Redazione

Il melanoma: cos’è e quali sono i segnali di allarme

di Glenda Oddi La tintarella piace a tutti ma esporsi al sole non porta solo benefici. Un pericolo effettivo legato ad una scorretta esposizione alla luce solare è rappresentato dal melanoma. Un vero e proprio tumore dell’epidermide che se non individuato per tempo può condurre alla morte. Si genera dalla trasformazione dei melanociti (componenti dell’epidermide che producono melanina) in cellule tumorali. Tutti sono potenzialmente a rischio ma l’incidenza aumenta fortemente a seguito di una scorretta esposizione ai raggi solari. Infatti i raggi UVA e UVB contenuti in essa possono danneggiare il DNA delle cellule e innescano trasformazioni maligne della nostra epidermide. Questi raggi ultravioletti sono veicolati anche dalle lampade e dai lettini solari che quindi sono pericolose tanto quanto la luce naturale. Ovviamente il rischio aumenta nelle persone con pelle più chiara perché più delicata e meno pronta a proteggersi dai raggi solari attraverso la produzione di melanina (che scurisce la pelle generando l’abbronzatura). Un particolare campanello di allarme è rappresentato anche dalla presenza di un parente stretto che ha avuto a sua volta un melanoma perché è indice di una possibile tendenza familiare a sviluppare questo tipo di tumore. Il melanoma si può sviluppare sia da pelle integra sia da nei preesistenti. I segni che aiutano nel suo riconoscimento sono i seguenti: Comparsa di un nuovo neo o cambiamento di uno preesistente; Forma asimmetrica (i nei benigni sono generalmente tondeggianti); Bordi irregolari e indistinti; Evidente aumento delle dimensioni in larghezza e/o in spessore; Sensazione di prurito in corrispondenza del neo; Sanguinamento del neo; Presenza di un’area arrossata o di un nodulo attorno al neo. È fondamentale prevenire la comparsa dei melanomi esponendosi al sole sempre con una protezione solare ed evitando le ore centrali della giornata. Per le pelli più chiare che tendono a scottarsi è consigliabile evitare completamente

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Perché regalare le perle porta sfortuna

di Benedetta Giovannetti Le perle sono una pietra preziosa legata all’idea di purezza e perfezione ed è considerata simbolo di fertilità proprio per via del processo di formazione e di nascita, inoltre secondo antiche credenze racchiude anche delle proprietà magiche ed è tradizione regalarle alla sposa il giorno delle proprie nozze. Tuttavia le perle non sono solo legate a significati positivi secondo alcune superstizioni le perle sono associate alle lacrime e porta sfortuna regalarle. L’associare le perle alle lacrime deriva da una leggenda Indù, secondo la quale la perla sarebbe proprio nata dalle lacrime della luna ed in quanto tale sarebbero associate al pianto. Anche in alcuni paesi dell’Europa centrale c’è una superstizione diffusa tra i gioiellieri che associa le perle alle lacrime della luna ma in senso positivo stavolta; in quanto sarebbero viste come lacrime di gioia. Altri racconti cinesi e giapponesi associano le perle alle lacrime poiché i pescatori addetti alla loro ricerca stavano spesso a lungo in mare e le loro donne piangevano lacrime di dolore per via della loro assenza. Ecco quindi spiegato come nasce la superstizione che regalare le perle porti sfortuna, ma se proprio non si vuole rinunciare a regalarle? Se si vogliono lo stesso regalare le perle ci sono accorgimenti da prendere: se si regalano le perle queste dovrebbero essere in numero pari e la persona che le riceve deve dare in cambio una moneta come gesto scaramantico contro la sfortuna.
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Mousse all’anguria

