Ci lascia un attore di teatro che ha fatto dell’arte un inno alla vita. Di Eleonora Giovannini Salvo Cosentino, attore catanese, un’intera esistenza decicata alla sua passione per il teatro, lascia in lacrime il suo pubblico, i suoi amici, la sua famiglia. Affetto da tempo da una grave malattia che compromette la funzionalità dei suoi polmoni, la fibrosi polmonare idiopatica, Salvo ha intensificato la sua arte, attribuendole quella sorta di missione a spronare chi soffre a non arrendersi mai. La sua teatralità sfoggiata sul palco, quasi giocando con la bombola di ossigeno che era costretto a tenere ovunque con sè, metteva in risalto l’ironia attraverso cui coraggiosamente intraprendeva l’avventura della vita. Caparbio, tra comicità e malinconia, recitava in teatro per esorcizzare il dolore, talvolta anche nella vita, perchè quella sua vita gli era cara, dono ogni respiro concesso. Un dono era anche il suo talento, che aveva fatto parte di lui anche prima della malattia sopraggiunta, definita sarcasticamente “Visita inopportuna”. Di opportune restano invece le sue parole, sempre rivolte a coloro che soffrono, come soffriva lui. Salvo è vissuto esortando chiunque ad amare la vita e a considerarla un privilegio da abbracciare. E’ ciò che ha saputo fare lui, fino al giorno di San Valentino, che sembrava volergli ridare speranza grazie ad un trapianto polmonare. Le ultime ore le aveva trascorse al telefono con la sua più cara amica, Monica Capasso, condividendone una condizione che li rendeva fratelli. Salvo venne intervistato qualche tempo fa. Attraverso la sua voce è possibile ricordarlo e fare tesoro della sua straordinaria ricchezza d’animo, carica di amore per gli altri e per la vita. ASCOLTA L’INTERVISTA
La sposa è pur sempre una persona. In quante si sono ritrovate sul punto di fuggire come accadde nel famoso film di Garry Marshall, se scappi ti sposo? Di Eleonora Giovannini Forse oggi succede di meno, visto l’aumento delle convivenze rispetto al tradizionale matrimonio, ma quando capita sono guai, visti i costi elevati per il memorabile giorno. Costo matrimonio2019: prezzo minimo costo massimo Pranzo – cena di nozze 100 persone da 5.000 euro – 50/p 15.000 euro – 150/p Location da 1.500 euro a 5.000 euro Musica da 300 euro a 800-1.00 euro Bomboniere da 500 euro a 2.500 euro La tabella riportata indica una media dei costi non certo alla portata di tutti, anche per questa ragione le spose incerte finiscono con lo sposarsi lo stesso, evitando di arrecare dispiacere ai propri genitori. Per non deludere le aspettative di mamma e papà, si rischia in questo modo di compromettere l’intera esistenza e la sacrosanta felicità. Meglio fuggire nonostante le spese? Meglio ancora rifletterci a monte, se si è attratti dalla cerimonia più che dal consorte. L’amore è gran cosa, facile da confondere con la fantasia, perchè spesso ci si sposa per completarci o perchè l’amore sembra tale anche se non lo è. Dunque, se vi troverete sull’orlo del precipizio e non siete certi della scelta fatta, dimenticate la tabella dei costi e immedesimatevi più che potete nella protagonista Pretty Woman. A volte i film sono migliori della realtà.
Anche le donne fumano la pipa. Per quanto questo oggetto riconduca ad una visione poco elegante del suo utilizzo, quindi decisamente maschile, occorre invece rammentarne la sfuggente sensualità. Di Eleonora Giovannini Sono pipe a boccetta piccola, ma piu’ lunghe di quelle degli uomini, spesso meno ingombranti, di diverse forme e di materiale variegato. Pipe in legno, di schiuma, orientali e classiche, sono quelle che alcune donne fumano ed hanno fumato. Il passato si rivela in questo senso decisamente storico, se pensiamo che le protagoniste inaspettate sono state donne come Greta Garbo, Erika Blanc, Jaqueline Kennedy, le quali sia pubblicamente che intimamente tenevano spesso nella propria borsetta la sinuosa pipa. La pipa, il virtuoso vizio degli scrittori, dei poeti, dei metodici, tutti avvolti dalla nuvola rilassante e meditativa dall’aroma fragrante, dal sapore seduttivo, riflessivo, audace e introverso, silenzioso e impertinente, fantasioso quanto sottilmente indagatorio. Non casualmente la pipa viene fumata da ispettori e detective nei films polizieschi, quasi come pretesto per osservare il dettaglio e scoprire così il movente di un delitto. La pipa, tuttavia, riconduce anche alla saggezza, fumata da anziani serenamente appagati, lontani dal furore freddo e deleterio dell’esistenza pragmatica, forse anche per questa ragione tutti se ne innamorano, inclusse le donne che non si soffermano semplicente a guardare una vetrina di gioielli, ma sanno volgere il proprio sguardo oltre, con in bocca sbuffi di sogni, eleganza e silenti consapevolezze.
