L’Impressionismo cambia per sempre il modo di dipingere e nella sua aspirazione a rappresentare la realtà della seconda metà dell’Ottocento realizza anche un singolare viaggio nella moda femminile dell’epoca.
di Anna Rita Rossi
I pittori che aderiscono al movimento amano ritrarre i propri contemporanei nel loro ambiente e la rapidità di esecuzione e lo studio della luce e del colore sono finalizzati ad offrire una tranche de vie di quel periodo e le relazioni intercorse tra i vari personaggi rappresentati.
Nelle grandi tele degli impressionisti sono numerose le scene conviviali da cui possiamo cogliere la moda del tempo, soprattutto femminile, per la ricchezza di abbigliamenti e di accessori che li completavano.
Pittura impressionista ed evoluzione dell’abbigliamento si compenetrano, dando luogo a una singolare contaminazione.
Fino alla rivoluzione francese, uomini e donne vestivano usando lo stesso stile: gli uni e le altre portavano colletti, nastri, cinture. All’inizio del XIX secolo, però, si assiste a un cambiamento radicale: gli uomini iniziano a portare abiti più sobri e meno appariscenti, privi di ornamenti, mentre le donne cominciano a dar maggior risalto alla silhouette, che nella seconda metà del secolo diventa una vera ossessione.
Le forme geometriche che definivano la forma “ideale” del corpo si trasformano radicalmente.
La struttura in crinolina, che sosteneva l’abito femminile, aveva all’inizio la forma di un triangolo con la gonna arrotondata e struttura che tendeva all’indietro; poi la crinolina comincia ad appiattirsi sul davanti, accentuando l’effetto di trascinamento della parte posteriore degli abiti.
Questi cambiamenti di stile e di moda sono registrati così precisamente nei quadri degli impressionisti che la struttura stessa dei soggetti e la loro disposizione ne è influenzata.
L’uomo, che ora veste di scuro e ha un abbigliamento austero, viene per lo più posto sullo sfondo dei quadri, mentre la donna è collocata davanti, in una posizione di risalto.
In questo modo la presenza femminile risulta esaltata, diventando la protagonista del quadro, un simbolo di seduzione, in un’incredibile esplosione di colori, mentre l’uomo assume il ruolo di comprimario o di semplice osservatore.
La pittura impressionista non cerca i dettagli dell’abbigliamento femminile, ma noi possiamo immaginarli grazie ai giochi di luce sui tessuti, riprodotto con precisione, tanto da riconoscere se si tratta di cotone, seta, chiffon o mussola.
I corpi sono avvolti nei tessuti che li ampliano e li ridisegnano, grazie ai volumi creati dalle crinoline che sbucano da sotto le ampie gonne; le movenze vengono esaltate; le posture sottolineate e accentuate da corsetti e bustini attillati.
Inoltre, i dipinti sono una fonte preziosa per ammirare il repertorio di accessori che completavano le sofisticate mise delle donne di quell’epoca.
Nei quadri sono raffigurati: ombrelli, di cui intuiamo la preziosità (avevano spesso manici in avorio, a volte scolpiti), usati dalle donne per proteggersi dal sole o per assumere pose eleganti; guanti, essenziali perché rendono le mani più belle, piccole e definite; ventagli, riccamente intarsiati; scarpe che incarnano il desiderio e la seduzione; borse e nécessaire, contenente gli oggetti per la toletta indispensabili durante i viaggi in diligenza prima, in treno poi; cappelli che le signore devono indossare obbligatoriamente (solo i mariti potevano vedere la loro capigliatura) e che sono punti di forza della seduzione della donna, fantasiosi e complicati, arricchiti di velette, tulle e fiori.
Non si possono descrivere tutte le meraviglie, che gli impressionisti sono riusciti ad offrirci attraverso la loro pittura, dell’abbigliamento femminile di quel periodo, e neppure i colori, la leggerezza e lo sfarzo dei tessuti, e persino le posture e le movenze di chi li indossa.
Solo ammirando i quadri degli impressionisti in qualche museo è possibile cogliere la bellezza e la varietà della moda della seconda metà dell’Ottocento, filtrata attraverso gli occhi di grandi artisti che hanno rivoluzionato il modo di dipingere, ponendo l’accento sulla realtà e quotidianità.
In copertina: Jean-Frédéric Bazille, Riunione di famiglia, 1867, olio su tela, 152×230 cm, museo d’Orsay, Parigi