felcini E’ in arrivo Tipicità 2019, la fiera enogastronomica marchigiana, giunta alla ventisettesima edizione e in programma al Fermo Forum dal 9 all’11 marzo. Alla presentazione della nuova edizione 2019, che si è tenuta all’Auditorium San Filippo Neri di Fermo la settimana scorsa, c’era tutta la grande comunità di Tipicità: imprenditori, pubblici amministratori, associazioni di categoria, Università ed istituti di formazione. “Tipicità cresce, si rinnova e coinvolge sempre di più. Per Fermo è un grande onore ospitare l’evento e tutto ciò che è nato con esso, le relazioni con altre realtà italiane ed estere, nonché il Grand Tour delle Marche”, queste le parole del sindaco Paolo Calcinaro nel varare ufficialmente la kermesse. L’edizione numero ventisette di Tipicità, diventata negli anni punto di riferimento nazionale, si presenta al via come una vera e propria “esperienza a cinque sensi”. Oltre duecento realtà in rassegna, comunità internazionali, volti noti, un palinsesto ricchissimo di eventi. Tre ambienti ad indicare la rotta per il visitatore: in primis cibo, poi making e turismo di scoperta. A catturare l’attenzione saranno i focus sul biologico, i percorsi tra vitigni antichi, l’effervescenza delle birre artigianali, i prodotti di supernicchia, nutraceutica e biodiversità, il cibo del futuro. “Ci sarà inoltre un grembo centrale – ha dichiarato il direttore Angelo Serri – dal quale partire per una coinvolgente esperienza tra gli oltre 100 eventi ed i 13.000 mq del Fermo Forum”. Pubblico professionale ed appassionati avranno numerose iniziative per incontrarsi, approfondire, scoprire tipicità e futuro, insieme a personaggi quali Paolo Mieli, Duilio Giammaria, Barbara Serra e tantissimi altri. Performance di Claudio Sadler, Alessandro Circiello e Paolo Gramaglia animeranno l’Accademia

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Il genio grafico di Sara Pichelli dietro l’Oscar 2019 al Miglior Film d’Animazione

La trentaseienne disegnatrice di origini marchigiane collabora da tempo con la Marvel, colosso americano dei fumetti. Di Alberto Piastrellini Alla 91 edizione della cerimonia di consegna degli Academy Award, più noti come Premio Oscar, la bravura di una disegnatrice italiana contribuisce alla fortuna del film d’animazione Spider-Man: Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman che esce dalla competizione a testa alta fiero dell’Oscar come Miglior Film d’animazione avendo superato nel gradimento dei votanti: Gli Incredibili 2 di Brad Bird; L’isola dei cani di Wes Anderson; Mirai di Mamoru Hosoda e Ralph spacca Internet di Phil Johnston e Rich Moore. Un po’ della bravura e della creatività nazionale declinata al femminile entra quindi anche in questa edizione ove, purtroppo, è stata fin troppo evidente l’assenza del Cinema italiano che pure ha sfornato registi, costumisti, scenografi, sceneggiatori e musicisti indubbiamente da Oscar!Questa volta è toccato a Sara Pichelli, origini marchigiane (Porto Sant’Elpidio), classe 1983, fumettista e disegnatrice, nonché insegnante alla Scuola internazionale di Comics di Roma, dare il contributo italiano al film d’animazione statunitense avendo già ricoperto il ruolo di artista principale nella seconda serie di Ultimate Comics: Spider-Man, pubblicato dalla Marvel nel settembre 2011.L’animatrice ed illustratrice trentaseienne, peraltro, ha collaborato con il colosso USA dei fumetti sin dal 2008, allorquando è stata scoperta dalla Marvel Comics nel corso di una ricerca internazionale di talenti.Sara Pichelli, dopo gli studi nella Scuola internazionale che oggi la vede nei panni di insegnante, muove i primi passi nel mondo del cinema d’animazione come storyboarder e character designer; nel frattempo pubblica “La vie en rouge” nella raccolta a fumetti “Sesso col coltello” (edizioni Cut-Up), adattamento a fumetti dell’omonimo libro di Alda Teodorani.In seguito, ha lavorato come layout assistant per le serie a fumetti Star Trek e Ghost Whisperer con Elena Casagrande e

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“Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” all’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma

Sarà presentato all’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma in occasione dell’8 marzo “Festa della Donna” il libro di Eleonora Giovannini “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa”. Di Annarita Felcini Per la Festa delle Donne il prossimo 8 marzo un appuntamento da non perdere: presso il Salone delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma, alle ore 16.30, sarà presentato il libro che sta riscuotendo grande successo in tutta Italia “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” della scrittrice anconetana Eleonora Giovannini. “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” è il racconto autobiografico di un’amicizia sincera, intensa, ma anche un viaggio itinerante che sa di poesia, arte e vita vera. Una storia a due, intorno all’universo umano e poetico di una grande voce lirica italiana ed europea, quella di Alda Merini. Ospite d’onore dell’evento sarà Irene Pivetti, già presidente della Camera dei Deputati e autrice della prefazione del volume. Presenterà Neria De Giovanni, scrittrice e presidente dell’Associazione Internazionale dei critici letterari europei. Parteciperanno Isabella de Paz giornalista e scrittrice, Laura Tondi medico e umanista, Paola Pallotta storica dell’arte, mentre l’attrice Patrizia Caligiore reciterà alcuni brani del libro e alcune poesie scritte dalla tanto amata Alda Merini. Per coloro che vorranno prendere parte all’incontro, si raccomanda la compilazione della scheda di adesione alla presentazione del libro, allegata alla locandina dell’evento, da inviare all’indirizzo mail info@ermes-agency.it.
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Una vita per l’arte, fino all’ultimo respiro. Muore l’attore Salvo Cosentino

