Nella città piemontese all’inizio del ‘900 un panettiere inventò la focaccia con lo zucchero
La leggenda narra che, in una panetteria di Genova, all’inizio degli anni cinquanta del secolo scorso, un cliente, dopo aver atteso diligentemente il proprio turno, chiese alla commessa, “un pezzo di focaccia, salata”. Davanti a quella richiesta, gli avventori e la commessa del forno reagirono con uno scoppio di riso quasi irrefrenabile. Il cliente, stupito e forse anche un po’ seccato, chiese il motivo di tanta ilarità. “Cosa ho mai detto di così strano?! Ho semplicemente chiesto una fetta di focaccia, siamo in un forno, mica in una farmacia!!”, esclamò tra l’arrabbiato e il sorpreso. “Ci fa ridere che lei abbia sottolineato che la focaccia la voglia salata. Un po’ come se chiedesse al salumiere due etti di prosciutto, di carne”, rispose la commessa. I genovesi la focaccia l’hanno praticamente inventata, anche se, a onor di cronaca e di storia, va sottolineato che già i fenici, i cartaginesi e i greci cuocevano farine grezze sul fuoco, infatti da quest’ultimo termine, “focus”, deriva l’etimologia di focaccia. Tra gli antichi romani la focaccia veniva offerta agli dei ed era un prodotto immancabile nei banchetti nuziali. Sono comunque i genovesi ad aver creato questo alimento, così come lo conosciamo oggi. Ma torniamo a quella panetteria della città della Lanterna: a quel signore, l’indigena fauna presente nel negozio, spiegò che la focaccia è solo salata, quindi che senso ha specificarlo. A quel punto il cliente, con un sorriso malizioso, spiegò agli stupiti interlocutori che, essendo lui di Alessandria, era abituato a specificare se la focaccia la si vuole dolce o salata. “La focaccia dolce?! -esclamò la commessa – voi ad Alessandria avete la focaccia dolce ?! Questa non l’ho mai sentita”.
Eh sì, perchè la focaccia dolce è nata ad Alessandria, la città del Piemonte che, dagli stessi suoi abitanti, viene considerata pigra e letargica, ma che in quanto ad inventiva culinaria non è seconda a nessuno. Sempre secondo la leggenda, questo prodotto, ideale per colazioni e merende, è stato inventato all’inizio del ‘900, in un forno dell’attuale centralissima via Ferrara, allora conosciuta come “la Crosa”, ovvero una strada stretta e un po’ in pendenza. Qui c’era una storica panetteria il cui titolare, forse per diventare più concorrenziale rispetto alle altre botteghe del pane, sperimentò di impastare la farina con una salamoia di acqua, olio e zucchero.
La focaccia dolce all’alessandrina ebbe subito grande successo, ma circoscritto alle rive del Tanaro e del Bormida. Furono poi gli stessi alessandrini, nel corso degli anni, a “divulgare” questo prodotto da forno in giro per l’Italia. E non solo.
La stessa Benedetta Parodi (nata ad Alessandria), giornalista, scrittrice e cuoca, in un video presentò un tutorial su come si prepara la focaccia dolce.
Il termine “dolce” viene utilizzato per descrivere altri generi alimentari da panificazione (la focaccia di Susa, la fugazza di Badalucco, quella di Bagno e diverse altre) che però vanno considerati prodotti di pasticceria e non di panetteria. La focaccia dolce di Alessandria, invece, è l’unica che, pur mantenendo metodi e tecniche di preparazione tipici della focaccia “normale”, ha la particolarità di sublimarla attraverso lo zucchero.