Nel corso dei secoli la salvia è stata apprezzata e considerata un’erba sacra grazie alle sue numerose proprietà curative.
Di Agnese Mengarelli
La salvia viene utilizzata spesso in cucina per addolcire il sapore forte e robusto di certi carni, mentre in erboristeria è indicata per le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche, antisudorifere, astringenti, cicatrizzanti e digestive.
È una delle piante più diffuse e utilizzate, ma in pochi conoscono i miti e le leggende legati a questa erba.
È stata considerata un’erba sacra da diversi popoli e deriva il proprio nome dal termine latino salvus, “sano, in salute”, proprio in riferimento alle proprietà curative che in ogni epoca le sono state attribuite.
Già i Druidi, convinti che le facoltà divinatorie della salvia aumentasse la loro capacità profetica e rituale, erano soliti aggiungerne alle loro bevande, come l’idromele o la cervogia.
Per i Celti la salvia era la panacea di tutti i mali, veniva usata in numerosi disturbi ed erano talmente tante le aspettative per questa pianta da essere considerata utile persino a resuscitare i morti.
Nell’Antico Egitto le si attribuivano anche doti afrodisiache e di fecondità, infatti, si racconta che Cleopatra la usasse per sedurre gli amanti ed era la pianta che rendeva le donne più fertili.
Nell’immaginario medievale la salvia era considerata una sorta di rimedio universale ed era talmente importante da essere immagine della vita stessa del padrone di casa: se la pianta nell’orto era vigorosa, anche il padrone di casa godeva di buona salute e la famiglia era nella prosperità, ma se la pianta era appassita o secca, il capofamiglia era ammalato o addirittura morto.
Associata con zafferano, cannella e aglio, la salvia diventava un potente talismano in grado di proteggere dai malefici e conservare la salute.
Nella tradizione cristiana la salvia è legata alle vicende della Sacra Famiglia in fuga verso l’Egitto. Per eludere i soldati di Erode, Maria chiese ad alcune piante di proteggere e nascondere Gesù, ma solo la salvia accettò di coprire con le sue foglie il bambino e salvarlo così dalla morte.
Per questo la Madonna riconoscente benedisse la pianta e la consacrò come l’erba più utile della Terra.
Santa Ildegarda, nella sua visione olistica della medicina, consigliava la salvia non sono per il benessere fisico ma anche per la salute psichica. In particolare, era indicata per allontanare gli attacchi di collera, consolare e rendere allegri.
Per purificare l’energia dell’aria all’interno di un ambiente chiuso, ancora oggi viene bruciata una particolare varietà di salvia originaria dei deserti californiani e messicani. Si tratta della salvia bianca che, secondo la tradizione sciamanica, è una pianta sacra in grado di liberare i luoghi e le persone dalle energie negative.