di Benedetta Giovannetti una cena estiva in compagnia di amici. Ingredienti per il crumble:60 grammi di farina 0045 grammi di burro freddo30 grammi di noci già sgusciate40 grammi di zucchero di canna20 grammi di cacao amaro in polvere Per la meringa all’italiana per la mousse:125 grammi di zucchero65 grammi di albumi25 grammi di acqua Per la mousse: 400 grammi di anguria200 grammi di panna fresca liquida80 grammi di gelatina in fogli300 grammi di yogurt greco Per decorare:Cocomero q.b.Menta q.b. In una ciotola versate la farina, il cacao, lo zucchero di canna e le noci tritate grossolanamente al coltello e mescolate il tutto con le mani. Aggiungete il burro freddo tagliato a cubetti e lavorate con la punta delle dita per non scaldare troppo il burro. Amalgamate il tutto fino ad ottenere un impasto amalgamato ma grossolano. Mettete poi il composto così ottenuto in una piccola teglia rivestita con carta forno e cuocete a 180 gradi per circa 25 minuti. Togliete il crumble così ottenuto dal forno, fatelo intiepidire e ponetelo in una ciotola, poi preparate la mousse prendendo l’anguria ed eliminando la buccia. Tagliatela a cubetti ottenendo circa 250 grammi di polpa che poi trasferirete in un contenitore alto e frullatela con un mixer ad immersione. Versate poi lo yogurt greco in una ciotola e unite la polpa frullata. Mescolate con una frusta e poi mettetela in frigorifero. Preparate la meringa realizzando lo sciroppo, quindi in un pentolino ponete zucchero e acqua e portate il tutto a 121 gradi magari usando un termometro per assicurarvi della temperatura. Montate gli album in una planetaria e versatevi a filo lo sciroppo, continuando a montare la meringa fino a che non sarà tiepida. Mettetela da parte. Mettete la gelatina a mollo in acqua fredda per 5-10 minuti, versate tutta la dose di panna

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Il colpo di calore: cos’è e come bisogna comportarsi

di Glenda Oddi Le alte temperature estive possono generare delle condizioni più o meno gravi per il nostro corpo. Senza dubbio una delle più pericolose è il colpo di calore che, nei casi più seri, può condurre anche alla morte. Per questo motivo è importante riconoscerlo e saper agire repentinamente per contrastarne i sintomi. Il colpo di calore è generato da un improvviso aumento della temperatura del corpo dovuto ad un arresto dell’attività di termoregolazione del nostro corpo a causa del forte stress termico a cui è sottoposto. I segnali dell’approssimarsi di questa condizione sono: tachicardia, nausea, senso di debolezza, confusione, annebbiamento della vista, ronzii alle orecchie. I sintomi che conclamano la condizione vera e propria del colpo di calore, invece, sono: l’arresto della sudorazione, forte aumento della temperatura corporea, la pelle diventa molto calda e disidratata. Tutto questo accade perché il corpo ha perso la capacità di regolare la sua temperatura interna in risposta a quella ambientale. Per tale ragione il corpo arriva a raggiungere temperature anche molto elevate (40-42°C) che possono arrecare grandi danni al fisico fino a condurre alla morte. Per questo quando sopraggiunge tale condizione è necessario cercare di abbassare la temperatura del corpo. Tra le strategie più utili si ha l’immersione del corpo in acqua fredda, l’uso di ghiaccio per raffreddarlo o il suo sfregamento con alcol. È opportuno condurre il soggetto all’ombra e in un luogo fresco e chiamare immediatamente i soccorsi appena si presentano i primi sintomi. Anziani, bambini e obesi sono i soggetti maggiormente colpiti.
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La rificolona antica festa toscana

di Benedetta Giovannetti La festa pare essere originaria del seicento e si ricollega all’arrivo nella città di Firenze di contadini e montanari che provenienti dai contadi vicini che dalle zone del Casentino e della Montagna Pistoiese, venivano in città per festeggiare la natività della Madonna nella Basilica della santissima Annunziata. Di queste antiche origini ai ragazzi è rimasto l’uso di portare in giro per la città dei lampioni di carta colorata, realizzati nelle forme più varie e bizzarre con un lumicino all’interno appesi in cima ad una canna. Il pellegrinaggio oltre a motivi di devozione era anche l’occasione per la gente di vendere la propria mercanzia alla fiera che si svolgeva sulla piazza davanti alla Basilica, in Via de’ Servi e nelle immediate adiacente. Ovviamente era necessario trovare dei posti migliori per poter smerciare i propri beni e per questo i contadini partivano molto tempo prima, e nella notte usavano queste lanterne colorate aperte in cima per consentire alla candela o al sego di bruciare. Con l’andare del tempo per la notte del 7 settembre in città si cominciarono a costruire lanterne ispirandosi a quelle dei contadini e alle forme delle loro donne che erano raffigurate in maniera goffa e con un lume sotto la sottana, appese a lunghe canne e portate in giro con gran baccano di campanacci urla e motteggi vari. Spesso veniva cantata la cantilena “ona ona ona ma che bella rificolona la mia l’è co’ fiocchi la tua l’è co’ pidocchi” che fu resta celebre anche dal commediografo Augusto Novelli. A fine serata capitava poi che venissero tirati oggetti contro le rificolone per farle incendiare e questo segnava la fine della festa, dopo la mezzanotte. La festa è tutt’ora in auge non solo nella piazza ma anche in molti quartieri della città e comuni limitrofi.
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L’Ostracismo nei Testimoni di Geova – Il primo DDL italiano

