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Archivio vecchi articoli di Donna di Fiori

Lavanda: il profumo del relax e della memoria

I mille volti di un genere vegetale da sempre utilizzato per le virtù benefiche delle sue sostanze caratterizzanti; dal corpo alla casa, sino alla pittura. Di Alberto Piastrellini Pochi profumi al mondo hanno il pregio di aver accompagnato l’esistenza quotidiana di generazioni intere di persone in territori vastissimi e geograficamente lontani. Certo, le resine vegetali e i vari tipi di incenso usati in varie cerimonie, non solo quelle religiose, ne hanno decretato la diffusione globale, ma fra i tanti doni preziosi che la Natura ci offre dal punto di vista delle sensazioni olfattive, la Lavanda, rappresenta il profumo per eccellenza.Da sempre è sinonimo di pulizia, benessere, pace interiore e per le sue innumerevoli virtù che vanno ben al di là del semplice aroma viene utilizzata per varie preparazioni, anche gastronomiche: sciroppi, dolcibiscotti, gelati, ecc.. Senza contare che la lavanda (o meglio il suo prezioso olio essenziale) viene ampiamente utilizzato, non solo nella cosmetica (shampoo, bagnischiuma, creme, tonici per il viso, acque di profumo) ma anche nell’industria chimica dei prodotti per l’igiene della casa. Le qualità della lavanda, poi, non si fermano qui, infatti, l’olio di lavanda è anche un apprezzato diluente per colori ad olio usati nelle belle arti, ove oltre al suo caratteristico e gradevole odore conferisce ai colori un impasto morbido che deriva dalla sua volatilità molto lenta. Andiamo a conoscere meglio questa pianta, o meglio questo genere di piante (Lavandula) cui appartengono numerose specie. Innanzi tutto, il nome: fissato nel ‘700 da Carl Nilsson Linnaeus medico, botanico, naturalista e accademico svedese, a cui si deve la paternità della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi. Linneo adotta quello suggerito anni prima dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort che, a sua volta si era ispirato al gerundivo latino del verbo lavare: lavandus, lavanda, lavandum che designa ciò che […]

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Moda Primavera-Estate 2019: i trend must have per donne di tutte le età

Colori e tendenze per la moda primavera-estate 2019: un vero e proprio arcobaleno di tessuti con stampe, pois, fiori, righe, tie dye e animalier per donne di tutte le età. Autore: Anna Rita Felcini Cosa andrà di moda la prossima primavera-estate? Abbiamo guardato attentamente per voi le migliori tendenze dei marchi d’abbigliamento più famosi per i prossimi mesi del 2019 e abbiamo realizzato un vademecum per abiti e accessori, dedicato a tutte le donne, più e meno giovani, perché tutte possiamo essere alla moda ed eleganti senza esagerare nello stile e nella spesa. Prima di tutto quello che cambia quest’anno, oltre ad alcuni modelli di abiti, sono gli abbinamenti dei nuovi colori moda per l’estate 2019. Tanti abiti bianchi, poi beige, total black, rosso, toni pastello, soprattutto giallo, arancio e corallo, vestiti argento e nei colori della terra (tortora, nocciola e cioccolato). Il beige, in particolare, è il colore estivo più trendy perfetto per trench, abiti facili e tailleur con gonne o pantaloni. I migliori esempi arrivano dalla collezione donna primavera estate di Burberry, Riccardo Tisci, Max Mara, fatta con capispalla realizzati in tessuto o in vinile e combinati sempre tono su tono con gonne drappeggiate a tubino sotto il ginocchio, e Tom Ford, che ha creato vestiti corti con mantella e gonne beige abbinate a giacche in raso grigio per una eleganza unica. I modelli che andranno per la maggiore saranno le gonne lunghe plissettate e i vestiti in maglina aderente, gonne più corte davanti e più lunghe dietro, i tubini stretch coloratissimi, i trench e gli spolverini leggerissimi e lunghi, i pantaloncini da ciclista lanciati lo scorso anno da Kim Kardashian ma in versione sartoriale o il leggins sportivo al ginocchio da portare con la giacca come ha proposto Chanel. E ancora vestiti maxi e vestiti all’uncinetto, abiti […]

