Figure femminili della mitologia greca presiedevano a tutte le acque dolci della Terra
Chi erano le Naiadi
Le Naiadi o Ninfe delle acque dolci, erano divinità della mitologia greca cui erano attribuiti poteri guaritori e profetici.
Di solito, erano rappresentate come bellissime giovani donne dai lunghi capelli e dall’eterna giovinezza, pur non essendo immortali.
Si distinguevano in base alle acque che presiedevano, infatti, c’erano le ninfe dei laghi, dei fiumi, degli stagni e paludi, delle sorgenti.
Omero le considerava figlie di Zeus mentre per altri autori erano semplicemente le figlie del dio Oceano, oppure figlie della divinità fluviale nelle cui acque vivevano.
Nell’antica Grecia ogni corso d’acqua aveva le proprie Naiadi ed erano venerate, specialmente dai contadini che portavano loro frutta, fiori e latte come offerte.
Anche gli antichi Romani le veneravano.
Le credenze popolari sulle Naiadi attribuivano facoltà guaritrici alle acque dolci dove esse vivevano.
I malati, infatti, bevevano le acque oppure s’immergevano nelle sorgenti o nei piccoli corsi d’acqua sperando di guarire dalle loro malattie.
Curiosamente il mito delle acque guaritrici da ogni male, si trova in molte religioni, tra cui il Cristianesimo, dove ci sono fonti o sorgenti d’acqua dedicate ai Santi oppure a Maria Vergine, famosissime a questo riguardo le acque considerate miracolose di Lourdes.
Non si conoscono i nomi di tutte le Naiadi della mitologia greca, le più famose sono Melite e Aretusa.
La prima era figlia del dio- fiume Egeo e viveva nell’isola di Corfù, il suo nome significava “dolce come il miele”.
Eracle, dopo l’uccisione dei suoi figli, fu condannato in esilio proprio sull’isola e li conobbe Melite.
I due s’innamorarono ed ebbero un figlio cui fu imposto il nome di Illo.
Aretusa è l’altra naiade molto nota, trasformata permanentemente in sorgente perché rifiutò l’amore del dio fiume Alfeo.
Il mito delle Naiadi in Storia dell’Arte
Il mito delle Naiadi ha influenzato le Arti decorative, la pittura e la scultura.
A Roma si trova una bellissima fontana detta Fontana delle Naiadi, situata al centro di Piazza della Repubblica.
Questa fontana, per l’abbondanza di corpi nudi femminili, rappresentati le Naiadi, quando fu risistemata e inaugurata ex-novo nel 1901 scandalizzò l’ala papalina e conservatrice di Roma, che ne chiedeva l’abbattimento.
Per fortuna vinse l’ala progressista della città e oggi possiamo ammirare in tutta la sua bellezza questa stupenda fontana in stile Liberty.
Il pittore francese Jean-Jacques Henner realizzò nel 1877 il quadro dal titolo Le Naiadi, oggi esposto al Museo Nazionale Jean-Jacques Henner di Parigi.
Il dipinto mitologico rappresenta sei bellissime Naiadi nude dai lunghi capelli rossi nei pressi di uno specchio d’acqua.
Lo sfondo, molto scuro, riproduce un paesaggio boscoso con una collina a destra, e fa risaltare la lucentezza e sensualità dei corpi delle ninfe.
Il pittore italiano Gioacchino Pagliei dipinse nel 1881 un bellissimo quadro dal titolo Le Naiadi, oggi esposto a Nottingham City Museum and Galleries, Nottingham Castle.
Il dipinto rappresenta due giovani naiadi nude, adagiate all’interno di una grande conchiglia nei pressi di una pozza d’acqua.
Il pittore preraffaellita inglese John William Waterhouse invece ha dipinto un quadro sul soggetto mitologico di Ila e le ninfe.
Il giovane Ila era lo scudiero – amante di Eracle (Ercole) e durante una sosta in Misia, il giovane scese dalla nave con Eracle e si mise alla ricerca di una fonte di acqua dolce.
Arrivato nei pressi di una fonte, le naiadi che vi abitavano immediatamente s’innamorarono del bellissimo giovane e lo trascinarono con loro nelle profonde acque.
Nonostante le ricerche di Eracle, il giovane non fu mai ritrovato e sparì per sempre.
Il dipinto, datato 1896, dal titolo Ila e le ninfe si può ammirare a Manchester, al Museo City Art Galleries.
By Rosa Maria Garofalo