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Archivio vecchi articoli di Donna di Fiori

Castagnole: simbolo del Carnevale

di Susanna Spinelli Il nome varia da regione a regione, ma le castagnole in quasi tutta Italia, rappresentano il carnevale. Questa festa legata all’abbondanza, riempie in pochi giorni le strade e le piazze delle nostre città di carri allegorici, maschere, stelle filanti, coriandoli e allegria. Oltre i colori che si impadroniscono delle vie, anche i profumi di questi dolcini invadono l’aria e visto che sono i preferiti da grandi e piccini, vi lascio la mia ricetta…buon lavoro ma soprattutto buon appetito Ingredienti: 6 uova, 8 cucchiai di zucchero, la buccia grattugiata di un limone e di una arancia,  un pizzico di sale, 1 bicchierino di mistrà e 1 di rum,  ½ bicchiere di olio di semi, 1 yogurt bianco cremoso, 1 bustina di cremor tartaro,  1 bustina di lievito in polvere per dolci, 450 gr. circa di farina per dolci, olio e strutto per friggere, zucchero a velo q.b. Procedimento: Mettere nel recipiente della planetaria le uova con lo zucchero, il pizzico di sale e le bucce grattugiate del limone e dell’arancia. Azionare le fruste e far montare un po’ questi primi ingredienti. Proseguire poi aggiungendo tutti gli altri ingredienti lasciando la farina per ultima. L’impasto dovrà risultare cremoso in quanto si tirerà su con il cucchiaio.  Far riscaldare olio e strutto in una padella larga da frittura, far scendere nell’olio una quantità regolare di impasto aiutandosi con due cucchiai. Scuotere la padella e rigirare le castagnole per una cottura uniforme fino a doratura, appena pronte con un ragno scolarle sulla carta assorbente da cucina. Spolverare con lo zucchero a velo quando sono ancora tiepide.

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Villa Lante, racconto magico di acqua e di verde

Fra i più bei giardini italiani del ‘500, Villa Lante stupisce il visitatore con meravigliose fontane che costituiscono un interessante “racconto” allegorico del rapporto Uomo-Natura. Di Alberto Piastrellini Un’idea per una gita domenicale alla scoperta della bellezza nascosta nel nostro patrimonio storico architettonico, non disgiunto da suggestioni verdi è rappresentata dalla mèta di Villa Lante, divertente capriccio del ‘500 italiano a pochi Km da Viterbo nel piccolo centro di Bagnaia. La visita alla Villa e al suo magnifico parco-giardino che ricadono fra i luoghi di cultura del Ministero per il Beni e le Attività Culturali – Polo Museale del Lazio offre la possibilità di immergersi in un contesto dove Arte e Natura convivono da sempre in un rapporto privilegiato mediato dalla presenza significativa dell’acqua utilizzata per costruire una sorta di messaggio cifrato nascosto nella presenza delle innumerevoli fontane che costituiscono l’attrazione principale del giardino stesso. Un po’ di storiaOltre 22 ettari di parco concepiti in primo luogo nei primi anni del ‘500 quando il Cardinale Raffaele Riario volle creare una sua personale riserva di caccia: il “barco”, cintando con un’alta murata la sommità di un intero colle. I proprietari che si succedettero nell’arco di un secolo, ovvero i cardinali Niccolò Ridolfi, (1538 – 1550); Giovanni Francesco Gambara (1568 – 1587), Federico Cornaro (1587 – 1590); Alessandro Peretti Montalto (1590 – 1623) apportarono modifiche consone alle proprie diverse esigenze e personalità aggiungendovi vari ambienti adibiti ad abitazione, scuderie e casini di caccia seguendo i gusti e la moda del tempo in un gioco di sovrapposizioni di stili diversi. Il tutto sino al 1656 quando Villa e Giardino passarono in enfiteusi alla famiglia Lante della Rovere che ne mantenne la proprietà sino al 1933. Villa Lante: suggestioni verdiPasseggiare nel Parco fra le selve di querce secolari, platani, cedri ed ippocastani cullati dal […]