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INCI: per conoscere gli ingredienti dei prodotti cosmetici

Il suo obbligo è relativamente recente; saperlo leggere bene è difficile quanto essenziale. Di Eleonora Sbaffi Quando si va a fare la spesa è buona norma leggere l’etichetta di un cibo o di un prodotto per vedere cosa contiene. Sarebbe altrettanto saggio adottare questa abitudine anche quando si acquistano creme, bagnoschiuma e altri prodotti per il corpo. Saper leggere l’etichetta di questi infatti, è molto utile e diventa essenziale per quelle persone che soffrono di allergie a qualche ingrediente, ma anche a coloro che vogliono semplicemente fare un acquisto responsabile e consapevole. Per questo, dal 1997 l’Unione Europea ha reso obbligatorio l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), cioè la nomenclatura internazionale usata per gli ingredienti dei cosmetici. Il suo principale scopo è proprio quello di tutelare il consumatore, informandolo sugli ingredienti che un determinato prodotto contiene. I consumatori sono diventati sempre più sensibili e attenti nella scelta dei prodotti, scegliendo maggiormente prodotti bio, che non contengono microplastiche che non sono testati sugli animali ecc.. Ma per fare un acquisto consapevole è necessario imparare a leggere e decifrare l’INCI dei prodotti. Ecco alcune informazioni da tener conto quando si acquista un prodotto. Innanzitutto, i componenti di un prodotto cosmetico sono sempre elencati in ordine di quantità decrescente. Questo significa che il primo ingrediente è quello presente in quantità maggiore e l’ultimo in quantità minore. Gli ingredienti che sono presenti al di sotto dell’1% sono inseriti in ordine sparso. Solitamente nelle creme, il primo ingrediente, quello più presente, è l’acqua. Un alto fattore da tener conto è il linguaggio; se un ingrediente è scritto col suo nome botanico originario in latino significa che non ha subito trasformazioni chimiche e quindi è stato inserito tal quale, invece, se è scritto in inglese significa che ha subìto una sintesi chimica.Per identificare i colori si usa […]

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Palestra fai-da-te in casa: esercizi e attrezzi homemade per restare in forma

Se non amate allenarvi in palestra, seguite il trend dell’homefitness, ovvero della palestra in casa fai-da-te. Ecco i consigli, gli attrezzi e i tutorial per esercizi semplici ed efficaci. Di Anna Rita Felcini Passiamo ore sedute in ufficio o sedute in macchina, poi corriamo da una parte all’altra, a ritmi frenetici per tutta la settimana, perché dobbiamo pensare alla famiglia, alla spesa, alla casa. E sempre più spesso non abbiamo tempo da dedicare al nostro fisico, tempo per mantenerci in forma, soprattutto col passare degli anni, perché le ore a disposizione in una giornata sono “finite”, così come i soldi da spendere. Né tantomeno abbiamo voglia di preparare di corsa la borsa per andare in palestra, fare la fila per usare un attrezzo, aspettare il turno per fare la doccia e chiedere ogni volta all’assistente di sala o all’istruttore come si usa quel tapis roulant… Ma tenere il nostro corpo in forma, facendo qualche esercizio un paio di volte a settimana, sarebbe proprio ciò di cui il nostro organismo avrebbe bisogno. E allora quale alternativa migliore dell’homefitness per dimagrire, recuperare un po’ di energia e scaricare un po’ di tensione? Fare palestra a casa, ormai, è diventata una vera e propria moda, non solo per chi ha poco tempo, ma anche per chi non ama l’ambiente dei centri sportivi, per chi è particolarmente pigro e per chi non vuole spendere soldi. Se avete una stanza libera in casa, ma anche un angolo in camera da letto, in salone o in terrazzo, è proprio lì che dovrete pensare ad organizzare la vostra piccola palestra. Bastano, poi, un tappetino per fare ginnastica, due bottiglie d’acqua da 1 litro e mezzo, una scopa, una sedia e la “home gym” è pronta. Ecco alcuni esercizi utili e qualche attrezzo “homemade” per mantenersi in forma […]