Testimonianze, storia e approfondimenti dottrinali nel nuovo saggio a cura della scrittrice Eleonora Giovannini e del docente  Don Stefano Greco, che presenta anche la prima Proposta di Legge per la repressione del reato di isolamento Recentemente dato alle stampe da Regioni&Ambiente Srls Editore, “L’Ostracismo nei Testimoni di Geova – Il primo DDL italiano”a cura di Eleonora Giovannini e Stefano Greco è un piccolo, prezioso, saggio che parte dalle testimonianze dirette di persone uscite dal movimento religioso per arrivare alla disamina della prima proposta di Legge volta a modificare il Codice penale introducendo nell’ordinamento giuridico nazionale italiano una nuova fattispecie di reato con lo scopo di reprimere abusi rilevanti, ma purtroppo non sufficientemente posti in evidenza dal sistema dell’informazione concernenti il reato di isolamento. “Ho voluto scrivere questo testo perché mi sono imbattuta nella storia di un giovane uomo, della sua scelta forte e libera, della pena che ne è derivata e della volontà di resistere e rispondere ad un sistema di norme e leggi particolarissime e che, purtroppo, hanno un effetto estremamente pesante sulla vita personale, sugli affetti, sui legami familiari”. Dichiara così la coautrice Eleonora Giovannini, scrittrice eclettica di origini marchigiane che spazia dalla poesia al romanzo, sino alla saggistica di impegno sociale (soprattutto sul tema delle violenze contro le donne e sui diritti degli animali), e che da sempre, e senza nascondere i traumi del suo passato, proprio partendo da un percorso personale di sublimazione interiore, ha fatto della scrittura una originale modalità di ricerca della verità e della felicità. Un mezzo per rimettere ordine e armonia in un contesto sociale, quello contemporaneo così spesso arido e avaro nei confronti del sensibile da meritare l’attenzione del poeta che però, in questo caso, rimane strettamente legato all’osservazione del quotidiano, delle sue storie anche marginali e dei suoi protagonisti. “Dopo

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Torta fredda alle albicocche

di Benedetta Giovannetti Ingredienti per la base:180 grammi di biscotti secchi100 grammi di burro fuso Per la crema:500 grammi di yogurt greco12 grammi di gelatina in foglie100 grammi di zucchero a velo 500 grammi di mascarpone60 grammi di latte intero 1 scorza di limone Per la decorazione300 grammi di albicocche sode e dolci40 grammi di confettura di albicocche per spennellare Si comincia facendo sciogliere il burro e lasciatelo intiepidire, frullate in un mixer i biscotti secchi fino a sbriciolarli finemente, poi trasferiteli in una ciotola a cui aggiungerete il burro poco alla volta. Poi mescolate con un cucchiaio per amalgamare gli ingredienti fino ad ottenere un composto sabbioso. Prendete uno stampo a cerchio apribile, imburratelo e foderatelo con carta forno. Mettete il composto di biscotti e burro e livellatelo per coprire tutta la base. Ponete lo stampo in frigo per 30 minuti per compattare. Poi mettete in ammollo i fogli in gelatina in una ciotola di acqua fredda, lasciatelo ammorbidire per almeno 10 minuti. Prendete un tegame in cui versate il latte, portatelo a bollore e spegnete il fuoco, prendete la gelatina ammollata, scolatela e strizzatela bene poi unitela al latte. Sciogliete la gelatina aiutandovi con le fruste a mano, lasciate intiepidire e poi in una ciotola capiente unite lo yogurt e il mascarpone. Amalgamate con le fruste e incorporate lo zucchero a velo. Grattugiate la scorsa del limone e unite il composto di latte e gelatina, mescolate e uniformate il tutto. Estraete lo stampo dal frigo, versatevi la crema di yogurt e mascarpone e riponetela in frigo a rassodare per due ore. Sciacquate le albicocche e tagliatele a metà, privatele del nocciolo e da ciascuna ricavate metà delle fette sottili. Estraete la torta dopo le due ore e togliete il cerchio dallo stampo, quindi iniziate a disporre le fettine