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Donne in musica, compositrici con la gonna: Francesca Caccini

Le donne hanno lasciato tracce importanti nella storia e in tutti i settori della cultura, ma pochi sono i riconoscimenti che rendono loro merito. Di Anna Rita Rossi L’espressione “prima donne e bambini” è una consuetudine di tipo cavalleresco/marinaro, secondo cui donne e bambini debbono essere salvati per primi in caso di pericolo di vita.Questa cortesia sociale, purtroppo, è stata riservata alle donne solo nei casi estremi e “passa in cavalleria” all’istante, quando si parla di donne in ambiti come storia e cultura in genere; sono davvero poche le figure femminili che hanno passato il “filtro” dei tempi e io vorrei “spezzare una lancia” a favore delle donne musiciste. La storia della musica, se non le avesse ignorate, avrebbe avuto molte figure di donne: compositrici, cantanti ed esecutrici che avrebbero potuto figurare a pari merito con i loro colleghi uomini, ma così non è stato e, purtroppo, non è così tuttora. Molte cantanti hanno calcato le scene, ci sono testimonianze di grandi strumentiste e molte composizioni hanno firme femminili, ma sono relegate in una sorta di ripostiglio, da cui vengono tirate fuori come un vecchio cimelio magari per l’8 marzo o perché qualche studioso ha deciso di dedicare uno studio specialistico al riguardo. Una di queste donne che merita di essere ricordata è Francesca Caccini.Nasce a Firenze il 18 settembre 1587 da una famiglia di musicisti.Francesca fu compositrice, clavicembalista e cantante; fu la prima donna a scrivere un’opera “La liberazione di Ruggiero dall’isola d’Alcina” (eseguita per la prima volta il 3 febbraio 1625 a Poggio Imperiale) e fu, probabilmente, la più prolifica compositrice del suo tempo; è considerata una fra le donne che maggiormente hanno contribuito all’evolversi della nascente musica barocca all’inizio del Seicento. L’opera della Caccini è la prima opera lirica composta da una donna e anche la prima […]

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Salvia: miti e leggende

Nel corso dei secoli la salvia è stata apprezzata e considerata un’erba sacra grazie alle sue numerose proprietà curative. Di Agnese Mengarelli La salvia viene utilizzata spesso in cucina per addolcire il sapore forte e robusto di certi carni, mentre in erboristeria è indicata per le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antisudorifere, astringenti, cicatrizzanti e digestive. È una delle piante più diffuse e utilizzate, ma in pochi conoscono i miti e le leggende legati a questa erba. È stata considerata un’erba sacra da diversi popoli e deriva il proprio nome dal termine latino salvus, “sano, in salute”, proprio in riferimento alle proprietà curative che in ogni epoca le sono state attribuite. Già i Druidi, convinti che le facoltà divinatorie della salvia aumentasse la loro capacità profetica e rituale, erano soliti aggiungerne alle loro bevande, come l’idromele o la cervogia. Per i Celti la salvia era la panacea di tutti i mali, veniva usata in numerosi disturbi ed erano talmente tante le aspettative per questa pianta da essere considerata utile persino a resuscitare i morti. Nell’Antico Egitto le si attribuivano anche doti afrodisiache e di fecondità, infatti, si racconta che Cleopatra la usasse per sedurre gli amanti ed era la pianta che rendeva le donne più fertili. Nell’immaginario medievale la salvia era considerata una sorta di rimedio universale ed era talmente importante da essere immagine della vita stessa del padrone di casa: se la pianta nell’orto era vigorosa, anche il padrone di casa godeva di buona salute e la famiglia era nella prosperità, ma se la pianta era appassita o secca, il capofamiglia era ammalato o addirittura morto. Associata con zafferano, cannella e aglio, la salvia diventava un potente talismano in grado di proteggere dai malefici e conservare la salute. Nella tradizione cristiana la salvia è legata alle vicende della Sacra Famiglia […]

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Studiare di più fa diminuire il rischio di contrarre patologie croniche