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Bonsai: connubio gentile tra Natura e Arte

Piccoli capolavori di scultura vegetale la cui cura e contemplazione inducono all’armonia interiore. Di Alberto Piastrellini Osservare un bonsai è sempre un’esperienza che tocca corde nascoste nel profondo dell’animo. Quel piccolo abete, quell’acero fronzuto, quella quercia contorta e vecchissima sembrano un fotogramma in campo lunghissimo di un fantastico bosco ideale dove gli alberi hanno una forma precisa e rispondono a determinate associazioni di idee. Poi ci si avvicina e si scopre la magia delle proporzioni complessive che creano quell’illusione: il reticolo della corteccia, la forma coerente del tronco, le foglie in miniatura, minuscole “colline” di muschio che incorniciano la base della pianta in un paesaggio sereno e severo al tempo stesso ove, ugualmente, la forma armonica del vaso contribuisce a costituire un frammento di realtà che parla del tutto. L’arte di far crescere le essenze arboree in piccoli vasi, ingrossando il tronco ed “educando” i rami per conformarli ad un disegno complessivo che risponde a canoni estetici precisi si è sviluppata in Giappone a partire dal VI Secolo, allorquando studenti e diplomatici del Sol Levante tornarono dalla Cina della dinastia Tang con vasi contenenti “giardini in miniatura” chiamati penjing. Nei secoli successivi l’approccio filosofico Zen favorì, come in molti altri aspetti della vita e delle attività quotidiane, il fiorire di una disciplina ibrida, in questo caso connubio fra botanica, giardinaggio e scultura volta a produrre “piante in ciotola”: bonsai, infatti, è il termine nato dall’unione dei caratteri bon (ciotola) e sai (piantare), con l’obiettivo di riprodurre in casa, per il proprio e l’altrui godimento, un’opera vivente in grado di suggerire sensazioni quali solo le grandi manifestazioni della natura possono evocare. La forza di una conifera abbarbicata alla roccia della montagna piegata negli anni dal vento impetuoso, oppure la contorta maturità di un albero secolare o, perché no, l’assurda perseveranza della […]

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Le donne di investigatori famosi in tv e nella letteratura

Colombo e Maigret sono due famosi investigatori. Il primo è il protagonista di una fortunata serie TV, il secondo un noto personaggio della letteratura gialla. Entrambi non sarebbero stati completi se chi li ha ideati non avesse dato loro una compagna di vita che li completasse e li rendesse più credibili. Di Anna Rita Rossi Quanti di voi si sono chiesti che aspetto potesse avere la moglie di un tipo singolare come il tenente Colombo. Anche i detective di famose serie televisive o investigatori della polizia non possono fare a meno di una presenza femminile al loro fianco, che il più delle volte serve a caratterizzare il personaggio o a dare a esso uno spessore più umano, una prospettiva più quotidiana. Serve insomma, a rendere il personaggio di fantasia più vero. Colombo è un interessante esempio. Il tenente di polizia più tenace e fastidioso che mai mente di sceneggiatore abbia potuto creare, è chiaramente molto affezionato a sua moglie; spesso la sua consorte viene nominata dal poliziotto durante la sua routine lavorativa: mentre interroga un sospettato o parla con i suoi sottoposti.I suoi gesti, il tono della voce che si addolcisce sono tutti segnali della profonda stima che Colombo ha per la sua compagna di vita.Eppure questa donna così importante non compare mai e non ne conosciamo neppure il nome “mia moglie”, la “signora Colombo” sono i termini con cui il tenente di polizia la nomina costantemente quando racconta un aneddoto o un episodio del suo indubbiamente tranquillo ménage familiare. Un altro esempio di figura femminile che è passata alla storia della letteratura gialla è la discreta moglie dello schivo commissario Maigret Quale donna può stare al fianco di un uomo che ha della natura umana una conoscenza così profonda?Anche il famoso commissario del Quai des Orfèvres di Parigi ha […]