Ci lascia un attore di teatro che ha fatto dell’arte un inno alla vita. Di Eleonora Giovannini Salvo Cosentino, attore catanese, un’intera esistenza decicata alla sua passione per il teatro, lascia in lacrime il suo pubblico, i suoi amici, la sua famiglia. Affetto da tempo da una grave malattia che compromette la funzionalità dei suoi polmoni, la fibrosi polmonare idiopatica, Salvo ha intensificato la sua arte, attribuendole quella sorta di missione a spronare chi soffre a non arrendersi mai. La sua teatralità sfoggiata sul palco, quasi giocando con la bombola di ossigeno che era costretto a tenere ovunque con sè, metteva in risalto l’ironia attraverso cui coraggiosamente intraprendeva l’avventura della vita. Caparbio, tra comicità e malinconia, recitava in teatro per esorcizzare il dolore, talvolta anche nella vita, perchè quella sua vita gli era cara, dono ogni respiro concesso. Un dono era anche il suo talento, che aveva fatto parte di lui anche prima della malattia sopraggiunta, definita sarcasticamente “Visita inopportuna”. Di opportune restano invece le sue parole, sempre rivolte a coloro che soffrono, come soffriva lui. Salvo è vissuto esortando chiunque ad amare la vita e a considerarla un privilegio da abbracciare. E’ ciò che ha saputo fare lui, fino al giorno di San Valentino, che sembrava volergli ridare speranza grazie ad un trapianto polmonare. Le ultime ore le aveva trascorse al telefono con la sua più cara amica, Monica Capasso, condividendone una condizione che li rendeva fratelli. Salvo venne intervistato qualche tempo fa. Attraverso la sua voce è possibile ricordarlo e fare tesoro della sua straordinaria ricchezza d’animo, carica di amore per gli altri e per la vita. ASCOLTA L’INTERVISTA
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Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile

La Commissione Ue celebra l’evento ricordando dati e iniziative di contrasto ad un problema ancora troppo sottaciuto e nascosto, purtroppo ben più diffuso di quanto si immagini. Di Alberto Piastrellini Oggi, 6 febbraio, si celebra la Giornata Internazionale della tolleranza zero nei confronti delle pratiche di mutilazione genitale femminile, istituita dall’Assemblea generale dell’ONU il 20 dicembre 2012, con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione e azioni concrete per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Usanza raccapricciante e ancora troppo diffusa in alcuni Paesi del mondo, purtroppo eseguita, spesso in casa o comunque in strutture ove non è possibile garantire alcun controllo igienico o medico, anche in Occidente, ovviamente di nascosto. Le stime, proprio per questo molto indicative, indicano come nel mondo oltre 200 milioni di donne (500.000 nella sola Europa) siano state sottoposte a queste pratiche che nulla hanno a che vedere con la salute del corpo o con il benessere, rientrando nel nebuloso e tutto soggettivo territorio della tutela dell’onore e della tradizione. Al ritmo attuale, si teme che di qui al 2030, altri 68 milioni di giovani ragazze dovranno subire questo trauma nei Paesi ove tali azioni sono praticate abitualmente (e quindi più o meno censibili). Ricordiamo che sotto la denominazione di mutilazione genitale femminile rientrano tutta una serie di operazioni che vanno dall’escissione parziale a quella completa dei genitali femminili esterni; dalla rimozione parziale o totale del clitoride alla rimozione di piccole e grandi labbra, sino al restringimento dell’apertura vaginale con la sutura successiva alla rimozione delle parti esterne. Si possono ben immaginare le conseguenze invalidanti fisiche e psicologiche nel breve e nel lungo periodo per chi subisce tali operazioni senza contare i rischi derivanti dall’utilizzo di strumenti non chirurgici e dall’operato di persone non professioniste in campo medico-chirurgico. In occasione della Giornata Internazionale l’Alto rappresentante

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Il lento fumo della pipa nelle donne

Anche le donne fumano la pipa. Per quanto questo oggetto riconduca ad una visione poco elegante del suo utilizzo, quindi decisamente maschile, occorre invece rammentarne la sfuggente sensualità. Di Eleonora Giovannini Sono pipe a boccetta piccola, ma piu’ lunghe di quelle degli uomini, spesso meno ingombranti, di diverse forme e di materiale variegato. Pipe in legno, di schiuma, orientali e classiche, sono quelle che alcune donne fumano ed hanno fumato. Il passato si rivela in questo senso decisamente storico, se pensiamo che le protagoniste inaspettate sono state donne come Greta Garbo, Erika Blanc, Jaqueline Kennedy, le quali sia pubblicamente che intimamente tenevano spesso nella propria borsetta la sinuosa pipa. La pipa, il virtuoso vizio degli scrittori, dei poeti, dei metodici, tutti avvolti dalla nuvola rilassante e meditativa dall’aroma fragrante, dal sapore seduttivo, riflessivo, audace e introverso, silenzioso e impertinente, fantasioso quanto sottilmente indagatorio. Non casualmente la pipa viene fumata da ispettori e detective nei films polizieschi, quasi come pretesto per osservare il dettaglio e scoprire così il movente di un delitto. La pipa, tuttavia, riconduce anche alla saggezza, fumata da anziani serenamente appagati, lontani dal furore freddo e deleterio dell’esistenza pragmatica, forse anche per questa ragione tutti se ne innamorano, inclusse le donne che non si soffermano semplicente a guardare una vetrina di gioielli, ma sanno volgere il proprio sguardo oltre, con in bocca sbuffi di sogni, eleganza e silenti consapevolezze.
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