Le donne hanno lasciato tracce importanti nella storia e in tutti i settori della cultura, ma pochi sono i riconoscimenti che rendono loro merito.
Di Anna Rita Rossi
L’espressione “prima donne e bambini” è una consuetudine di tipo cavalleresco/marinaro, secondo cui donne e bambini debbono essere salvati per primi in caso di pericolo di vita.
Questa cortesia sociale, purtroppo, è stata riservata alle donne solo nei casi estremi e “passa in cavalleria” all’istante, quando si parla di donne in ambiti come storia e cultura in genere; sono davvero poche le figure femminili che hanno passato il “filtro” dei tempi e io vorrei “spezzare una lancia” a favore delle donne musiciste.
La storia della musica, se non le avesse ignorate, avrebbe avuto molte figure di donne: compositrici, cantanti ed esecutrici che avrebbero potuto figurare a pari merito con i loro colleghi uomini, ma così non è stato e, purtroppo, non è così tuttora.
Molte cantanti hanno calcato le scene, ci sono testimonianze di grandi strumentiste e molte composizioni hanno firme femminili, ma sono relegate in una sorta di ripostiglio, da cui vengono tirate fuori come un vecchio cimelio magari per l’8 marzo o perché qualche studioso ha deciso di dedicare uno studio specialistico al riguardo.
Una di queste donne che merita di essere ricordata è Francesca Caccini.
Nasce a Firenze il 18 settembre 1587 da una famiglia di musicisti.
Francesca fu compositrice, clavicembalista e cantante; fu la prima donna a scrivere un’opera “La liberazione di Ruggiero dall’isola d’Alcina” (eseguita per la prima volta il 3 febbraio 1625 a Poggio Imperiale) e fu, probabilmente, la più prolifica compositrice del suo tempo; è considerata una fra le donne che maggiormente hanno contribuito all’evolversi della nascente musica barocca all’inizio del Seicento.
L’opera della Caccini è la prima opera lirica composta da una donna e anche la prima con soggetto non ispirato al mondo antico. Si trattava di una rappresentazione scenica mista: musica vocale, musica strumentale, pantomima e danza.
fonte: Patricia Adkins Chiti “Almanacco delle virtuose, primedonne, compositrici e musiciste d’Italia dall’A.D. 177 ai giorni nostri“, De Agostini
Immagine: “Santa Cecilia” (1895) di John William Waterhouse