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Fuga dall’altare

La sposa è pur sempre una persona. In quante si sono ritrovate sul punto di fuggire come accadde nel famoso film di Garry Marshall, se scappi ti sposo? Di Eleonora Giovannini Forse oggi succede di meno, visto l’aumento delle convivenze rispetto al tradizionale matrimonio, ma quando capita sono guai, visti i costi elevati per il memorabile giorno. Costo matrimonio2019: prezzo minimo costo massimo Pranzo – cena di nozze 100 persone da 5.000 euro – 50/p 15.000 euro – 150/p Location da 1.500 euro a 5.000 euro Musica da 300 euro a 800-1.00 euro Bomboniere da 500 euro a 2.500 euro La tabella riportata indica una media dei costi non certo alla portata di tutti, anche per questa ragione le spose incerte finiscono con lo sposarsi lo stesso, evitando di arrecare dispiacere ai propri genitori. Per non deludere le aspettative di mamma e papà, si rischia in questo modo di compromettere l’intera esistenza e la sacrosanta felicità. Meglio fuggire nonostante le spese? Meglio ancora rifletterci a monte, se si è attratti dalla cerimonia più che dal consorte. L’amore è gran cosa, facile da confondere con la fantasia, perchè spesso ci si sposa per completarci o perchè l’amore sembra tale anche se non lo è. Dunque, se vi troverete sull’orlo del precipizio e non siete certi della scelta fatta, dimenticate la tabella dei costi e immedesimatevi più che potete nella protagonista Pretty Woman. A volte i film sono migliori della realtà.

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Donna InCanto: Carmen, la seduzione sfrontata e ribelle

Esotismo ed erotismo nella figura della zingara ribelle che da 144 anni accende le fantasie del pubblico del mondo. Di Alberto Piastrellini “Quand je vous aimerai? Ma foi, je ne sais pas. Peut-être jamais, peut-être demain. Mais pas aujourd’hui, c’est certain!” (Traduzione: “Quando vi amerò? In fede mia non so. Può essere, mai; può essere domani. Ma non oggi, è sicuro!”) L’entrata in scena di Carmen, a metà del primo atto dell’Opera omonima di George Bizet è qualcosa di sconvolgente nella sua sfrontata esuberanza giovanile e popolare al tempo stesso; sapientemente e teatralmente ritardata da due scene dove l’atmosfera accaldata del pomeriggio sivigliano si colora dell’attesa spasmodica di gruppi maschili diversi bramanti l’arrivo delle donne. Non già le figurine putibonde in guanti di pizzo e ombrellino o le ingenue contadinelle che affollano la piazza, buone, se mai, per metter su famiglia o per scimmiottare qualche conquista galante, ma le ruvide, provocanti, scosciate e sguaiate sigaraie la cui anima seduttrice e perversa è Carmen, sex symbol ante litteram che accende le fantasie borghesi con un portato di sensualità fisica e verbale amplificato da una partitura orchestrale accesa e violenta, evocatrice e ammaliatrice. Scopriamo insieme questo personaggio che dal 1875 costituisce un archetipo dell’opera lirica e della femminilità. Prima ancora che sulle scene, Carmen vede la luce nella novella omonima pubblicata nel 1845 da Prosper Mérimée: un torbido quadretto in quattro parti che adombra relazioni adulterine e crimini passionali nel contesto di una Spagna accesa dal fuoco dei sensi. Un soggetto di per sé già scandaloso che però, aveva tutte le caratteristiche – adeguatamente sfrondato delle parti più “forti” – per intrattenere il pubblico di famiglie del Théâtre national de l’Opéra-Comique di Parigi che, nel 1873 aveva commissionato a George Bizet l’incarico di trarne un’opera. Il musicista e i librettisti Henri Meilhac […]

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