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Impacchi per capelli. Cosa si può fare con quello che abbiamo in credenza.

di Glenda Oddi A volte per prenderci cura di noi non serve ricorrere a costosi prodotti cosmetici perché basta utilizzare quello che abbiamo nella credenza. In particolar modo per i nostri capelli è possibile utilizzare una vasta gamma di impacchi a base di prodotti naturali che costano poco ma garantiscono comunque un buon risultato. Questi possono aiutarci a idratarli, nutrirli, illuminarli o schiarirli. Di seguito ci sono tre esempi di impacchi a base di ingredienti naturali per diverse esigente. Devono essere ripetuti con costanza per iniziare a vedere risultati. Per esempio è possibile farne uno a settimana. Tutti vanno applicati su capelli umidi prima dello shampoo e hanno un tempo di posa variabile che va dai trenta ai sessanta minuti: Per capelli spenti: se i vostri capelli sono sempre opachi la combinazione migliore di elementi e olio di oliva e yogurt. La proporzione ideale è un vasetto ogni due cucchiai. Il tempo di posa consigliato è sessanta minuti. Altra soluzione valida è data dalla combinazione di due cucchiai di olio di oliva, un uovo intero e un cucchiaio di miele. Il tempo di posa è di sessanta minuti. Per capelli secchi: in questo casi si deve ricorrere a miele e olio di semi di lino. Molto efficaci anche l’olio di oliva e l’olio di cocco. Per la preparazione dell’impacco basta unire due cucchiai degli elementi che si vogliono combinare e mescolare bene il tutto. Poi applicare il prodotto omogeneamente sulla chioma e attendere trenta minuti. Per capelli sfibrati: L’olio di cocco è il miglior prodotto in questo caso. Si potranno unire tre cucchiai di questo prodotto con due di miele e aggiungere poi un ulteriore cucchiaio di yogurt. Con l’aggiunta di un cucchiaio di aceto di mele si potrà evitare di appesantire ancora di più capelli che già tendono ad

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Liquore alla fragola

di Benedetta Giovannetti Un liquore perfetto da servire freddo a fine pasto con quel colore rosa/rosso che spicca nei bicchieri trasparenti, adatto a questa stagione magari dopo una cena tra amici, per fare quattro chiacchiere in compagnia Ingredienti per 1,3 litri di liquore:400 grammi di fragole250 grammi di alcool400 grammi di zucchero600 grammi di acqua. Lavate e asciugate le fragole, eliminate le foglioline e tagliatele a pezzi, ponetele in un vaso sterilizzato e con chiusura ermetica e ricopritele di alcool. Chiudete il vasetto e lasciatele riposare in un luogo buio per tre giorni, il composto sarà pronto quando le fragole avranno rilasciato tutto il colore e appariranno biancastre. Trascorso tale tempo filtrate con un colino a maglie strette le fragole separandole dall’alcool, frullatele e passatele anch’esse in colino a maglie strette per estrarre tutto il succo rimasto e aggiungetelo all’alcool eliminando la poltiglia di fragole. Mescolate il succo e l’alcool e mettetelo in frigo. In un pentolino fate sciogliere lo zucchero e l’acqua e portateli in ebollizione sciogliendo bene lo zucchero, dopo un minuto spegnete il fuoco e fatelo raffreddare completamente. Unitelo allo sciroppo freddo, emulsionate il tutto e trasferite il liquore in bottiglie sterilizzate con chiusura ermetica.  Fate riposare una settimana in freezer o in frigorifero prima di consumarlo, si raccomanda di servirlo ben ghiacciato.
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Trucco estate 2021