Ci si trucca spesso fuori casa, in macchina, nei bagni dei ristoranti, all’aperto, a scuola, in ufficio. Di Eleonora Gioovannini Un comportamento diffusissimo tra le donne, quello di truccarsi in pubblico, dovuto a circostanze ben precise che ora elenchiamo: 1 La fretta. Le donne hanno sempre mille cose da fare, perciò sono spesso costrette a truccarsi di corsa. Sul posto di lavoro, sul banco di scuola, in macchina. 2 Desiderio di perfezione. Il trucco può sempre scemare, il rossetto può svanire, la matita sbavare. Il bisogno di rinnovare il trucco è quasi ossessivo per tante donne, per questa ragione le sorprendiamo a limarsi le unghie, a rimettere lo smalto o con cipria alla mano. 3 Messaggio subliminare erotico. Le donne mettono il rossetto per attirare l’attenzione degli uomini, sfoggiando in questo modo tutta la loro sensualità attraverso un’azione di per sè banale, ma al contrario sconvolgente per l’occhio maschile che vi inciampa. Lo strofinio delle labbra, mirato alla distribuzione omogenea del rossetto, sembrerebbe rimandare inconsapevolmente ad una sotterranea azione seduttiva.
Le indiscrezioni tra donne lasciano trapelare cose inaudite per le quali nessun uomo saprebbe crederci. Di Eleonora Giovannini Definite snob, altezzose, presuntuose, sono esattamente quelle che “se la tirano”, impeccabili nella scelta degli abiti e nel modo di truccarsi, di portare i capelli. Dalla decoltè alla calza velata, dalla gonna aderente al reggiseno da grido, dal rossetto audace al cappellino originale. Bella, attraente, indimenticabile nella sua scia di profumo è lei, la donna sfuggente, irraggiungibile, quasi temibile, il modello da imitare per le amiche, il sogno da conquistare per gli uomini. Eppure, inaspettatamente molto spesso sono proprio questo genere di donna che, forse spinte dal bisogno di stare comode o per contenere quella pancetta ben nasacosta, indossano mutande classiche, alte e di cotone. Insomma comode e ben lontane dall’immaginario maschile. Scoperte e oltraggiate? Chissà in quante smentirebbero questa rivelazione scomoda, impertinente e, senza obra di dubbio, meschina.
La borsa di una donna, innegabile, è come il pozzo di San Patrizio, colma di tutte le cose più impensate. Di Eleonora Giovannini Il fondo delle borse sembra non finire mai, specialmente se alla mano smaltata interessa afferrare al volo qualcosa di urgente. Gli uomini non osano aprirle, hanno quasi timore di farlo, anche perchè spesso qualcosa si rovescia, senza contare che appena le aprono, precipitano nella totale confusione. Cosa c’è nella borsetta di una donna? Iniziamo dagli oggetti più comuni. Il portafogli, di solito grande, le chiavi, quelle della macchina, dell’ufficio, della cantina e del garage, quelle di casa e forse quelle della mamma anziana. Da non dimenticare anche gli occhiali da sole o da vista, il porta occhiali e lo spry per pulirli. Immancabili sono anche i fazzolettini, non solo da naso, ma pure quelli umidificati, talvolta le salviettine struccanti. E, a proposito di trucco, una parte della borsa si offre generosa a trousse di varie misure. Già, perchè le stesse trousse sono di per sè delle sottoborse a loro volta strapiene di tutti i generi di cosmetici. Ci sono inoltre gli oggetti stagionali: la sciarpa o il foulard in inverno, il costume in estate e il mini phon. Vogliamo parlare poi dei documenti? Bollette pagate da due mesi spiattellate sul fondo, scontrini della spesa, penne biro sparse e, nei casi più disperati, senza cappuccio. Nelle borsette delle donne c’è spazio anche per il cellulare, per il tablet e per una rivista, nonchè per l’agenda. Ci sono in fine le cianfrusaglie, ovvero tutti quegli oggetti minuscoli che non hanno dimora fissa, come le monete del carrello della spesa, l’accendino, gli elastici per capelli, lo specchietto per il controllo trucco, il campioncino del profumo, il carica cellulare, l’assorbente di riserva e le calze velate di ricambio. Un mondo inesplorabile,
