Accessorio irrinunciabile per inguaribili romantiche, il ventaglio rinnova la sua personalità confermandosi oggetto glam dalle inusitate risorse
di Berthina Von Fliesen
Mentre le ondate di calore degli anticicloni africani martellano le nostre città e solo gli ambienti raffrescati elettricamente sembrano offrire un rifugio dall’arsura, sulle panchine dei parchi pubblici, alle fermate dell’autobus, ma anche lungo le passeggiate turistiche, riappaiono puntuali, ogni estate, le curve colorate e svolazzanti dei ventagli.
Un oggetto, il ventaglio, che sa di antico eppure, per la sua comodità e il suo fascino discreto, continua a sopravvivere alle diverse mode rinnovandosi nei decori e nelle stampe sino a confermare la sua eterna personalità anche nell’estate 2019 che lo corona accessorio must have con tanto di interpretazioni diverse, ma tutte all’insegna del colore e del glamour.
Dalle dimensioni ridotte, rispetto ai modelli di un tempo, per adeguarsi a borsette e pochette, il ventaglio dell’estate 2019 ha le stecche in legno di betulla o di bamboo (quelle in plastica sono definitivamente out) e il “pavese” in tessuto con prevalenza di fibre naturali come: seta, lino e cotone.
Essenziale ed elegante nel suo essere minimal come i ventagli monocromatici giapponesi (maschili), oppure brioso nell’utilizzo di cromatismi attuali e disegni contemporanei, o anche opulento ed eccessivo nelle stampe floreali e negli inserti di pizzo che fanno tanto “romantica” e “vittoriana”, il ventaglio, se ben abbinato con l’insieme, completa l’outfit e impone una certa eleganza nei movimenti che, altrimenti, rischia di sfociare in una pericolosa dicotomia del look.
Sì, perché non basta la foto azzeccata sul social di turno (che pure tante influencer hanno postato); il ventaglio è un accessorio signorile e come tale esige una gestualità misurata e discreta, evocatrice di messaggi nascosti e fantasie d’altri tempi.
Tempi lontani nei quali la possibilità di contatto diretto fra generi era molto limitata e pubblicamente sconsigliata pena la comune riprovazione o peggio il rischio – sempre per lei, comunque – di vedersi affibbiare la poco simpatica nomea di “ragazza leggera”, con tutto ciò che ne conseguiva in termini sociali dal punto di vista morale.
È giocoforza, quindi, che un oggetto versatile come il ventaglio, sia divenuto un mezzo di comunicazione non verbale a cavallo tra prossemica e cinestesia, fatto di sguardi, posizioni della mano e del capo in relazione al ventaglio stesso, aperture e chiusure del pavese in tutte le gradazioni: dallo scatto repentino alla calcolata lentezza.
Non stupisce neppure che il ventaglio sia divenuto oggetto di azioni narrative stante l’importanza che rivestiva nella quotidiana “toeletta” della donna di classe; si pensi alla commedia di Oscar Wilde: “Il Ventaglio di Lady Windermere” o al tragico concatenarsi di azioni che scaturiscono ne La Tosca (dramma di Victorien Sardou, poi magistralmente musicato da Giacomo Puccini nel 1900) proprio a causa della gelosia scatenata dalla vista di un ventaglio…
Di seguito, giusto per dare un’idea della complessità di movimenti e posizioni che andavano memorizzate in buona società più di un secolo e mezzo fa, forniamo un elenco parziale desunto dal web, ma si consideri che già nel 1757 il Marchese Louis-Antoine de Caraccioli diede alle stampe un suo scritto “Le livre de quatre couleurs” dove si possono trovare i primi accenni ad un linguaggio del ventaglio, poi effettivamente codificato in pieno ‘800 grazie anche ad una accurata strategia di marketing ante litteram da parte di fabbricanti e venditori.
AZIONE | SIGNIFICATO |
Sostenere il ventaglio con la mano destra difronte al viso | Seguimi |
Sostenerlo con la mano sinistra di fronte al viso | Vorrei conoscerti |
Coprirsi per un po’ l’orecchio sinistro | Vorrei che tu mi lasciassi in pace |
Lasciarlo scivolare sulla fronte | Sei cambiato |
Muoverlo con la mano sinistra | Ci osservano |
Cambiarlo alla mano destra | Ma come osi? |
Lanciarlo con la mano | Ti odio! |
Muoverlo con la mano destra | Voglio bene ad un altro! |
Lasciarlo scivolare sulle guance | Ti voglio bene |
Mostrarlo chiuso e fermo | Mi vuoi bene? |
Lasciarlo scivolare sugli occhi | Vattene, per favore! |
Far scivolare un dito dell’altra mano sui bordi | Vorrei parlarti! |
Appoggiarlo sulla guancia destra | Si! |
Appoggiarlo sulla guancia sinistra | No! |
Aprirlo e chiuderlo lentamente e ripetutamente | Sei crudele! |
Abbandonarlo lasciandolo appeso | Rimaniamo amici |
Sventagliarsi lentamente | Sono sposata! |
Sventagliarsi rapidamente | Sono fidanzata! |
Appoggiarsi il ventaglio sulle labbra | Baciami! |
Aprirlo molto lentamente con la destra | Aspettami! |
Aprirlo molto lentamente con la mano sinistra | Vieni e parliamo. |
Colpirsi la mano sinistra con il ventaglio chiuso | Scrivimi |
Chiuderlo a metà sulla destra e sulla sinistra | Non posso |
Aperto al massimo ma coprendo la bocca | Sono single |
E chissà che in tempi di comunicazione di massa sempre più presente e pervasiva (oltre che permanente, perché malgrado tutti gli accorgimenti “scripta manent” soprattutto sul web), il linguaggio segreto del ventaglio non ritorni di moda come giocoso codice di comunicazione discreto ed evanescente da utilizzarsi nella ristretta cerchia di amicizie complici.