Pizia, la sacerdotessa dell’Oracolo di Delfi.

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Nell’antica Grecia, poche figure evocano il mistero e il fascino della Pizia, la sacerdotessa di Apollo a Delfi. Posta al centro del santuario dedicato al dio della profezia, la Pizia era considerata il tramite tra il mondo divino e quello umano, un’interprete delle volontà di Apollo che parlava in enigmi e metafore.

Chi era la Pizia?

La Pizia non era un’unica figura, ma un ruolo ricoperto da diverse donne nel corso dei secoli. Solitamente era scelta tra le donne locali dalla vita irreprensibile, spesso anziane, ma per la cerimonia vestivano in modo simile a una giovane ragazza. Il suo nome deriva dal termine “Pitonessa“, un riferimento al serpente Pitone ucciso da Apollo secondo la mitologia. 

Il processo profetico della Pizia era unico e solenne. Secondo le fonti, la sacerdotessa si sedeva su un tripode situato sopra una fenditura nella roccia, da cui fuoriusciva un vapore misterioso, sicuramente esalazioni di gas naturali. In uno stato di trance indotto dai vapori o da altre pratiche rituali, la Pizia pronunciava parole che i sacerdoti presenti interpretavano per chi cercava risposte. Le sue profezie erano spesso ambigue, lasciando spazio a molteplici interpretazioni. 

Il ruolo di medium divino conferiva alla Pizia un grande prestigio sociale nell’antica Grecia. Consacrata al dio Apollo, la Pizia doveva osservare un rigoroso voto di verginità rituale. Tuttavia, in seguito al rapimento di una giovane sacerdotessa da parte di Echecrate il Tessalo, fu introdotta una modifica significativa: si stabilì che le Pizie dovessero avere almeno cinquant’anni, anche se sposate o madri. Nonostante ciò, esse continuarono a indossare l’abbigliamento tradizionale delle nubili, preservando simbolicamente l’aspetto della verginità. 

Echecrate il Tessalo, figura di rilievo al servizio di Tolomeo IV Filopatore durante la quarta guerra siriana (219-217 a.C.), si distinse come comandante delle forze greche e della cavalleria mercenaria. Secondo Polibio, dimostrò grande abilità strategica, in particolare nella decisiva Battaglia di Rafia (217 a.C.), dove guidò Tolomeo alla vittoria contro Antioco III di Siria. Nonostante i successi militari, è ricordato anche per il rapimento della giovane Pizia, un episodio che influenzò profondamente le tradizioni legate all’oracolo di Delfi.

Il significato culturale 

L’oracolo di Delfi era considerato il centro del mondo dagli antichi Greci, simbolicamente segnato dall’Omphalos, la pietra dell’ombelico del mondo. Le decisioni dell’oracolo influenzavano questioni politiche, militari e personali, rendendo la Pizia una figura di enorme autorità spirituale e culturale. 

Nonostante l’oracolo di Delfi abbia cessato di operare con l’avvento del Cristianesimo, la Pizia ha continuato a ispirare storici, artisti e scrittori. È un emblema di saggezza, mistero e del potere femminile in un ruolo spirituale. La sua capacità di connettere l’umano con il divino ci ricorda l’importanza dell’intuizione e della spiritualità nell’esistenza umana. 

Pizia nella Storia dell’Arte

Camillo Miola detto Biacca, un pittore italiano nato nel 1840 a Napoli, ci ha lasciato un bellissimo quadro dal titolo L’Oracolo del 1880, che raffigura la Pizia assisa sul tripode mentre emette i suoi vaticini, attorniata dai sacerdoti del tempio di Apollo. Quest’opera si può ammirare negli Stati Uniti, nel Museo Getty Center di Los Angeles.

John Collier, pittore, scrittore e politico britannico, membro della corrente artistica dei Preraffaelliti, nel 1891 ha dipinto una tela dal titolo La sacerdotessa di Delfi (Priestess of Delphi) esposto nella città di Adelaide in Australia, nel Museo Art Gallery of South Australia. La Pizia è raffigurata seduta su un tripode mentre subisce l’effetto dei vapori che esalano dalla fenditura nella roccia.

By Rosa Maria Garofalo

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