Di donne si parla e si scrive parecchio, la letteratura femminile non manca certo di contenuti, così come il mondo della musica dedica a questo universo un’infinità di liriche e canzoni. Di Eleonora Giovannini Nel mondo della pittura al primo posto c’è Lei, Da La Gioconda a La Maja Desnuda, in tutti i suoi tratti di tutte le epoche, con le caratteristiche che la contraddistinguono sempre e che ne fanno una figura comunque letteraria, nella sua essenza oseremmo dire immortale. Immortale è la Donna, non solo per la delicatezza e per l’arte della seduzione, ma anche in virtù della sua intelligenza, del suo intelletto creativo, della personalità accesa e della profondità spirituale. La donna si rivela come divina, tanto da conservare integro il ricordo del dolce stil novo. Dopotutto, per quanto strumentalizzata, per quanto troppo spesso ritenuta più oggetto che soggetto, rimane essenziale non soltanto alla procreazione, bensì alla sua controparte, l’uomo, privo di completezza senza una presenza femminile. Da sfatare anche il mito dell’uomo in grado di superare la donna in altre maestrie: lo sapevate che il primo programmatore di computer fu proprio una donna:? Il suo nome era Ada Lovelace, inglese e incredibilmente capace. Dunque la donna non ci rammenta soltanto la femmina Eva che suggeriva all’ingenuo Adamo comportamenti peccaminosi, ma una mente in grado di far prevalere il suo pensiero. Dopotutto, le doglie non sono considerate conseguenza del suo originario errore, ma un’ulteriore risultato della sua capacità di sopportazione e della sua forza. E Loro, le donne, ne vanno fiere.
Si è soliti pensare che la donna di cultura manchi di bellezza e che la donna affascinante sia poco intelligente. Questo non è vero, infatti una donna può essere sia dotata di intelletto che di fascino, a dispetto di ogni stereotipo. E’ pur vero che la personalità dirompente di una donna di successo può farci dimenticare i suoi limiti fisici o l’eventuale assenza di perfezione. La cultura ancora prettamente maschilista induce le donne ad una faticosa forzatura dell’eterna giovinezza, causando in questo modo effetti devastanti, come gravi patologie alimentari, anoressia, depressione, disistima. Ci sono al contrario donne in grado di superare la violenza sociale della femmina a tutti i costi, capaci di lasciarsi crescere i capelli bianchi, con una tale disinvoltura da farli apparire d’argento. Ed ecco che la donna può invecchiare nel fascino, al pari di un uomo. Intelligente. Sapiente. Intrigante nelle sue strade o fioriture, intorno agli occhi.
Diamoci un taglio. Perché un coltello in una pietanza speciale non può essere uno qualunque. Di Eleonora Giovannini Il coltello ha molte proprietà, dalle più macabre, in efferati delitti passionali, alle più giocose, in quel banco di scuola dal profumo di pongo, la pasta morbida schiacciata fin dentro le unghie, rifinita con tagli ed intagli. Maria Montessori, che di bambini de ne intendeva, avrebbe detto che non si toglie dalle mani di un bimbo un coltello, ma gli si insegna ad usarlo, proprio in virtù delle sue proprietà poliedriche, grazie alle quali è possibile fare di uno strumento l’oggetto della discordia, come quello della bellezza. Utilizzato da scultori, da pasticceri, da giocolieri, il coltello resta uno degli strumenti più affascinanti. Non ultimo tra le dita di una donna raffinata e al tempo stesso ironica che, il giorno di Natale festeggia scegliendo quello più strambo, affondandone la lama dentro una torta altrettanto speciale. Tutto ciò si incastona nella memoria come memorabile momento di euforica magia.
Per una donna è Natale ogni giorno. Di Eleonora Giovannini La predisposizione d’animo femminile è sempre natalizia, riconducibile alla sua naturale inclinazione alla raffinatezza del dettaglio, all’addobbo, al colore scelto. Le donne sembrano depurarsi da mille forme di aggressione esterne attraverso la scelta del bello, della tavola imbandita, della tenda che tiene conto della luce. La donna ha uno sguardo che ricama le cose, si relaziona all’altro come se tra sé e le cose spuntasse costantemente un fiore. Ma la cosa che più apprezza negli altri, in modo particolare negli uomini, è la gentilezza, la cortesia, quel rispetto d’altri tempi forse non più di moda o non troppo considerato dal mondo maschile. Se ancora c’è chi spende troppi soldi per conquistare una donna, in qualche parte del mondo c’è ancora uno gnomo che coglie un fiore e lo porge, che apre lo sportello di un’auto, che si accorge dell’utilizzo di un nuovo profumo. Quando accade ciò, il Natale si rinnova. La donna è unica, è una, come il giorno dell’anno. Come una nascita attesa. Un’essenza forse persa perfino da lei stessa, costretta a imbruttirsi in epoche prive di giardini e di mani delicate in grado di irrigarli.
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