Da Aspasia di Mileto alla belga Luce Irigaray
“Anni fa, quando ancora insegnavo filosofia (o meglio storia della filosofia…), le mie alunne, le più riflessive, mi chiedevano come mai non si incontravano filosofe”. Questa la citazione dell’insegnante Franca Epifani riportata direttamente nella pagina web di “Rai Cultura -Letteratura”. Ebbene, credo che chiunque sarà curioso di conoscere quale sia stata la risposta a questa più che legittima domanda. Proseguendo con la lettura della vicenda aneddotica, in realtà la domanda sembra restata senza risposta diretta, ma comunque quell’interrogativo, come un sasso lanciato in uno stagno, sembra aver generato onde concentriche che poi hanno trovato, se si vuole, una loro materializzazione. Ma procediamo con ordine ripartendo dalla storia narrata dall’insegnante.
Riannodando i fili della memoria, è sempre Epifani a dire di aver dedicato una parte del quadrimestre alle filosofe; anche se questo si realizzò citando testualmente “forzando il programma del quinto anno”. Quindi per avere accesso allo studio del pensiero delle filosofe fu necessario infrangere una scaletta e quindi delle regole. Impresa, come ben si può immaginare, tutt’altro che semplice e che ha comportato un vero e proprio lavoro di ricerca al fine di reperire fonti efficaci, “quantomeno” da un punto di vista didattico. Ora però le cose stanno cambiando! Non nel senso che le filosofe sono entrate nei programmi scolastici, ma nel senso che “qualcuna” ha sentito la necessità di dare una risposta concreta, se si vuole, anche a quel lontano interrogativo delle studentesse anzidette.
Si sta parlando infatti de “Il libro rosa della filosofia” di Simonetta Tassinari, uscito nel 2024 con Gribaudo editore. Per uno strano gioco di sincronie anche Tassinari è insegnante, proprie di storia e filosofia in un liceo scientifico. L’opera, di recentissima pubblicazione, consente finalmente non solo di ripercorrere in modo cronologico le biografie di queste filosofe, ma ciò che forse è più rilevante è la loro contestualizzazione nelle diverse epoche storiche. In questo modo il lettore potrà toccare con mano questa simbolica cordata di donne pensatrici che idealmente si allineano in una sorta di staffetta storica con passaggi di testimoni più o meno “ingombranti”.
Tra le filosofe a cui l’autrice si sente particolarmente legata, al punto da definirle sue “maestre”, vanno ricordate: Germaine Greer, Erica Jong, Armanda Guiducci, Elena Gianini Belotti. Ma il libro non propone “solo” figure significative del ‘900. Non a caso il sottotitolo recita “Da Aspasia a Luce Irigaray”. Perché proprio queste due figure poste al principio e fine di questa virtuale e virtuosa staffetta storica? Forse perché fu Aspasia di Mileto, nel 400 circa a.C., a fondare una vera e propria scuola femminile e un salotto divenuto in breve molto popolare. E allora come dice il detto, “last but not least”, ovvero da ultimo ma non per ordine d’importanza, chiudiamo con una pennellata su Luce Irigaray. Donna di indubbio spessore conosciuta non “solo” come filosofa, ma anche come psicoanalista, linguista e direttrice di ricerca al Centro Nazionale di Ricerca Scientifica (CNRS) di Parigi.
Di Maria Teresa Biscarini