Secondo uno studio dell’Osservatorio nazionale sulla salute effettuato su tutte le Regioni italiane, chi ha un titolo di studio più elevato previene i rischi di ipertensione, artrosi e artrite, osteoporosi, diabete e patologie cardiache. Di Annarita Felcini Più studiamo, meno rischiamo di ammalarci. Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale sulla Salute studiare di più, oltre a dare dei vantaggi dal punti di vista lavorativo, previene anche il rischio di sviluppare malattie croniche. Sulla base dei dati dell’Istituto, diretto da Walter Ricciardi con sede a Roma all’Università Cattolica, nel 2017 nella fascia di età tra i 45 e 64 anni (quella in cui insorge la maggior parte delle cronicità), la percentuale di persone con licenza elementare o nessun titolo di studio era affetta da almeno una patologia cronica, pari al 56,0%. Ma scendeva al 46,1% tra coloro che hanno un diploma e al 41,3% tra quelli che possiedono almeno una laurea. L’artrosi/artrite, l’ipertensione e il diabete sono le malattie per le quali questo fenomeno è più forte e per cui si riscontrano i maggiori divari sociali; con riferimento ai titoli di studio estremi (nessun titolo-laurea) le differenze ammontano, invece, a 13,1, 12,5 e 7,4 punti percentuali a svantaggio dei meno istruiti. E si registrano differenze anche rispetto alle professioni. Le categorie più colpite da patologie croniche sono i disoccupati e gli autonomi: tra i primi la percentuale di coloro che soffrono di almeno una patologia cronica è di circa il 36,3%, mentre tra i secondi si attesta al 34,6%. Rispetto alla condizione di multicronicità, i disoccupati mostrano mediamente maggiori svantaggi rispetto ad artrosi/artrite e disturbi nervosi. Tra gli autonomi la patologia per la quale manifestano in media lo svantaggio più penalizzante è l’ipertensione. Nel 2018, invece, sempre secondo l’Osservatorio, le malattie croniche hanno interessato quasi il 40% della popolazione italiana, vale […]

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In arrivo Tipicità 2019: nel grembo dell’eccellenza

Presentata la ventisettesima edizione del Festival in programma al Fermo Forum dal 9 all’11 marzo alla scoperta dei sapori e dei gusti delle Marche, delle Piccole Italie e del mondo. Di Annarita Felcini E’ in arrivo Tipicità 2019, la fiera enogastronomica marchigiana, giunta alla ventisettesima edizione e in programma al Fermo Forum dal 9 all’11 marzo. Alla presentazione della nuova edizione 2019, che si è tenuta all’Auditorium San Filippo Neri di Fermo la settimana scorsa, c’era tutta la grande comunità di Tipicità: imprenditori, pubblici amministratori, associazioni di categoria, Università ed istituti di formazione. “Tipicità cresce, si rinnova e coinvolge sempre di più. Per Fermo è un grande onore ospitare l’evento e tutto ciò che è nato con esso, le relazioni con altre realtà italiane ed estere, nonché il Grand Tour delle Marche”, queste le parole del sindaco Paolo Calcinaro nel varare ufficialmente la kermesse. L’edizione numero ventisette di Tipicità, diventata negli anni punto di riferimento nazionale, si presenta al via come una vera e propria “esperienza a cinque sensi”. Oltre duecento realtà in rassegna, comunità internazionali, volti noti, un palinsesto ricchissimo di eventi. Tre ambienti ad indicare la rotta per il visitatore: in primis cibo, poi making e turismo di scoperta. A catturare l’attenzione saranno i focus sul biologico, i percorsi tra vitigni antichi, l’effervescenza delle birre artigianali, i prodotti di supernicchia, nutraceutica e biodiversità, il cibo del futuro. “Ci sarà inoltre un grembo centrale – ha dichiarato il direttore Angelo Serri – dal quale partire per una coinvolgente esperienza tra gli oltre 100 eventi ed i 13.000 mq del Fermo Forum”. Pubblico professionale ed appassionati avranno numerose iniziative per incontrarsi, approfondire, scoprire tipicità e futuro, insieme a personaggi quali Paolo Mieli, Duilio Giammaria, Barbara Serra e tantissimi altri. Performance di Claudio Sadler, Alessandro Circiello e Paolo Gramaglia animeranno l’Accademia […]

