Nella mitologia greca erano considerate le più antiche divinità della natura, simboli delle maestose e imponenti montagne.
Chi erano le Oreadi
Le ninfe Oreadi erano figlie di Gea, la madre Terra che le aveva partorite per partenogenesi.
Il significato del loro nome derivava da “oros”, in greco significa “montagna” e le Oreadi vivevano sulle alte montagne.
Si distinguevano secondo i luoghi montani, dove esse vivevano:
- Alseidi, ninfe dei boschetti e delle radure, esse terrorizzavano i viandanti che si avventuravano nelle valli montane;
- Antuse, ninfe dei fiori di montagna;
- Auloniadi, associate ai burroni, ai dirupi e alle vallate profonde. Esse potevano essere tuttavia incontrate anche nelle valli fluviali e tra i pascoli di montagna, spesso in compagnia del dio della natura, Pan;
- Coricidi, ninfe delle grotte montane;
- Napee, sono le ninfe che presidiano nelle valli e nei prati di montagna. Amavano la solitudine, ma a volte avevano delle relazioni d’amore con qualche eroe, dalla quale esigevano un’assoluta fedeltà.
Non si conoscono i nomi di tutte le ninfe Oreadi, tra le più famose va ricordata l’infelice Eco, innamorata e respinta da Narciso a causa del suo ripetere continuamente le ultime parole udite.
Le Oreadi accompagnavano spesso Artemide, dea della Luna e della caccia, la quale preferiva stare sui versanti dei monti in loro compagnia, mentre andava a caccia.
Anche le Oreadi andavano a caccia di animali selvatici per i monti, come cinghiali e uccelli armate di arco e frecce.
Le Oreadi e la Storia dell’Arte
Uno dei quadri più famosi sul mito delle Oreadi è quello del grande pittore francese William-Adolphe Bouguereau. Egli dipinse nel 1901 una grande tela dal titolo Le Oreadi, esposta dal 2010 al Museo d’Orsay di Parigi, dopo che gli eredi dell’artista l’hanno donata alla città.
Il dipinto mitologico rappresenta le ninfe completamente nude, mentre seguono Artemide nella sua caccia agli animali. Esse si allineano dietro la dea in una forma di corpi luminosi mentre salgono al cielo, sotto gli occhi stupiti di tre satiri fermi sulle rive di uno specchio d’acqua.
L’artista italo – brasiliano Eliseu Visconti, nel 1899 ha dipinto Le Oreadi e mise in scena nel suo quadro, la danza delle ninfe in un boschetto idilliaco, pervaso dai toni di verde e arancio. La tavolozza dorata e il cromatismo misterioso usato dal pittore, riguardano la sfera allegorica e simbolica, con riferimenti alla figurazione Preraffaellita e dunque alla pittura rinascimentale.
Il dipinto si può ammirare a Rio de Janeiro, in Brasile, al Museu Nacional de Belas Artes.
In Italia, invece possiamo ammirare la grande tela del Domenichino, realizzata nel 1616 dal titolo La caccia di Diana. Artemide, la dea greca della caccia, per i Romani diventa Diana, e in questo dipinto il grande artista raffigura la dea mentre si prepara alla caccia con le sue ninfe Oreadi.
La tela è conservata alla Gallerie Borghese di Roma.
By Rosa Maria Garofalo