La dea del mare per gli Inuit
Sedna è la dea del mare e degli abissi e il suo mito è commovente e tragico nello stesso tempo.
Chi era Sedna
Gli Inuit sono gli abitanti dell’estremo nord dell’Alaska, del Canada e della Groenlandia.
Il mito di Sedna degli Inuit è tragico e commovente, la leggenda narra di una giovane ragazza maltrattata sia dal padre violento, sia dal partner o sposo.
La violenza sulle donne è antica quando il mondo e spesso traspare nei miti, che nascondono sempre un fondo di verità e ci ricordano che gli antichi, non potendo dare una spiegazione logica agli eventi, chiamavano in causa le divinità.
Sedna era una fanciulla Inuit molto bella e il padre non vedeva l’ora di darla in sposa a chiunque, anche se Sedna non aveva alcuna intenzione di sposarsi.
Una prima versione della leggenda narra che Sedna era insoddisfatta degli uomini trovati per lei da suo padre e cosi sposò un cane.
Suo padre era così arrabbiato per quest’unione che la gettò in mare e, quando lei cercò di risalire sul kayak, le tagliò le dita.
Le sue dita mozzate diventarono animali marini e lei si trasformò in una potente dea del mare.
Altre versioni della leggenda raffigurano Sedna che rifiutò le proposte di matrimonio dei cacciatori del suo villaggio.
Un cacciatore sconosciuto arrivò nel villaggio e il padre di Sedna accettò di dargliela in moglie in cambio del pesce.
Questo atto ci fa capire il posto che occupavano le donne nella cultura Inuit antica, ma d’altronde la misoginia è un leit-motiv comune a molte culture antiche.
Il padre fece bere alla figlia un sonnifero e la ragazza si addormentò ignara del suo destino.
Il padre la diede allo sconosciuto cacciatore che la portò in un grande nido su una scogliera, rivelando la sua vera forma: un grande spirito Kokksaut o spirito-procellaria.
Le procellarie sono grandi uccelli bianchi e neri che vivono e nidificano nelle regioni artiche.
La ragazza si svegliò circondata dalle procellarie e il padre accortosi dell’errore commesso cercò di salvarla ma lo spirito Kokksaut si arrabbiò, provocando una grande tempesta. Disperato, il padre di Sedna la gettò nel mare in tempesta. Tentando di aggrapparsi al kayak, le sue mani si congelarono e le sue dita caddero, trasformandosi in creature del mare. Sedna cadde sul fondo del mare e si trasformò, al posto delle gambe sviluppò una coda di pesce.
In un’altra versione ancora Sedna fu rapita da un’altra creatura uccello, dalla specie non specificata, suo padre per salvarla partì con il kayak per liberarla dall’isola di ghiaccio galleggiante dove era imprigionata.
La creatura infuriata per la scomparsa della ragazza, chiamò in aiuto lo spirito del mare che subito individuò il kayak con Sedna e il padre e creò delle enormi onde per ucciderli.
Il padre non ci pensò due volte a gettare in mare la figlia per placare la rabbia dello spirito marino.
La povera Sedna si aggrappò al kayak ma suo padre afferrò una piccola ascia e le tagliò tre dita prima di colpirla alla testa.
Le tre dita mozzate della ragazza diventarono ciascuna una specie diversa di foca e il colpo violento in testa ricevuto dal padre mandò Sedna in fondo all’oceano.
In fondo all’oceano Sedna si tramutò in dea e al posto delle gambe le crebbe una coda di pesce.
Questa fine tragica per mano del padre violento rese libera la giovane Sedna che adesso non era più sottomessa al genitore, agli uomini in generale, compreso il suo perfido sposo.
Sedna e le arti figurative
In Finlandia nel Museo Nazionale di Helsinki è esposta un’antica statua di legno raffigurante Sedna con testa e braccia umane ma con la coda di pesce.
In Groenlandia nella città di Nuuk, nel porto vecchio, gli abitanti hanno eretto sulle rocce affioranti, un’enorme scultura in porfido grigio-rosso raffigurante la dea Sedna nuda circondata da vari animali tra cui un orso, un tricheco, pesci e foche e altre creature marine compreso un essere umano, un cacciatore.
Presso gli Inuit, ancora oggi quando i cacciatori catturano una foca o un tricheco, mettono dell’acqua dolce nella bocca dell’animale in segno di ringraziamento nei confronti di Sedna.
By Rosa Maria Garofalo