Nel linguaggio dei fiori la mimosa è simbolo di delicatezza e di femminilità, ma è anche una pianta molto resistente in grado di attecchire nei terreni più difficili.
Da anni a questa parte essa è diventata il simbolo della festa della donna; vediamo il perché.
Nel 1946 la festa della donna ha iniziato ad essere celebrata ogni anno e secondo i resoconti dell’epoca era solito regalare come fiore alle donne la violetta, fiore che aveva una lunga tradizione nella sinistra europea.
Alcuni dirigenti del PCI però si opposero alla tradizione della violetta perché era un fiore costoso e difficile da trovare in Italia, tenuto anche conto che il paese era fiaccato dalla guerra e dalla povertà.
Fu allora che due femministe che facevano parte dell’Unione donne d’Italia, Rita Montagnana e Teresa Mattei trovarono che quell’albero dai fiori gialli potesse rappresentare una ventata di sole in quel periodo buio e pertanto la proposero come omaggio per quella data vedendo in quel fiore giallo la forza, la luminosità e l’energia della donna.
Ma la mimosa non ha significato solo per l’Italia; secondo gli indiani d’America regalare una mimosa ad una ragazza dimostrava l’amore e la passione nei loro confronti, mentre per gli aborigeni australiani aveva delle proprietà curative e ancora oggi la usano per creare decotti contro i sintomi delle malattie veneree, nausea e dissenteria.
Per le ragazze inglesi invece appuntare un rametto di mimosa alla giacca accentuerebbe la loro femminilità.