di Benedetta Giovannetti A parte la tendenza nude che non passa mai di moda, il makeup della bella stagione è all’insegna dei colori e della fantasia, anche come espressione della propria personalità e delle nostre passioni. Quest’anno si punta molto sugli occhi, con tonalità metallizzate ma dal tocco leggero, con ombretti che la fanno da padrone insieme al mascara per volumizzare le ciglia.L’importante è che qualunque colore scegliate questi venga sfumato creando un effetto polveroso e vellutato sulla palpebra. Se invece vi sentite audaci vi consigliamo di osare, come forma di libertà e rinascita specie dopo la fine di questa pandemia sbizzarritevi con i colori che più amate. Alcune raccomandazioni per le amanti del nude, se volete mantenere il più possibile l’effetto naturale e conservare l’effetto vedo non vedo il nude deve essere il più monocromatico possibile, colorando il volto con nuance color pesca, beige o rosate, magari da abbinare a ombretto e rossetto. Perché il trucco sia perfetto e a lunga tenuta importanti da usare sono il primer e fondotinta e correttore ideali per eliminare le eventuali discromie del volto che possono far sì che il nostro nude non venga perfetto e che quell’effetto naturale si trasformi in un effetto maschera. Anche la cipria è perfetta per garantire un effetto a lunga durata del trucco.
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Volume capelli, consigli per una chioma leonina

di Glenda Oddi Nel primo decennio dopo il 2000 la moda chiedeva dei capelli liscissimi e poco voluminosi, ora invece sono le onde e il volume leonino a caratterizzare le chiome di tutte le star e le bellezze in copertina. Ma come volumizzare i capelli? Bastano pochi accorgimenti per darsi una mano. Asciugare i capelli a testa in giù. È un trucco semplice ma efficacissimo; Usare prodotti volumizzanti. Ci sono linee che producono shampoo e balsamo pensati apposta con questo fine; Fare una coda alta e andarci a dormire. Il giorno dopo basterà scioglierla per avere un effetto volume. Importante scegliere un elastico in spugna e non stringere troppo la coda, in modo che non lasci la piega sui capelli; Usare spray volumizzanti prima della piega. Attenzione però a non esagerare altrimenti il capello apparirà pesante e sporco; Dare volume con il phon a partire dalle radici e usando un getto di aria fredda per far tenere la piega. Basta pensare al gesto che fa il parrucchiere quando fa la messa in piega e ripeterlo; Usare i bigodini. Sono uno strumento imbattibile per volumizzare perché al contrario della piastra, che agisce solo sulle lunghezze, possono essere applicati anche a partire dalle radici creando così un bell’effetto volume; Se i capelli sono molto sottili applicare il balsamo solo sulle lunghezze, in questo modo si eviterà di appesantire il capello. Attenzione a non eccedere, ci sono tecniche volumizzanti che sono molto dannose per i capelli. Un esempio è la cotonatura che tende a spezzarli.
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Tiramisù alle fragole

Un dolce che è la variante più fresca del tiramisù classico, savoiardi e crema al mascarpone qui si sposano con una delicata salsa alle fragole perfetta per un fine pasto goloso e adatto a questo clima estivo un dolce sicuramente più leggero ma non per questo meno gustoso. Ingredienti per la crema al mascarpone:400 grammi di mascarpone50 grammi di acqua3 tuorli125 grammi di zucchero per lo sciroppo Per il condimento alle fragole:400 grammi di fragole20 grammi di zucchero8 savoiardi20 grammi di succo di limone Per decorare:12 fragole Lavate le fragole, togliete loro il picciolo e tagliatele a rondelle, versatele in una ciotola e aggiungete i 20 grammi di zucchero semolato. Unite i 20 grammi di succo di limone, mescolate e lasciate macerare le fragole fino al loro utilizzo Versate 50 grammi di acqua in un pentolino Unite i 125 grammi di zucchero e scaldate a fuoco moderato, quando la temperatura arriva esattamente a 121 gradi o se non avete il termometro da cucina quando lo sciroppo farà delle bollicine bianche in superficie lavorate i tuorli in una ciotola con lo sbattitore elettrico Unite lo sciroppo ai tuorli e lavorate con le fruste fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso e fino a completo raffreddamento. Versate il mascarpone in una ciotola e unite poco composto di uova mescolando con una frusta, poi versate il resto e amalgamate fino ad ottenere una crema densa ed omogenea. Lasciate riposare per 30 minuti in frigo con una pellicola e proseguite la preparazione. Riprendete le fragole e filtratele, poi prendete 1/3 delle fragole a rondelle e versatele in un bicchiere alto aggiungendo il succo filtrato e frullate tutto con un mixer ad immersione. Versate la salsa in una ciotola larga e tagliate a metà i savoiardi trasferite la crema rassodata in una sac a

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