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Il genio grafico di Sara Pichelli dietro l’Oscar 2019 al Miglior Film d’Animazione

La trentaseienne disegnatrice di origini marchigiane collabora da tempo con la Marvel, colosso americano dei fumetti. Di Alberto Piastrellini Alla 91 edizione della cerimonia di consegna degli Academy Award, più noti come Premio Oscar, la bravura di una disegnatrice italiana contribuisce alla fortuna del film d’animazione Spider-Man: Un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman che esce dalla competizione a testa alta fiero dell’Oscar come Miglior Film d’animazione avendo superato nel gradimento dei votanti: Gli Incredibili 2 di Brad Bird; L’isola dei cani di Wes Anderson; Mirai di Mamoru Hosoda e Ralph spacca Internet di Phil Johnston e Rich Moore. Un po’ della bravura e della creatività nazionale declinata al femminile entra quindi anche in questa edizione ove, purtroppo, è stata fin troppo evidente l’assenza del Cinema italiano che pure ha sfornato registi, costumisti, scenografi, sceneggiatori e musicisti indubbiamente da Oscar!Questa volta è toccato a Sara Pichelli, origini marchigiane (Porto Sant’Elpidio), classe 1983, fumettista e disegnatrice, nonché insegnante alla Scuola internazionale di Comics di Roma, dare il contributo italiano al film d’animazione statunitense avendo già ricoperto il ruolo di artista principale nella seconda serie di Ultimate Comics: Spider-Man, pubblicato dalla Marvel nel settembre 2011.L’animatrice ed illustratrice trentaseienne, peraltro, ha collaborato con il colosso USA dei fumetti sin dal 2008, allorquando è stata scoperta dalla Marvel Comics nel corso di una ricerca internazionale di talenti.Sara Pichelli, dopo gli studi nella Scuola internazionale che oggi la vede nei panni di insegnante, muove i primi passi nel mondo del cinema d’animazione come storyboarder e character designer; nel frattempo pubblica “La vie en rouge” nella raccolta a fumetti “Sesso col coltello” (edizioni Cut-Up), adattamento a fumetti dell’omonimo libro di Alda Teodorani.In seguito, ha lavorato come layout assistant per le serie a fumetti Star Trek e Ghost Whisperer con Elena Casagrande e […]

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Alice nel Paese delle Meraviglie

La vita come viaggio fantastico. Do Carmen Marinucci E’ tardi, è tardi, così urla concitato il Bianconiglio mentre corre con il suo orologio inseguito da una bimba.Lei si chiama Alice, è la protagonista del libro “Alice nel Paese delle Meraviglie” il capolavoro nonsense scritto da Lewis Carrol (pseudonimo di Charles Lutwige Dodgson) dove si racconta di una bambina che, addormentandosi, sogna di seguire un coniglio bianco precipitando in un mondo immaginario, dopo essere caduta in un buco del terreno. Il nuovo universo in cui Alice viene catapultata, è pieno di confusione, incontra strani personaggi un po’ matti e si ritrova coinvolta in situazioni surreali che non comprende. Tra un susseguirsi di giochi di parole, combinazioni numeriche, partite a croquet e tazze di tè, “Alice nel Paese delle Meraviglie” non è una semplice favola, ma un libro che nasconde molti significati. Nella storia, Alice da piccola diventa grande e pensa a sei cose impossibili prima di colazione. Le viene spesso chiesto: “cosa intendi dire?”, “Chi sei tu?”, o “Dove vuoi arrivare?”; mentre lo Stregatto asserisce: “Qui siamo tutti matti, io sono matto, tu sei matta, altrimenti non saresti venuta qui”. Il Viaggio di “Alice nel Paese delle Meraviglie”, lo dice lo stesso titolo, è un viaggio fantastico pieno di metafore che rappresentano la vita. Giorno dopo giorno affrontiamo difficoltà, cresciamo, cerchiamo di capire chi vogliamo essere e ciò che vogliamo raggiungere, la vita ci stupisce con sorprese e delusioni; quindi, come dice il Cappellaio Matto, dobbiamo circondarci di persone positive che ci facciano sorridere. Solo allora riusciremo a trovare il Paese delle Meraviglie.

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Reiki: canale di energia vitale universale

Nato in Giappone come metodo di risveglio spirituale, crescita personale e sistema naturale di auto-guarigione, il Reiki oggi è praticato in tutto il mondo. Di Agnese Mengarelli Il Reiki è una tecnica giapponese che viene utilizzata per trasferire energia vitale universale, attraverso l’imposizione delle mani. Si tratta di quell’energia grazie alla quale ciascuno di noi può ristabilire l’armonia tra il proprio Io interiore e gli agenti esterni e può essere utilizzata per rilassarsi, ridurre lo stress e alleviare numerosi disturbi.Il fondatore del Reiki fu Mikao Usui (1865-1926), un monaco giapponese docente in una piccola Università di Kyoto, che sviluppò questa tecnica dopo 21 giorni di digiuno e meditazione sul Monte Kurama. La praticò con costanza e la insegnò ad oltre 2000 persone durante la sua vita. La parola giapponese Reiki sintetizza, efficacemente, l’azione specifica del sistema di guarigione, infatti, essa è composta da Rei, che significa energia universale, e Ki, che significa energia vitale.L’energia vitale è l’energia che permea e avvolge qualsiasi corpo, vivente e non, e attraverso la sua circolazione apporta, sostiene e garantisce la vita.L’energia universale è l’energia divina, l’energia dell’Uno, la fonte inesauribile del tutto, del visibile e dell’invisibile, del materiale e del non-materiale.La tecnica è ordinata in 3 livelli distinti a cui si accede attraverso l’iniziazione di un Maestro.L’operatore Reiki non è né un guaritore né un terapeuta, è solo un canale di energia capace di trasmettere un profondo rilassamento, che già di per sé porta al benessere e attiva i propri lati forti per facilitare l’autoguarigione. Il Reiki ha 5 principi molto forti, un insieme di regole di vita, tramandate a Mikao Usui dall’Imperatore Meiji, che esprimono l’importanza di impegnarsi nelle cose giorno per giorno, senza ansia o fretta, concentrandosi sulla realtà del momento e vivendola intensamente. “Almeno per oggi Non arrabbiarti,Non ti preoccupare,Sii gentile […]

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“Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” all’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma

Sarà presentato all’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma in occasione dell’8 marzo “Festa della Donna” il libro di Eleonora Giovannini “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa”. Di Annarita Felcini Per la Festa delle Donne il prossimo 8 marzo un appuntamento da non perdere: presso il Salone delle Bandiere dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Roma, alle ore 16.30, sarà presentato il libro che sta riscuotendo grande successo in tutta Italia “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” della scrittrice anconetana Eleonora Giovannini. “Io e Alda Merini. Quello che nessuno sa” è il racconto autobiografico di un’amicizia sincera, intensa, ma anche un viaggio itinerante che sa di poesia, arte e vita vera. Una storia a due, intorno all’universo umano e poetico di una grande voce lirica italiana ed europea, quella di Alda Merini. Ospite d’onore dell’evento sarà Irene Pivetti, già presidente della Camera dei Deputati e autrice della prefazione del volume. Presenterà Neria De Giovanni, scrittrice e presidente dell’Associazione Internazionale dei critici letterari europei. Parteciperanno Isabella de Paz giornalista e scrittrice, Laura Tondi medico e umanista, Paola Pallotta storica dell’arte, mentre l’attrice Patrizia Caligiore reciterà alcuni brani del libro e alcune poesie scritte dalla tanto amata Alda Merini. Per coloro che vorranno prendere parte all’incontro, si raccomanda la compilazione della scheda di adesione alla presentazione del libro, allegata alla locandina dell’evento, da inviare all’indirizzo mail info@ermes-agency.it.

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